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Lo scandalo in Vaticano
Benedetto XVI ha un’occasione storica per fare pulizia all’interno della Chiesa
Occorre sostenere il Pontefice di Roma, il più importante intellettuale contemporaneo
di Vincenzo Scichilone
Articolo pubblicato il 29.05.2012 -
Confondere il Vaticano con la Chiesa equivale a scambiare il contenitore e il contenuto, il bicchiere con il vino. Il vino può essere buono anche se il bicchiere non è di cristallo di Boemia, ma di volgare vetro (volgare si fa per dire...).
Lo ha illustrato con magistrale precisione Vittorio Messori ieri sul “Corriere della Sera” (leggi qui): la Chiesa Universale è il corpo mistico di Gesù Cristo, benché costituita anche (anche, ma non solo) di “ufficiali” corrotti in quanto persone, uomini, non in quanto appartenenti al clero. Le stesse persone sarebbero corrotte se medici, farmacisti, avvocati, giornalisti, calzolai, macellai.
Se è vero che “l’abito non fa il monaco”, non è vero il contrario, perché il monaco può rendere l’abito splendente di prestigio, di esemplare bellezza, lo può rendere esemplare. La Chiesa Universale non ha niente a che fare con i peccatori che ne fanno parte, perché promana dal fondatore, nel Mistero della Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo. Ogni membro del clero -
Lo scandalo emerso dalla divulgazione di parte della corrispondenza privata del Pontefice (solo per “merito” di un maggiordomo?) e dal licenziamento in tronco (con modalità incompatibili pure verso una colf, con tutto il rispetto per le colf) del presidente dello IOR, Ettore Gotti Tedeschi, ci forniscono l’immagine di una Chiesa istituzione devastata da lotte interne, circostanza non nuova, ma nuova è di sicuro la pubblicità immediata che i fatti hanno avuto. Con la complicità dei mezzi di informazione (e di deformazione) di massa. Pensare di nascondere i fatti nella realtà contemporanea è una pericolosa illusione. Per fortuna.
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Joseph Ratzinger, nella qualità di Benedetto XVI, può imprimere alla Storia della Chiesa un passo originale: può avviare dall’alto, dal punto più Alto, una fase di rinnovamento della Chiesa; può imprimere uno sconquasso epocale nelle pratiche di gestione del potere, in grado di riconquistare alla fede in Gesù le folle e quelle persone che ogni giorno se ne allontanano, perché disturbate dalle esteriorità fastidiose, dagli orpelli incomprensibili, dalle opulenze incompatibili con la missione.
Benedetto XVI può essere il secondo tedesco più importante nella storia della Chiesa, dopo Martin Lutero, e avviare quel rinnovamento dei costumi in grado di rafforzare l’istituzione. Cacci i mercanti dal tempio, metta all’angolo gli “ufficiali” del clero indegni di rappresentare l’istituzione, quelli che raccomandano politici alla Sacra Rota per annullare matrimoni pluridecennali in cambio di assunzioni clientelari di nipoti o affini; quelli che vengono scoperti con le mani in pasta nelle terrene cose; quelli che rendono indegno l’abito talare perché scoperti nella più intollerabile delle pratiche sessuali, la pedofilia.
Apra le porte e le finestre, Santità, faccia circolare aria fresca e nuova nella Chiesa, dia alle donne un ruolo migliore e maggiore, imponga con la sua forza quieta una nuova via che possa dare all’insegnamento di Cristo il vigore terreno per fare uscire dalla crisi attuale l’Umanità smarrita. Sia rivoluzionario, Santità, e tracci un percorso da cui il suo successore -