Motori | 82° Salone di Ginevra dell'Auto all'insegna dell'innovazione, ma non per tutti, di John Horsemoon (8.3.2012) | THE HORSEMOON POST -

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Motori | 82° Salone di Ginevra dell'Auto all'insegna dell'innovazione, ma non per tutti, di John Horsemoon (8.3.2012) | THE HORSEMOON POST

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Apre i battenti la kermesse elvetica
82° Salone di Ginevra dell'Auto all'insegna dell'innovazione, ma non per tutti
Il settore automotive italiano sulla difensiva perché vessato dal fisco
di John Horsemoon

Articolo pubblicato il 9.03.2012 | h 02.00

Tag: auto, automotive, salone Ginevra, Ferrari, Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Abarth, Pagani, Unrae

L'8 marzo, giornata della donna, l'Ottantaduesima edizione del Salone Internazionale dell'Auto di Ginevra ha aperto i battenti al pubblico, dopo i due giorni riservati tradizionalmente alla stampa. La rassegna si apre all'ombra dei negativi risultati delle vendite in Europa, con un valore medio del -6,6% in gennaio, risultato soprattutto della imponente contrazione delle immatricolazioni in Francia (-20,7%) e Italia (-16,9%), un fenomeno da analizzare con attenzione. Se da un lato infatti la Francia paga la fine delle incentivazioni, quindi manifesta una flessione fisiologica, in Italia non ci sono apparenti giustificazioni, se non il fatto che manca un programma di sostegno serio al settore automotive. Il dato delle vendite in Italia in febbraio è ulteriormente peggiorato, registrando un pericoloso -18,94% che segna un passo ulteriore verso lo stato di emergenza commerciale, imprenditoriale e occupazionale del comparto.

Ginevra è ogni anno una cartina al tornasole per tutto il settore e non è difficile pensare che, in mancanza di idonee misure di sostegno al rinnovamento del parco circolante, il settore automotive soffrirà ancora in Italia e avrà un ruolo economico più marginale in Europa, a dispetto della ripresa già registrata in Nord America. I costruttori che intendono giocare il ruolo di player globale hanno risposto alla crisi con un orizzonte preciso,  l'innovazione, con un doppio focus complementare: abbattimento dei consumi di carburante e delle emissioni di CO2 nell'atmosfera. Obiettivi che renderanno inevitabile l'adozione di motorizzazioni alternative o, nel breve termine, di sistemi ibridi in grado di raccogliere la sfida.

Il gruppo Fiat, sotto questo profilo, non sembra al passo dei tempi e a Ginevra se ne è avuta la prova concreta. Se dai principali costruttori, da Infiniti a Kia, da Mercedes a BMW, dal gruppo Peugeot-Citroën alla Renault (che ha impostato il proprio claim sul cambiamento), da Volvo al gruppo VW, non sono mancate proposte concrete in materia di motorizzazione elettrica o alternativa, in casa Italia c'è un ritardo di risposta preoccupante e ci sarà un gap da superare con sforzi commerciali e di comunicazione enormi. La crisi in Italia è forte, ma è soprattutto crisi di idee. L'articolo 18 c'entra poco, se non in misura marginale. Se non si hanno idee nuove non si possono aprire le linee di produzione, questo + il vero problema strutturale. Tranne che in Fiat abbiano deciso già lo spostamento della sede a Detroit, quale ultimo passo della fusione con Chrsyler prossima ventura.

L'edizione del 2012 sarà ricordata come quella in cui il "Padiglione Verde" ha abbandonato l'oscurità degli spazi sotterranei e ha trovato una nuova collocazione all'esterno, di fronte agli ingressi principali, proprio a testimoniare tangibilmente la mutata prospettiva: dalle show car alle automobili di tutti i giorni.

L'Italia è in una fase pericolosa di sofferenza. Il governo Monti non è stato differente dagli esecutivi precedenti e ha continuato l'imperterrita politica di vessazione fiscale sull'auto e sugli automobilisti, veri e propri limoni finanziari da spremere a base di superbolli, di limitazioni anacronistiche alla deducibilità fiscale, di assurdi tetti all'ammortamento. Le manovre economico-finanziarie sono state condotte in nome dell'Europa, ma i principi e le medie del carico fiscale e delle norme sulle auto aziendali europee vengono puntualmente disattesi, a dispetto del contributo importante (oltre il 65%) quale strumento per la produzione del PIL nazionale.

L'UNRAE, Unione Nazionale Rappresentanti Veicoli Esteri, alla vigilia del Salone di Ginevra ha lanciato il monito di un settore destinato quasi al crollo, con una serie di proposte su cui torneremo in altra parte del giornale. Curioso che a distanza qualcuno abbia elevato la propria contrarietà a ogni ipotesi di nuovi incentivi (Sergio Marchionne, per non fare nomi e cognomi).

Insomma, dopo Ginevra il mondo sarà come prima, ma in Italia potrebbe crollare un sistema produttivo utile al Paese e indispensabile alla più volte annunciata ripresa economica. Sarebbe utile a tutti trovare un accordo di sistema, non spingersi in fughe solitarie di corto respiro. Sarebbe sopratutto utile che gli automobilisti facessero sentire la propria voce e la forza potenziale di un gruppo di pressione importante per spingere il governo – quale che sia – a togliere le mani dal portafoglio degli italiani, tagliando in generale la spesa improduttiva, ma alleggerendo il carico fiscale gravante sull'automobile, anche attraverso l'eliminazione di diverse anacronistiche accise sui carburanti, difficili da comprendere ancora nel 2012.


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