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Motori
Un inatteso fuori programma durante la prova a Ginevra
La Blucar dalle strade di Parigi alla conquista dell'Europa
La vettura franco-italiana può essere una alternativa credibile, ma vanno risolti alcuni problemi
di John Horsemoon
Articolo pubblicato il 14.03.2012 | h 15.25
Tag: auto, automotive, auto elettrica, motorizzazione alternativa, green economy, ambiente
Dopo aver provato la Mitsubishi MiEV (test prenotato il giorno di apertura della rassegna elvetica, presso lo stand della casa nipponica: articolo disponibile cliccando qui), ci siamo recati nel box della Bolloré e, senza alcuna prenotazione, abbiamo chiesto di provare la Blucar, frutto di un progetto congiunto tra Pininfarina e Bolloré lanciato nel 2008 e presentato in anteprima a Ginevra l'anno successivo.
La scomparsa di Andrea Pininfarina in un tragico incidente stradale, la crisi dell'intero settore automotive e le più generali difficoltà economiche globali hanno causato un certo ridimensionamento del ruolo industriale del designer torinese, che ora ha alla guida Paolo Pininfarina.
Ne ha risentito in qualche modo pure la produzione della Blucar, di cui Pininfarina, ha curato progettazione generale e industrializzazione. Noi stessi ne avevamo prenotato un modello al Salone del 2009, ma non è mai arrivata alcuna conferma ufficiale dell'avvio delle consegne.
La vettura non sarà venduta, ma sarà noleggiata al prezzo di 330 Euro al mese, costo che comprenderà l'assistenza completa su strada 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e l'accesso a una serie di servizi dedicati (assicurazione in primis).
Insomma, l'unico costo ulteriore sarà quello dell'energia elettrica per le ricariche e per chi usa la vettura in città troverà una buona soluzione ai propri problemi, anche per le facilitazioni concesse alle vetture elettriche (zero tassa di prorpietà per cinque anni, accesso alle ZTL, polizze scontate). L'optimum per tutte le auto elettriche si raggiungerà quando si perverrà all'abbattimento totale delle emissioni “dal pozzo alla pompa”, attraverso l'uso di fonti rinnovabili come l'energia fotovoltaica. La vettura da noi inizialmente testata è immatricolata nel Dipartimento dell'Eure-
Firmata la documentazione di rito, ci mettiamo alla guida, accompagnati da un tecnico della casa franco-
Un problema che mai si era verificato prima, a detta di Jose Zacarias de Almeida, il nostro momentaneo coepiquier. Non fatichiamo a credergli. Tra un imbarazzo e l'altro, Zacarias ci illustra come funzionerebbe il sistema di comunicazione della Blucar, se solo fossimo coperti dalla connessione.
Il navigatore satellitare è in realtà un centro di controllo, in collegamento continuo via satellite con la centrale operativa. Nelle zone coperte (e presto lo sarà tutta Europa) il sistema consente di richiedere l'assistenza tecnica e l'accesso ai servizi Blucar.
Ma dai due schermi è possibile trarre tutte le informazioni sul funzionamento della vettura, oltre che governarne i sistemi di comfort: da quello superiore si possono verificare velocità, chilometri totali, chilometri parziali, autonomia in chilometri, percentuale di carica residua della batteria; da quello inferiore, un touch screen di oltre 7 pollici posto più in basso (forse un po' troppo), si comanda la radio, il navigatore satellitare, il sistema di comunicazione con la centrale operativa, il vivavoce del telefono mobile, le tre modalità di guida possibili (eco, sport e ice).
Dopo aver tentato di rimettere in moto la macchina (che è carica, ma probabilmente soffre di qualche problema elettronico), Zacarias alza bandiera bianca e chiede l'assistenza via cellulare. Dopo qualche minuto arriva una vettura di supporto, da cui scende un giovane ingegnere in giacca e cravatta, con in mano una valigetta 24 ore. Le frontiere del supporto tecnico cambiano col variare della tecnologia... L'ingegnere della Bolloré è accompagnato da una gentile, quanto preparata e avvenente, funzionaria della casa transalpina. Veniamo invitati a cambiare automobile, tra mille scuse e assicurazioni che mai si sia verificato un problema analogo.
Riprendiamo il nostro giro cittadino. Pochi chilometri per capire alcune cose essenziali. La Blucar è una bella vetturetta, molto stabile, con le dimensioni di una analoga vettura a motore endotermico (Suzuki Swift, Fiat Punto, Citroën C3), e risulta molto maneggevole, anche grazie alla spinta del motore alimentato dalle batterie di specifica concezione. L'assetto risulta meno morbido della Mitsubishi MiEV, ma non a discapito del comfort, e non presenta alcun accenno di sottosterzo, manifestando un ottimo inserimento in ogni situazione cittadina. Reattiva e maneggevole. Un po' limitata la visibilità posteriore, ma c'è da farci l'abitudine. I sensori di parcheggio sarebbero quanto mai utili.
La vettura è dotata di un rivoluzionario sistema di batterie ai polimeri di ioni di litio, tecnologia esclusiva di Bolloré che garantisce maggiore sicurezza in caso di impatto, insensibilità alle temperature esterne, assenza di "effetto memoria" nel tempo, maggiore capacità di ricarico (fino a 5 volte di più delle altre batterie al litio), con tempi di ricarica più brevi (ma non è specificato con esattezza). Bolloré, leader mondiale nel settore elettrico, ha sviluppato anche il "Supercap", un vero e proprio centro di controllo dell'alimentazione, che regola anche il recupero dell'energia in fase di rilascio, ma non in frenata. In effetti, l'auto ha un "freno-
La vettura è spinta da un motore con potenza massima di 50 kW, capace di lanciare la vettura a 130 km/h (velocità limitata elettronicamente), per un peso in ordine di marcia di 1120 kg. Rispetto al concept presentato nel 2008, la vettura è costruita per ora solo nella versione due porte, 4 posti. Il telaio è in acciaio e alluminio, con carrozzeria mista in alluminio e plastica.
I modelli a disposizione a Ginevra hanno il sistema di riconoscimento dell'identità attraverso una carta magnetica, con cui si aprono e chiudono le portiere. Per le vetture cedute in leasing sarebbe utile rivedere questo sistema, perché può essere una complicazione inutile (se si smagnetizza la card, come si fa?). Qualche problema di allineamento delle lamiere mostra la gioventù costruttiva e sarà sicuramente risolta nella produzione di serie. Il lunotto si apre solo dall'interno, ma l'adozione di una chiusura tradizionale dovrebbe superare anche questo problema. L'abitabilità anteriore è in linea con le concorrenti endotermiche, quella posteriore potrebbe essere limitata per gli adulti di una certa altezza, visto che il sedile anteriore non slitta per facilitare l'accesso dei passeggeri.
Il progetto Blucar ha subito un'accelerazione nel corso del 2009, anche grazie al bando lanciato dal sindaco di Parigi,
La Blucar è costruita in Italia, a Bairo Torinese, negli stabilimenti Pininfarina, in un'area di 80.000 metri quadrati. La massima capacità produttiva dell'impianto è di 160 automobili al giorno, ma attualmente le 100 maestranze ne producono solo 15. Peccato non aver potuto provare di più questa macchina dalla doppia anima, italiana e francese. Ma siamo certi che la Blucar sarà una indiscussa protagonista del mercato nel prossimo futuro.
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