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THE HORSEMOON POST ©2012 | Motorsport | F1 2012 | Monza, novanta anni di storia della velocità. L'83° Gran Premio d'Italia nelle mire di Jenson Button, di JH -7.09.2012

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Monza, novanta anni di storia della velocità
L'83° Gran Premio d'Italia nelle mire di Jenson Button
Alonso: correrò su Vettel. Hamilton e Webber in difficoltà
D'Ambrosio sostituisce lo squalificato Grosjean
di John Horsemoon  | Articolo del 7.09.2012
Tag:  F1, GP  Italia, Gara, Ferrari, Red Bull, McLaren, Mercedes, Lotus, Toro Rosso, Caterham, Marussia, HRT, Williams, Alonso, Webber, Vettel, Hamilton, Schumacher, Rosberg, Jerome D'Ambrosio, Romain Grosjean

Il circuito di Monza ospita l'83° Gran Premio d'Italia
Il circuito di Monza ospita l'83° Gran Premio d'Italia

Il circuito di Monza appartiene alla storia dell'automobilismo sportivo italiano. La costruzione, deliberata nel gennaio del 1922 per festeggiare il 25° anniversario della costituzione dell'Automobil Club di Milano, avvenne a tempo di record in soli 110 giorni e i primi giri furono effettuati da Pietro Bordino e Felice Nazzaro, due famosissimi piloti dell'epoca, a bordo di una Fiat 750.

Il team di progettisti, costituito dal presidente dell'AC Milano, Arturo Mercanti, e da due colleghi, Alfredo Rosselli e Piero Puricelli, mise in piedi un progetto di straordinaria modernità, che coniugava fin da allora l'ardore per la velocità e il rispetto per l'ambiente. Insediato all'interno del Parco Reale di Monza, in gran parte utilizzava le strade di collegamento interne, limitando così l'abbattimento di alberi.

Il complesso era fin dall'inizio costituito da due tracciati da utilizzarsi separatamente o insieme. Il circuito stradale era di 5,5 chilometri, con sette curve; mentre l'anello di alta velocità univa il rettilineo principale e il parallelo rettilineo opposto con due curve sopraelevate, per una lunghezza di 4,5 chilometri. In caso di utilizzo complessivo il rettilineo di partenza veniva separato in due corsie.

Il GP d'Italia è indissolubilmente legato al circuito brianzolo. Corso per la prima volta nel 1921 sul circuito di Montichiari, vicino Brescia, e vinto da Jules Goux a bordo di una Ballot, la gara è stata ospitata solo altre 3 volte in tracciati diversi: nel 1937 sul circuito di Montenero a Livorno; nel 1947 e nel 1948 rispettivamente sul circuito di Milano e di Torino, a causa dell'inagibilità di Monza a causa dei danni riportati durante la guerra (vittoria di Carlo Trossi su Alfa Romeo nel 47 e di Jean-Pierre Wilmille l'anno successivo, sempre su una macchina del Biscione); infine, nel 1980, sul circuito di Imola, vinto da Nelson Piquet su Brabham-Cosworth. Dal 1939 al 1946 il mondo in generale, l'Europa in particolare, era in altre faccende belliche affaccendato: la battaglia sportiva aveva dovuto abdicare alla tragedia della guerra, all'ignominia della Shoa, alla barbarie del nazifascismo.

Il 2012 segna perciò la settantasettesima volta che la gara viene ospitata a Monza, per l'edizione numero 83 del Gran Premio d'Italia. Eppure, per la prima volta dopo molti anni la difesa dei colori della bandiera italiana è demandata solo alla Ferrari e alla Toro Rosso come team, ma alcun pilota italiano partecipa alla gara. Certo ci sono gli oriundi Paul di Resta sulla Sahara Force India e Gerome D'Ambrosio sulla Lotus – in sostituzione dello squalificato Romain Grosjean – a portare sul casco omaggi al tricolore, ma sono l'ultima dimostrazione dello stato di marginalità dell'automobilismo italiano (a parte la Ferrari) e delle difficoltà ricorrenti per i molti talenti nazionali ad agganciare le occasioni giuste per fare il salto di qualità verso l'Olimpo della F1 (e non solo). Domenica si assisterà dunque a un GP d'Italia colorato di passione rossa per le monoposto di Maranello, ma anche di vergogna per l'assenza di un pilota italiano.


A dire il vero, il rossore di vergogna dovrebbe impadronirsi di molti protagonisti della pista brianzola, visto lo scandalo dell'asfalto difettoso emerso in occasione dell'ultimo appuntamento della Suberbike lo scorso maggio, i cui retroscena sono emersi nel luglio scorso, quando furono rese pubbliche le intercettazioni telefoniche tra il direttore dell'impianto, Enrico Ferrari, e il direttore tecnico, Giorgio Beghella Bartoli, nel corso di una conferenza stampa tenuta dal presidente della società di gestione dell'autodromo di Monza, Paolo Guaitamacchi, il quale aveva promosso un esposto in procura, convito della gestione disinvolta del circuito. Marco Galvani, su "Il Giorno", aveva anticipato in giugno una evoluzione delle indagini ("Autodromo, in pista corrono inchieste e polemiche"), a seguito di un blitz della Guardia di Finanza di metà maggio, anticipando i nomi degli indagati e le ipotesi investigative (false fatturazioni che hanno consentito di coprire i ricavi di vendite in nero di biglietti per gare minori, di altri reati fiscali e anche di turbativa d’asta ).



GP D'ITALIA


Tipo di circuito: permanente
Lunghezza: 5,793 Km
Numero Curve: 11
Direzione di Marcia: orario
Capacità pubblico: 115.000
Anno di inaugurazione: 1922
Progettisti: Arturo Mercanti, Alfredo Rosselli e Piero Puricelli
Timing

Venerdì 7 Settembre 2012

Prove Libere 1  10:00 - 11:30
Prove Libere 2  14:00 - 15:30

Sabato 8 Settembre 2012
Prove Libere 3  11:00 - 12:00
Qualifiche 14:00

Domenica 9 settembre 2012
Gara 14:00


Jenson Button punta a bissare a Monza il successo di Spa (Foto McLaren Media)
Jenson Button punta a bissare a Monza il successo di Spa (Foto McLaren Media)
Pietro Bordino
Pietro Bordino
Felice Nazzaro
Felice Nazzaro
 
F1, GP d'Italia 2012 - Monza - Analisi Pirelli
 

I primi dello scorso mese di luglio l'ulteriore svolta, quando Guaitamacchi (l'unico estraneo alle vicende, ma che ha poi pagato con la sostituzione per aver scoperchiato il pentolone della mangiatoia...) aveva reso pubbliche le intercettazioni delle conversazioni tra Ferrari e Beghella Bartoli, il quale peraltro risulta ancora presidente della sottocommissione sicurezza presso la CSAI. Circostanza che lasciamo alla valutazione dei lettori. A noi viene in mente, quanto meno, l'aggettivo "inopportuno", posto il principio della presunzione di innoccenza fino a sentenza passata in giudicato. Però...Sulla vicenda è poi calato un silenzio "all'italiana", perché punta dell'iceberg della commistione tra politica e sport che ha portato ai vertici dell'AC Milano fior di figli/cognati/fratelli/compagni di "qualcuno" impegnato in politica. Uno scandalo italiano, l'unico veramente italiano presente a Monza.

In attesa che si "faccia chiarezza" su queste vicende (chissà perché mai in Italia non si riesce mai a chiarire davvero come stanno le cose...), tra la prima variante e la Parabolica (luogo del misfatto di maggio, prontamente riasfaltata a regola d'arte, si spera...) la gara sarà una naturale prosecuzione di quella andata in scena domenica scorsa a Spa.

Non ci vuole molta fantasia a collocare tra i protagonisti i due piloti della McLaren, stante le attuali difficoltà della Ferrari sul veloce e il ritardo di adattamento delle Red Bull. In Mercedes non sembrano ancora in grado di capire il range di funzionamento delle Pirelli lungo l'arco di durata delle gomme e lamentano qualche inaffidabilità, altrimenti ci sarebbe da mettere nel novero dei favoriti anche i due piloti della casa di Stoccarda, con una particolare predilezioni per il recordman Michael Schumacher, cinque volte vincitore a Monza tutte con la Ferrari.

In prospettiva iridata, Fernando Alonso ha dichiarato che farà gara su quello che ritiene il principale avversario, Sebastian Vettel. Potrebbe rivelarsi un errore però sottovalutare Webber, il quale è riuscito spesso a sovvertire i pronostici da posizioni scomode; o Jenson Button, che dei due piloti della McLaren sembra essere quello più in grado di gestire la pressione psicologica della lotta per l'iride, anche per aver archiviato a tempo debito la gestione del rinnovo contrattuale. Al contrario, Lewis Hamilton, in piena contrattazione e che indiscrezioni vorrebbero in direzione Mercedes per sostituire eventualmente Schumacher, sembra meno concentrato e in preda a nervosismo.

Insomma Button non ha niente da perdere e tutto da guadagnare, mentre Hamilton pensa a guadagnare ma rischia di perdere tutto. Sembra un calembour, ma è la realtà dei fatti, con Jenson Button intenzionato a scrivere per la prima volta il proprio nome sull'albo d'oro del GP d'Italia.

Naturalmente abbiamo escluso Räikkönen dal discorso non tanto perché ne sottovalutiamo le potenzialità, tutt'altro. La leggenda del Santo Bevitore è però immersa nel mistero Lotus, una monoposto indovinata, ma sempre mancante di qualcosa. A sette gare dalla conclusione del mondiale, nel team di Enstone devono darsi una mossa per assestare i colpi necessari a essere considerati davvero della partita. Ogni ulteriore impasse renderà l'obiettivo irraggiungibile (al netto degli eventuali successi di tappa).

La battaglia in pista peraltro rispecchia quella che si tiene nel retrobox, tra manager di piloti e capibastone dei team. Tutto ruota attorno al sedile della Mercedes di Schumacher, della Ferrari di Massa e della McLaren di Hamilton. Nicolas Todt, che assiste Massa e Maldonado in F1, non è sembrato ottimista sul futuro in rosso del brasiliano, confermando indirettamente le voci che vorrebbero già sottoscritto il contratto tra Maranello e Nico Hülkemberg, oggi alla Force India.  A proposito di Massa, Stefano Domenicali dopo il buon GP del Belgio, alla vigilia di Monza ha dichiarato che la Ferrari ha «bisogno di questo tipo di gare da parte sua, ed il team ha bisogno di lui in qualità di pilota», aggiungendo una considerazione lapalissiana: «abbiamo bisogno di vederlo competitivo di nuovo,  non solo a Monza, ma anche per il resto della stagione». Dichiarazioni che tra qualche settimana potrebbero rivelarsi ridicole.

Schumacher, al contrario, ha già dato appuntamento a ottobre per sciogliere il dubbio se resta ancora un anno o si ritira definitivamente. Al contrario, Lewis Hamilton sta facendo di tutto per far arrabbiare il team e ha subito una severa reprimenda da parte del team, dopo aver pubblicato una parte della telemetria su Twitter. Un gesto sciocco, ma che – anche in questo caso – potrebbe essere solo un indizio per capire dove sta andando l'anglo-giamaicano.




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