THE HORSEMOON POST ©2012 | Motorsport | F1 2012 | Il Sestetto Trombetta e la penalità a Senna, di John Horsemoon - 7.10.2012 -

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THE HORSEMOON POST ©2012 | Motorsport | F1 2012 | Il Sestetto Trombetta e la penalità a Senna, di John Horsemoon - 7.10.2012

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GP Giappone, gli svarioni (si fa per dire...) del servizio pubblico

Il Sestetto Trombetta e la penalità a Senna
Le imprecisioni del team RAI al seguito dei GP di Formula 1 ormai valicano le soglie dell'incredibile, per albergare nei meandri dei misteri d'Italia: ma questi ci sono o ci fanno?
di John Horsemoon | Articolo del 7.10.2012

Tag:  F1, GP  Giappone, Qualifiche, RAI, Redazione Motori
Nota: per un errore di trascrizione, seguito a un crash, il testo caricato era quello non verificato prima della pubblicazione e per questo motivo con alcuni errori. Lo abbiamo corretto, confidando nella benevolenza dei lettori, ai quali porgiamo le nostre scuse.

Bruno Senna, colpito da una fantomatica penalità di 10 posizioni in griglia dalla squadra RAI ai GP di F1. Una specie di fatwa... (fossimo in Senna, ci toccheremmo in tutti i modi culturalmente accettati...)
Bruno Senna, colpito da una fantomatica penalità di 10 posizioni in griglia dalla squadra RAI ai GP di F1. Una specie di fatwa... (fossimo in Senna, ci toccheremmo in tutti i modi culturalmente accettati...)

Da quando nel 2009 abbiamo ripreso a occuparci di F1 (e di sport più in generale), ritornando su passi giovanili troppo frettolosamente abbandonati, ci siamo imbattuti più volte nelle critiche alla squadra RAI che segue i Gran Premi di Formula 1. Non passa appuntamento del mondiale che sui social network non si legga qualche critica feroce, qualche battuta fulminante, qualche incredula osservazione sugli svarioni del Sestetto Trombetta (nel senso del celeberrimo onorevole mandato a ramengo da uno straordinario personaggio di Totò). Qualcuno avrà sicuramente visto su You Tube qualche filmato, abilmente montato con i passaggi più esilaranti delle telecronache.

A volte queste critiche sono immotivate o elargite senza tener conto della diretta, della frenesia del lavoro (che è cosa diversa dall'essere seduti sul divano con una bibita in mano), della tensione dei collegamenti. È discutibile, per esempio, criticare Gianfranco Mazzoni – il capo spedizione – perché si sofferma troppo su aspetti secondari, come gossip, notizie familiari, fatti di costume sul mondo della F1. Queste critiche provengono dai duri-e-puri, quegli appassionati che conoscono i particolari della vita dei team, dei piloti, delle monoposto; quelli che, interrogati, saprebbero pure il nome – in rigoroso ordine alfabetico – degli ingegneri, dei meccanici e degli addetti al paddock.

Come è evidente, in questi casi i critici senza-se-e-senza-ma dimenticano che le gare di Formula 1 non sono seguite solo dagli appassionati cultori della materia, pubblici docenti in pectore all'università del motorsport (lo affermiamo con tuta la simpatia possibile), quelli che a Spa-Francorchamps sono colti puntualmente dalla "Sindrome di Webber" (una variante motoristica della "Sindrome di Stendhal", dal nome del pilota australiano autore di un famoso fulminante sorpasso all'Eau Rouge a danno di Alonso, nel 2011). I gran premi sono visti da un pubblico più vasto ed eterogeneo, ignaro dei particolari e più attento alle "divagazioni" di Mazzoni & Compagni, in cui trovano motivi ulteriori per seguire il Circus.

Più difficile trovare giustificazione alle domande porte (e poste) con spericolata ignoranza della materia di cui si tratta; alle osservazioni senza fondamento; agli errori non corretti (errare umanum est, perseverare diabolicum) con la prontezza richiesta a un professionista dell'informazione, per di più del servizio pubblico. Servizio pagato – lo ricordiamo – attraverso un canone considerato dalla maggioranza degli italiani alla stregua di un odioso balzello medievale.

Ieri mattina, nelle fasi precedenti le qualifiche del GP del Giappone, forse complice la levataccia mattutina (o il jet lag), nella comunità degli osservatori – ossia di coloro che seguono con qualche competenza (per usare un eufemismo) i GP per diletto, per lavoro o per entrambi i motivi contemporaneamente – c'è stata un po' di confusione, per la reiterata notizia di una penalità di 10 posizioni in griglia che sarebbe stata irrogata a Bruno Senna a seguito dell'incidente con Felipe Massa a Singapore (in realtà un semplicissimo contatto senza alcuna conseguenza).

Di fronte a questa informazione, pensiamo che la reazione (comune, diffusa) sia stata la seguente: ricerca nei propri appunti; verifica attraverso un motore di ricerca; richiesta di conferma ai "colleghi di comunità", ossia a coloro i quali sono soliti scambiarsi battute, impressioni, informazioni durante le gare di F1 (e non solo), attraverso Twitter o Facebook. Ci siete tutti, amiche e amici con i quali si è consolidata dallo scorso anno questa graziosa consuetudine – a volte fonte di ilarità – con cui ci facciamo reciprocamente compagnia, grazie alla tecnologia che ci consente di abbattere la barriera spazio-temporale.

Consuetudine – è bene ricordarlo – che aveva tentato perfino la redazione motori della RAI, attraverso un profilo su Twitter aperto nei minuti precedenti il primo appuntamento stagionale in Australia. Circostanza che molti appassionati colsero al volo per rovesciare sulla RAI una valanga di tweets roventi, qualcuno perfino ben oltre la soglia dell'educazione. Fino a quando - di punto in bianco - quel profilo Twitter scomparse dall'aere digitale, nel più assoluto silenzio, così come era arrivato. Schiacciato dalle critiche e perfino di molti inurbani ed esecrabili improperi. La giustificazione fu una circolare dell'allora direttore generale della RAI che vietava la trasmissione di pareri e interventi sui social.

Ieri, prima, durante e dopo le qualifiche, dopo una rapida verifica delle informazioni, la "comunità" degli osservatori è giunta all'amara conclusione che la notizia della penalità a Senna fosse – sic et simpliciter – del tutto destituita di fondamento.

Ora, il problema che si pone è il seguente: come può una redazione con ampi mezzi come quelli dispiegati dalla RAI, sei persone (tra giornalisti e specialisti) impegnate nelle telecronache (oltre ai tecnici sul campo e in studio), sbagliare in modo tanto clamoroso quanto evidente? Come può accadere che a nessuno venga il dubbio di verificare la fondatezza di una notizia, che a tutti noi è subito apparsa assurda, con tutti i tratti epidermici dell'infondatezza? Misteri del servizio pubblico.

Sky negli scorsi mesi si è aggiudicata la trasmissione dei GP di Formula 1 per tre anni, a partire dal 2013, con il solo obbligo di trasmettere almeno nove appuntamenti in chiaro. La multinazionale dell'informazione non ha ancora reso noto attraverso quali canali sarà reso fruibile gratuitamente questo bouquet di gare, in cui dovrebbe esserci sicuramente il GP d'Italia.

Si è ipotizzato che la RAI potesse acquistare i diritti di trasmissione per una cifra alla portata di un'azienda in difficoltà, ma che resta sempre un punto di riferimento dell'industria culturale del Paese. Questo avrebbe consentito a Sky di rientrare di parte dell'investimento complessivo destinato alla F1 (intorno a 50 milioni di Euro), ma finora le trattative – ammesso che siano mai state intavolate – non sono arrivate a nulla. Sky potrebbe perfino decidere di trasmettere la F1 attraverso il proprio canale in chiaro sul digitale terrestre (Cielo), recuperando gli investimenti sia con la pubblicità che con un pacchetto non gratuito ad hoc, da trasmettere sul satellite.

Con questa mossa l'emittente di Murdoch potrebbe perseguire una sorta di "operazione simpatia", dopo gli atti para-terroristici riservatile dai governi italiani (soprattutto quelli presieduti da Silvio Berlusconi, trionfo del conflitto di interessi proprio di uno Stato in piena crisi di punti di riferimento etici e giuridici).

Se questo scenario si verificasse, un sospiro di sollievo si leverebbe dalla folla di appassionati, stanchi di ascoltare imprecisioni, domande senza senso, osservazioni fuori tempo, considerazioni al limite del farsesco, notizie infondate (pur con i doverosi distinguo a favore di Ivan Capelli e dell'ingegner Giancarlo Bruno). Quisquilie come quella che avrebbe voluto Senna arretrato di 10 posizioni in griglia, per una penalità che non è mai stata data, a causa di un incidente che – in questi termini – non si è mai verificato.

Chiamateli, se volete, dettagli...

© Riproduzione riservata



GP del Giappone
Suzuka Circuit


Tipo di circuito: permanente
Lunghezza: 5,807 Km
Numero Curve: 17
Direzione di Marcia: misto
Capacità pubblico: 100.000
Anno di inaugurazione: 1962
Progettista: John Hugenholtz

Timing
Venerdì 5 Ottobre 2012

Libere 1  10:00 - 11:30
(in Italia 03:00 - 04:30)
Libere 2  14:00 - 15:30
(in Italia 07:00 - 08:30)

Sabato 6 Ottobre 2012
Libere  3  11:00 - 12:00
(in Italia 04:00 - 05:00)
Qualifiche 14:00
(in Italia 07:00)

Domenica 7 Ottobre 2012
Race  15:00
(in Italia 08:00)

Albo d’oro
01. 1976 M Andretti – Lotus Ford
02. 1977 J Hunt – McLaren Ford
03. 1987 G Berger – Ferrari
04. 1988 A Senna – McLaren Honda
05. 1989 A Nannini – Benetton Ford
06. 1990 N Piquet – Benetton Ford
07. 1991 G Berger – McLaren Honda
08. 1992 R Patrese – Williams Renault
09. 1993 A Senna – McLaren Ford
10. 1994 D Hill – Williams Renault
11. 1995 M Schumacher – Benetton Renault
12. 1996 D Hill – Williams Renault
13. 1997 M Schumacher – Ferrari
14. 1998 M Hakkinen – McLaren Mercedes
15. 1999 M Hakkinen – McLaren Mercedes
16. 2000 M Schumacher – Ferrari
17. 2001 M Schumacher – Ferrari
18. 2002 M Schumacher – Ferrari
19. 2003 R Barrichello – Ferrari
20. 2004 M Schumacher – Ferrari
21. 2005 K Raikkonen – McLaren Mercedes
22. 2006 F Alonso – Renault
23. 2007 L Hamilton – McLaren Mercedes
24. 2008 F Alonso – Renault
25. 2009 S Vettel – Red Bull Renault
26. 2010 S Vettel – Red Bull Renault
27. 2011 J Button – McLaren Mercedes

Griglia di partenza**

 
1) Sebastian Vettel     2) Mark Webber

 
3) Kamui Kobayshi      4) Romain Grosjean


 
5) Sergio Perez          6) Fernando Alonso


 
7) Kimi Raikkonen   8) Jenson Button

 
9) Lewis Hamilton  10) FelipeMassa

 
11) Paul di Resta  12) Pastor Maldonado

 
13) Paul di Resta  14) Pastor Maldonado

 
15) Nico Hulkemberg  16) Bruno Senna

 
17) Heikki Kovalainen  18) Timo Glock

 
19) Jean-Eric Vergne  20) Pedro de la Rosa


 
21) Charles Pic   22) Vitaly Petrov


 
23) Michael Schumacher 24) Narain Karthikeyan


Michael Schumacher è stato arretrato di 10 posizioni, come penalità per il tamponamento di Jean-Eric Vergne durante il GP d Singapore;
Jenson Button e Nico Hulkemberg sono stati arretrati di 5 posizioni per la sostituzione anticipata del cambio;
Jean-Eric Vergne è stato arretrato di 3 posizioni, come penalità per aver ostacolato Bruno Senna durante la Q1 delle qualifiche.

 
Ma mi faccia il piacere...
F1, GP Giappone-Suzuka-Analisi Pirelli

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