Che la galleria del vento della Ferrari avesse qualche problema era un fatto noto e che questa situazione avesse comportato qualche problema di aerodinamica sulla F2012 di Alonso e Massa era altrettanto evidente, ma non era ancora chiaro quali aree fossero interessate e soprattutto quali fossero le modifiche da fare per superale l'impasse. Alonso, che alcuni cominciano a criticare per qualche bizza caratteriale e qualche cedimento nello spirito di combattente, aveva martellato: la Ferrari deve portare innovazioni, la monoposto non è aggiornata da mesi.
Così, Nicolas Tombasis deve aver pensato fosse meglio approfondire il tema, pur di dare al pilota di Oviedo ogni possibilità nella lotta al titolo. Chi lo sente l'amico dello sponsor, altrimenti? Così, presi armi e bagagli, la Ferrari la scorsa settimana se ne è andata in Spagna per fare un test aerodinamico in tutta segretezza sul circuito ovale di Idiada. Al volante Davide Rigon, in un'atmosfera di segretezza, con sorpresa finale: forse la Ferrari ha trovato il bandolo della matassa (aerodinamica) e ha capito cosa non funziona come dovrebbe (in teoria) e come farlo funzionare. Aggiustamenti che potrebbero valere pochi decimi, ma se si pensa che il distacco tra Vettel (e Webber) in Corea era di 2/3 decimi, si capisce che tutto può essere utile alla causa: riportare il titolo iridato a Maranello.
Si vedrà domani, dopo le due sessioni di libere del GP d'India, se le soluzioni trovate per le prese d'aria dei freni posteriori e il fondo daranno i risultati sperati. Forse non ci crede neanche Fernando Alonso, ormai quasi in stato di agitazione sindacale, ma Tombasis sembra più ottimista. Si vedrà se è ottimismo della volontà o senso di sollievo per aver imboccato la via della competitività.
Detto questo, il leader della classifica piloti, Sebastian Vettel, ha nel mirino il poker di vittorie consecutive, un filotto da stendere gli avversari (generalizziamo...), per rimpolpare l'attuale vantaggio di 6 punti e lanciarsi verso il terzo titolo consecutivo. Sebastian vuol fare il Maharaja d'India.
Al di là delle dichiarazioni di principio di Mark Webber – voglio vincere e se parto avanti non mi passa nessuno – la lotta per la vittoria finale è ristretta a Vettel e Alonso. Per gli altri piloti solo ruoli da comprimari, magari con qualche vittoria di tappa.
Il Buddah International Circuit è al centro di una vasta area destinata allo sport e al divertimento, nella zona meridionale di Nuova Delhi, nei pressi della cittadina di Greater Noida. Il tracciato, inaugurato lo scorso anno, è stato progettato dal famigerato Herman Tilke. Ha una lunghezza di 5.141 metri, con 16 curve. È diviso in due parti, una veloce e una più guidata. La prima comprende il rettilineo di partenza, cui segue una curva simile alla "Parabolica" di Hockenheim alla fine della quale un tornantino immette su un altro rettilineo parallelo a quello di partenza. Il terzo rettilineo lungo è quello tra la curva 4 e la 5, dopo di che inizia il tratto più guidato, al centro del quale si dispiega il complex delle curve 10-11-12, simile all'andamento della famosa curva 8 del tracciato di Instambul.
Doppia zona DRS in India, sul rettilineo di partenza/arrivo e su quello parallelo tra le curve 3 e 4. Rilevamento del distacco subito dopo la curva 15, per la prima DRS zone, prima della curva 3 per la seconda zona in cui è possibile attivare l'ala mobile.
Fra poche ore l'inizio della prima sessione di prove libere, in programma per le 6.30 ora italiana dovrebbe chiarire molti dubbi. Poi la seconda, pomeridiana, dalle 10.30 (sempre in Italia). La prima giornata sarà indicativa sulle reali forze in campo e dovrà scontare necessariamente lo stato della pista.
La prima delle quattro gare sarà dunque importante, perché Alonso non deve lasciare scappare Vettel. Suoi alleati indiretti i due della McLaren, Hamilton e Button, ormai fuori dalla lotta per l'iride, ma sempre capaci di un colpo di genio per salire sul primo gradino del podio. Hamilton vorrebbe salutare la compagnia che l'ha reso pilota (per chiamare le cose con il loro nome) con almeno una vittoria, visto che è probabile dovrà astenersi dallo champagne del podio per qualche tempo, ma di fatto ha già salutato le maestranze della scuderia di Woking in un incontro qualche giorno fa. In attesa dell'arrivo di Perez (influenzatissimo: rischia di saltare le libere di domani), Button vorrebbe "marcare il territorio" a futura memoria. Kimi Räikkönen realisticamente pone se stesso fuori dal mondale, ma non dalla possibilità di aggiudicarsi uno dei prossimi quattro gran premi.
Come saprete già, la Ferrari correrà con la bandiera della Marina Militare Italiana sul cockpit delle due monoposto di Alonso e Massa. Un atto di solidarietò verso Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri del San Marco accusati ingiustamente di omicidio e sottoposti a giudizio penale da una corte indiana grazie a un sotterfugio e alla violazione di molte norme del diritto internazionale. Un gesto richiesto dalle famiglie dei due militari, sottoposti a uno stress lungo oltre otto mesi, alle quali Maranello ha risposto "presente!" dopo aver consultato il Ministero degli Esteri.
Proprio il titolare della Farnesina ieri si è congratulato con la Ferrari attraverso Twitter, in un gioco delle parti che potrebbe sembrare stucchevole, ma che in realtà mostra la delicatezza del momento. In gioco non c'è solo la libertà e la giustizia per Latorre e Girone, ma anche (e soprattutto) la dignità nazionale dell'Italia, offesa pubblicamente sullo scenario internazionale. Quasi nove mesi sono tanti, forse troppi, per non reagire e aprire ufficialmente una controversia.
Noi, spesso pessimisti, sentiamo però che quella bandiera tricolore con il simbolo della Marina Militare porterà conforto a Latorre e Girone, ma anche alla Ferrari. In fondo il messaggio è sempre lo stesso: un italiano non molla mai, figurarsi due! Ragazzi, non mollate, siamo tutti con Voi.
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