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F1 – QUERELLE SORPASSO VETTEL. CHARLIE WHITING AD AUTOSPRINT: NON ESISTE ALCUN CASO!
Vettel ha superato Vergne in modo corretto, ma qualche dubbio permane.
Confusione tra video, ma c'è un metodo per scoprire la verità
Problema di fondo da risolvere: commissari di pista professionali e stabili per tutto il campionato
di John Horsemoon | Articolo del 29.11.2012
Tag: F1, GP Brasile, Gara, Sebastian Vettel, Fernando Alonso, mondiale piloti in discussione, bandiere gialle, drive through, penalità 20'', FIA, FOM, Stefano Domenicali, Charlie Whiting, Jean Todt
Da due giorni la Formula 1 è scossa da una polemica innescata dalla stampa spagnola, su un ipotetico sorpasso irregolare di Sebastian Vettel ai danni della Toro Rosso di Vergne, avvenuto al 4° giro della gara sul rettilineo tra le curve 3 e 4, la zona dove era possibile attivare il DRS.
Il primo dubbio lo ha sollevato Martin Brundle, ex pilota di F1 che ora commenta su Sky i gran premi. La questione è stata rilanciata poi da alcuni siti web spagnoli e dalla stampa iberica, evidentemente interessata a un'ipotesi che potesse dare ad Alonso il risultato che la pista aveva negato.
La pubblicazione di un video (1) sembrava non lasciare dubbi sul fatto che Vettel avesse superato Vergne in regime di bandiere gialle.
La versione successiva – senza sovrimpressioni (video 2) – consentiva di correggere le valutazioni, perché rendeva visibile un commissario di pista sventolare la bandiera verde subito dopo un segnale luminoso giallo. Malgrado sulla monoposto di Vettel fossero accesi i led gialli di pericolo, la bandiera verde esposta dal commissario di pista prevaleva su ogni altro segnale, come da regolamento, sicché il sorpasso di Vettel era da considerarsi corretto.
Oggi la FIA – cui la Ferrari aveva chiesto in mattinata un chiarimento – ha risposto attraverso il direttore di corsa unico, Charlie Whiting, il quale ha ribadito al settimanale italiano "Autosprint" che non esiste alcun "caso Vettel", perché la manovra era corretta fin dall'inizio. «Qualora i pannelli luminosi non coincidano con le postazioni dei commissari, per il pilota vale il primo segnale esposto – ha spiegato Whiting - Per esempio, se c’è una bandiera gialla sventolata e più avanti il pannello è illuminato il divieto di sorpasso inizia già dalla bandiera. Ma questo caso, al contrario, vale anche per la luce verde. Nel caso di Vettel al 4° giro del Gp del Brasile, fra l’ultima luce gialla e la luce verde c’era una bandiera verde sventolata, sulla sinistra. La distanza in questo caso era di 350 metri. Sebastian ha reagito alla bandiera verde e perciò non ha commesso alcuna infrazione». Secondo "Autosprint" questa spiegazione metterebbe la pietra tombale sulla querelle.
Tuttavia, in mattinata avevamo verificato le condizioni della gara attraverso l'applicazione ufficiale della F1 – F1 Live per iPad – andando a ripercorrere i primi giri della corsa di Interlagos. F1 Live fornisce le informazioni ufficiali della direzione di corsa, con una mappa in tempo quasi reale (il ritardo è di 2 secondi) dell'andamento della corsa. Una versione ridotta è disponibile anche sul sito formula1.com in versione ridotta e gratuita previa registrazione. Prima che potessimo intervenire sulla questione – e prima della dichiarazione ufficiale di Charlie Whiting – Carlo Vanzini, giornalista di Sky, aveva pubblicato su Facebook un post che illustrava analoghe considerazioni.
Con F1 Live si può ricostruire la cronologia dei fatti. Nel corso del 3° giro, alle ore 17:03:56 viene dichiarata la zona di pericolo (yellow) nel settore 4 (il rettilineo tra le curve 3 e 4, dove è possibile attivare il DRS). Quattro secondi dopo (17:04:00) il settore 4 è dichiarato sicuro (clear). Alle 17:04:26 il settore 4 è di nuovo sotto bandiere gialle, un secondo dopo è sotto yellow flag anche il settore 6; alle 17:04:49 anche il settore 3 e 13 secondi dopo anche il settore 2.
Alle 17:05:58 il DRS è abilitato, ma il settore 4 – il rettilineo dove Vettel supera Vergne – è reso "clear" solo alle 17:06:12.
Dalle immagini del video si vedono i segnali luminosi gialli intermittenti a bordo pista, i led gialli sul cruscotto di Vettel e la bandiera verde (ma non si distingue bene) dalla postazione in alto a sinistra.
Tutti i dubbi esistenti potrebbero però essere dipanati in modo celere dalla FIA, che possiede i dati completi delle telemetrie, comprese le posizioni GPS delle monoposto. Si tratta dunque di capire se il commissario di percorso che sventola la bandiera verde abbia sbagliato a segnalare il "clear" prima che lo facesse la direzione di gara, attraverso il sistema di comunicazione indirizzato ai team.
Non si tratta infatti di assegnare il titolo iridato a chi lo ha perso in pista, ma di fugare ogni possibile ombra sulla correttezza delle segnalazioni dei commissari di pista, che possono influenzare in modo decisivo una gara (o peggio di un campionato intero). Si tratta di applicare le regole in modo equanime, senza disparità, senza l'ombra di favoritismi verso chicchessia. Se al posto di Vettel ci fosse Alonso sarebbe uguale. Molte volte abbiamo criticato la Ferrari, ma non per partito preso, esattamente come abbiamo rivolto alla Red Bull lo stesso tipo di attenzioni. Noi qui non abbiamo passioni personali, critichiamo tutti e nessuno.
La FIA ieri non ha risposto ad alcuni quesiti posti dalla BBC, come riportato da Andrew Benson capo del team che si occupa di F1 per il quotidiano britannico, ma oggi, come detto, Charlie Whiting ha puntualizzato ad "Autosprint" l'inesistenza del "caso Vettel".
Questa sera Norman Howell, direttore della comunicazione della Federazione Internazionale dell'Automobile, ha confermato all'Associated Press la ricezione della lettera con cui la Ferrari chiede spiegazioni. Luca Colajanni, sempre all'AP, ha affermato «stiamo studiando il video, abbiamo fino a domani per proporre un reclamo ufficiale», confermando indirettamente che la questione non è ancora definitivamente chiusa.
Dovremo dunque aspettare fino a domani per sapere come finirà questa storia. In caso di ricordo del team di MAranello, i quattro commissari sportivi del GP del Brasile – tra cui Tom Kristensen, otto volte vincitore a Le Mans – esamineranno la situazione. Contro la decisione dei commissari sportivi in servizio a Interlagos potrebbe essere proposto ricorso alla Corte di Appello della FIA, ma la decisione in quel caso arriverebbe dopo la premiazione ufficiale programmata per il 7 dicembre a Istanbul.
Da rilevare che la Red Bull non ha emesso alcuna dichiarazione sulla situazione, che però pone con forza quanto meno il problema della selezione dei commissari di pista. In una serie professionistica come il mondiale di Formula 1 è anacronistico che la gestione in pista sia affidata a personale non stabile e non professionista, gente dalla grande passione e competenza, ma non abituata alla prontezza operativa richiesta dai ritmi di gara della massima serie automobilistica. Problema che prima o poi converrà a tutti gli stakeholders della F1 esaminare e risolvere.
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