THE HORSEMOON POST | Motorsport | F1 2012 | Il secondo ritiro di Schumacher. Appello a Montezemolo: riporti a casa Michael!, di JH - 4.10.2012 -

Sono passati solo pochi giorni dalla improvvisa accelerazione impressa al mercato piloti dal passaggio di Lewis Hamilton alla Mercedes e da Sergio Perez alla McLaren (al posto di Hamilton). L'appiedamento di Michael Schumacher ha destato sensazione, ma lo stesso pilota tedesco ha chiarito che la Mercedes non poteva aspettare troppo per decidere la "formazione" per il 2013.

Oggi Michael Schumacher ha annunciato il ritiro dalla F1 a fine stagione. Con i ringraziamenti di rito. Con le belle parole. Con l'impegno a finire in bellezza la stagione. Se Schumy vincesse una delle prossime 6 gare, Giappone compreso, sarebbe un gran bel modo di chiudere una storia sportiva (e umana) straordinaria.

Una storia costruita con qualche svarione (chiedere a Damon Hill e Jacques Villeneuve), forse anche grazie alle capacità di aggregazione politica del pilota di Kerpen (chiedere a Rubens Barrichello e verificare cosa è cambiato con Fernando Alonso). Ma sono solo dettagli – mi perdonino i detrattori senza-se-e-senza-ma di Schumacher – perché è una storia troppo robusta, densa di valori e trofei per essere derubricata a "frutto dell'arte altrui".

Michael Schumacher ha segnato con le proprie gesta quasi venti anni di F1 e una parte straordinariamente importante di questo periodo lo ha vissuto indossando l'alabarda del Principe di Maranello, lo Scudo del Cavallino Rampante, l'Elmo (di fattura tedesca) della Ferrari.

Vero è che gli inizi giovanili furono perorati dalla Mercedes, ma è in Ferrari e con la Ferrari che "Michelino Calzolaio" ha costruito il mito e ha reso più forte la storia della favola Ferrari, tirando fuori dal dimenticatoio delle vittorie il team di Maranello.

Il presidente della Daimler-Benz, Dieter Zetsche, ha oggi fatto una sorta di mea culpa al giornale tedesco Bild Am Sonntag: «Non siamo riusciti a fornire ai nostri piloti una monoposto in grado di battagliare per le prime posizioni. A livello di motori non abbiamo avuto problemi, ma è stata la macchina a mancare. Per quanto riguarda Michael l’ho sentito poco dopo l’annuncio ed è stata una chiamata molto positiva in cui gli ho detto che mi avrebbe fatto molto piacere vederlo ancora con un’altra funzione all’interno della nostra azienda».

Ecco il punto. Con tutto il rispetto per una grande casa automobilistica come la Mercedes, la Ferrari avrebbe il dovere di tutelare una parte importante della propria storia e di renderla visibile e riconoscibile.