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F1, Gran Premio di Australia - Circuito di Albert Park
Interrotto il dominio Red Bull
Jenson Button, vittoria di testa e di grinta
La Ferrari rincorre con Alonso, si perde con Massa
di John horsemoon
Articolo pubblicato il 20.03.2012 - h 14.30
Tag: GP Australia 2012, Melbourne, Albert Park, Jenson Button, McLaren-Mercedes, MP4-27
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L'esito del Gran Premio di Australia lo sapete già: ancora per un po' qui leggerete commenti e riflessioni, non troverete notizie inedite. I nostri test sulla piattaforma continuano e presto ci saranno novità.
Jenson Button, dunque, si è aggiudicato il primo appuntamento della stagione esattamente come era accaduto tre anni fa. Allora guidava una Brawn GP, ma il motore era lo stesso, Mercedes. Ross Brawn, lasciata la Ferrari e trascorso un anno sabbatico in giro per il mondo, si era riproposto a Maranello nel luglio del 2008. “Non c'è posto” fu la risposta. Che acume...
Brawn trovò sistemazione alla Honda/Bar e mise subito le mani al progetto per la vettura dell'anno successivo. Poi, improvvisamente all'inizio di dicembre, il costruttore giapponese, avvertendo la pesantezza della congiuntura economica mondiale, annunciava il ritiro dalla F1. Una doccia fredda in pieno inverno. Ma a Brawn la Honda assicurava un contributo a titolo di risarcimento e la vendita della squadra, al costo simbolico di una sterlina. Neanche da Harrods. Sicché l'ingegnere si lanciava nella costruzione del team e di una monoposto semplice, quasi anonima, ma celante la riproposizione di una soluzione apparsa qualche anno prima -
La prima differenza tra le due vittorie di Button perciò è che oggi non sembra preventivabile un dominio della McLaren su tutti gli altri, a partire dalle Red Bull bicampioni del mondo 2010/11. La seconda differenza è che ci sono più team in grado di battagliare per la vittoria finale: oltre alla citata squadra dei bibitari, le rivitalizzate Lotus, le Mercedes e le Williams. La Ferrari sembra al momento più staccata.
Nel frattempo Button è cresciuto, maturato, ha affinato la sua guida, tanto da diventare sempre protagonista in situazioni difficili. Come quelle che si verificano quando Giove pluvio ci mette lo zampino. Domenica non ha piovuto e non ci sono state le classiche situazioni meteo “bord-
Button non ha deluso, anzitutto papà John e fidanzata Jessica, immagine reale del contorno di serenità di cui l'inglese gode; ha comandato dall'inizio alla fine con autorevolezza, senza commettere il benché minimo errore, senza prendere rischi inutili, tenendosi un margine di performance (come rivelato dopo la gara) nel caso gli inseguitori si fossero avvicinati troppo. Insomma un dominio tranquillo, senza inutili esibizionismi. Il giro veloce a due tornate dalla fine è il sigillo alla sua gara intelligente. Una vittoria matura, si può ben dire.
E gli altri? Hamilton, poleman, esce con le ossa ammaccate. In partenza è stato abbagliato dal compagno di squadra. Poi, complice una Safety Car apparsa a molti un pretesto per favorire Vettel, ha ceduto il secondo posto al detentore del trono iridato, sembrato in difficoltà di manovra in mezzo al gruppo, una posizione cui non è oggettivamente abituato. Vettel & Company risaliranno la china, non ci sono dubbi.
Schumacher e Mercedes
Fin dai test invernali, sembrava che Brawn avesse qualcosa da nascondere. Così è stato, anche se l'F-
Lotus
La Lotus ha trovato ben più del bandolo della matassa e, in più, hanno avuto la conferma di aver fatto un affare a ingaggiare Romain Grosjean, vincitore negli ultimi due anni di due campionati di fila -
Williams
La FW34 è nata bene e sarebbe necessario fosse condotta da un pilota riflessivo, piuttosto che da un compulsivo come Maldonado. Senna può fare senza dubbio meglio, ma per ora resta un marchiato: “pilota pagante”. Williams e Renault insieme fanno venire i brividi. Se poi aggiungiamo il cognome Senna (anche se preso a prestito dalla nonna) l'effetto potrebbe essere da favola.
Le prove invernali hanno delineato uno skyline preciso dello schieramento e l'allarme per la Ferrari era stato già lanciato prima della trasferta australe.Sotto il profilo tecnico, converrà a tutti trovare il modo di dare a Alonso (e Massa) una vettura competitiva, perché presto altre teste potrebbero rotolare su ordine di Montezemolo. Un altro aspetto la Ferrari dovrebbe contribuire a chiarire e, se possibile, risolvere: il "Mistero Massa". Dopo le qualifiche, Massa partiva dal 16° posto, Alonso dal 12°. Entrambi sono stati autori di una partenza straordinaria, il pilota di Oviedo ha guadagnato subito ben quattro posizioni; ancora meglio Massa, che superava ben cinque avversari. Fino all'ottava tornata, Alonso in sesta posizione e Massa in ottava facevano ben sperare. Improvvisamente però dal nono giro le cose sono andate diversamente: Alonso ha mantenuto la posizione e subito dopo l'ha migliorata; Massa ha fatto l'opposto, lamentando scarsa aderenza al retrotreno e una macchina sbilanciata. La "Lap Chart" (visualizzabile sotto) è impietosa. Quali sono i motivi di questo decadimento delle prestazioni?
I critici "senza-
Possiamo solo formulare ipotesi: A) Massa non ha più fiducia in se stesso e alza il piede per mille motivi (tutti legittimi); B) Massa ha perso la fiducia nei propri tecnici, nei meccanici, si è rotto quel sottile filo di cieco senso di appartenenza a un sistema, base essenziale per una buona performance. In entrambi i casi Massa deve agire.
Se non si fida più di se stesso, ne prenda atto e saluti la compagnia senza timore: meglio un'uscita di scena scelta e deliberata, che un'uscita di scena drammatica. Se, al contrario, Massa ha motivi per ritenere fondata una revoca di fiducia nei propri tecnici, ne parli, affronti il problema, agisca a tutela della propria professionalità, del proprio onore sportivo e perfino del rispetto di se stesso. Noi possiamo solo ipotizzare. La parte più importante la deve fare lui.
Mentre scriviamo questa nota, i meccanici delle squadre sono al lavoro per trasferire tutto il materiale verso Sepang, dove le previsioni meteo danno pioggia per tutto il week-
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