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THE HORSEMOON POST ©2012 | Motorsport | F1 2012 | Jenson Button, vittoria di testa e di grinta, di John Horsemoon (19.03.2012)

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F1, Gran Premio di Australia - Circuito di Albert Park

Interrotto il dominio Red Bull
Jenson Button, vittoria di testa e di grinta
La Ferrari rincorre con Alonso, si perde con Massa
di John horsemoon

Articolo pubblicato il 20.03.2012 - h 14.30
Tag: GP Australia 2012, Melbourne, Albert Park, Jenson Button, McLaren-Mercedes, MP4-27

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A Sepang per ora è Hamilton Show


In Malesia la McLaren pronta a bissare l'Australia
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GP d'Australia 2012, Trionfa Button, il paracarro più intelligente (e veloce) del mondo

Jenson Button sul podio di Melbourne (foto McLaren)
 

L'esito del Gran Premio di Australia lo sapete già: ancora per un po' qui leggerete commenti e riflessioni, non troverete notizie inedite. I nostri test sulla piattaforma continuano e presto ci saranno novità.

Jenson Button, dunque, si è aggiudicato il primo appuntamento della stagione esattamente come era accaduto tre anni fa. Allora guidava una Brawn GP, ma il motore era lo stesso, Mercedes. Ross Brawn, lasciata la Ferrari e trascorso un anno sabbatico in giro per il mondo, si era riproposto a Maranello nel luglio del 2008. “Non c'è posto” fu la risposta. Che acume...

GP Qantas di Australia
Melbourne, Circuito di Albert Park

Tipo di circuito: semi-cittadino
Lunghezza: km 5,303
Curve: 16
Senso di marcia:
orario
Capienza spettatori: 80.000
Prima edizione: 1996




Brawn trovò sistemazione alla Honda/Bar e mise subito le mani al progetto per la vettura dell'anno successivo. Poi, improvvisamente all'inizio di dicembre, il costruttore giapponese, avvertendo la pesantezza della congiuntura economica mondiale, annunciava il ritiro dalla F1. Una doccia fredda in pieno inverno. Ma a Brawn la Honda assicurava un contributo a titolo di risarcimento e la vendita della squadra, al costo simbolico di una sterlina. Neanche da Harrods. Sicché l'ingegnere si lanciava nella costruzione del team e di una monoposto semplice, quasi anonima, ma celante la riproposizione di una soluzione apparsa qualche anno prima - il doppio fondo col buco – decretando l'assassinio anticipato del campionato 2009.

La prima differenza tra le due vittorie di Button perciò è che oggi non sembra preventivabile un dominio della McLaren su tutti gli altri, a partire dalle Red Bull bicampioni del mondo 2010/11. La seconda differenza è che ci sono più team in grado di battagliare per la vittoria finale: oltre alla citata squadra dei bibitari, le rivitalizzate Lotus, le Mercedes e le Williams. La Ferrari sembra al momento più staccata.

Nel frattempo Button è cresciuto, maturato, ha affinato la sua guida, tanto da diventare sempre protagonista in situazioni difficili. Come quelle che si verificano quando Giove pluvio ci mette lo zampino. Domenica non ha piovuto e non ci sono state le classiche situazioni meteo “bord-line”. Eppure l'intelligenza strategica di Button ha prevalso. In un circuito cittadino come quello di Melbourne, con l'incidente sempre in agguato (e relativo ingresso della Safety Car), l'inglese della McLaren sapeva che doveva giocarsi molto in partenza e mettersi dietro tutti gli altri alla prima piega: anzitutto il compagno di squadra, le Red Bull e le Mercedes, oltre che la rivelazione Grosjean.

Button non ha deluso, anzitutto papà John e fidanzata Jessica, immagine reale del contorno di serenità di cui l'inglese gode; ha comandato dall'inizio alla fine con autorevolezza, senza commettere il benché minimo errore, senza prendere rischi inutili, tenendosi un margine di performance (come rivelato dopo la gara) nel caso gli inseguitori si fossero avvicinati troppo. Insomma un dominio tranquillo, senza inutili esibizionismi. Il giro veloce a due tornate dalla fine è il sigillo alla sua gara intelligente. Una vittoria matura, si può ben dire.

E gli altri? Hamilton, poleman, esce con le ossa ammaccate. In partenza è stato abbagliato dal compagno di squadra. Poi, complice una Safety Car apparsa a molti un pretesto per favorire Vettel, ha ceduto il secondo posto al detentore del trono iridato, sembrato in difficoltà di manovra in mezzo al gruppo, una posizione cui non è oggettivamente abituato. Vettel & Company risaliranno la china, non ci sono dubbi.


La monoposto vincente in Australia

Prossimo appuntamento

GP Petronas di Malesia
Kuala Lumpur, Circuito di Sepang

Tipo di circuito: permanente
Lunghezza: km 5,543
Curve: 15
Senso di marcia: orario
Capienza spettatori: 133.000
Prima edizione: 1999
Progettista: Hermann Tilke

 

Schumacher e Mercedes
Fin dai test invernali, sembrava che Brawn avesse qualcosa da nascondere. Così è stato, anche se l'F-Duct passivo sull'ala posteriore non ha ancora dato risultati eclatanti, peraltro difficili da ottenere su un tracciato relativamente lento. Ma a Sepang sarà già un altro discorso (meteo permettendo), un buon test di verifica della bontà della trovata che manda in stallo l'ala posteriore attraverso il comando dell'ala mobile (DRS). Tutto legale, malgrado le proteste di Red Bull e Lotus. Nel primo week-end dell'anno va registrato il mutamento di tono del Re Assoluto della Formula 1, Michael Schumacher, che non si lamenta più e dice chiaramente “ci siamo pure noi”. Non è un fatto di poco conto. Lo confessiamo: l'uscita di pista ci era sembrata un fatto grave, ma apprendere che alla base ci fosse la rottura del cambio fa apparire questo “ragazzo” di 43 anni quello che realmente è: un mito. Rosberg non ha fatto male, seppure in crisi con le gomme posteriori. Ma troveranno il bandolo della matassa, ne siamo convinti.

Lotus
La Lotus ha trovato ben più del bandolo della matassa e, in più, hanno avuto la conferma di aver fatto un affare a ingaggiare Romain Grosjean, vincitore negli ultimi due anni di due campionati di fila - Auto GP e GP2 – anche se i commentatori RAI sembrano conoscerne la carriera solo per sommi capi. Kimi Raikkönen, dopo due anni di giochi (e di danni) con le macchinine da rally, è tornato nel suo habitat. L'errore in qualifica che lo ha estromesso dalla Q2 ci può stare, ma quel che è certo è che ci saranno anche i ragazzi in nero e oro nei piani che contano quest'anno. A tutto vantaggio dello spettacolo.

Williams
La FW34 è nata bene e sarebbe necessario fosse condotta da un pilota riflessivo, piuttosto che da un compulsivo come Maldonado. Senna può fare senza dubbio meglio, ma per ora resta un marchiato: “pilota pagante”. Williams e Renault insieme fanno venire i brividi. Se poi aggiungiamo il cognome Senna (anche se preso a prestito dalla nonna) l'effetto potrebbe essere da favola.

Ferrari: mistero Massa
Le prove invernali hanno delineato uno skyline preciso dello schieramento e l'allarme per la Ferrari era stato già lanciato prima della trasferta australe.Sotto il profilo tecnico, converrà a tutti trovare il modo di dare a Alonso (e Massa) una vettura competitiva, perché presto altre teste potrebbero rotolare su ordine di Montezemolo. Un altro aspetto la Ferrari dovrebbe contribuire a chiarire e, se possibile, risolvere: il "Mistero Massa". Dopo le qualifiche, Massa partiva dal 16° posto, Alonso dal 12°. Entrambi sono stati autori di una partenza straordinaria, il pilota di Oviedo ha guadagnato subito ben quattro posizioni; ancora meglio Massa, che superava ben cinque avversari. Fino all'ottava tornata, Alonso in sesta posizione e Massa in ottava facevano ben sperare. Improvvisamente però dal nono giro le cose sono andate diversamente: Alonso ha mantenuto la posizione e subito dopo l'ha migliorata; Massa ha fatto l'opposto, lamentando scarsa aderenza al retrotreno e una macchina sbilanciata. La "Lap Chart" (visualizzabile sotto) è impietosa. Quali sono i motivi di questo decadimento delle prestazioni?

I critici "senza-se-e-senza-ma" di Massa non hanno dubbi: Massa è cotto, finito, si ritiri. Può darsi, ma un'analisi non procede con sentenze, occorre approfondire e capire le eventuali variabili. Pensiamo che il brasiliano stesso debba aprire una fase nuova e la Ferrari non può esimersi dall'accompagnarlo seriamente in un processo di comprensione. Massa non ha certo disimparato a guidare, ma appare frenato da qualcosa di misterioso.

Possiamo solo formulare ipotesi: A) Massa non ha più fiducia in se stesso e alza il piede per mille motivi (tutti legittimi); B) Massa ha perso la fiducia nei propri tecnici, nei meccanici, si è rotto quel sottile filo di cieco senso di appartenenza a un sistema, base essenziale per una buona performance. In entrambi i casi Massa deve agire.

Se non si fida più di se stesso, ne prenda atto e saluti la compagnia senza timore: meglio un'uscita di scena scelta e deliberata, che un'uscita di scena drammatica. Se, al contrario, Massa ha motivi per ritenere fondata una revoca di fiducia nei propri tecnici, ne parli, affronti il problema, agisca a tutela della propria professionalità, del proprio onore sportivo e perfino del rispetto di se stesso. Noi possiamo solo ipotizzare. La parte più importante la deve fare lui.

Mentre scriviamo questa nota, i meccanici delle squadre sono al lavoro per trasferire tutto il materiale verso Sepang, dove le previsioni meteo danno pioggia per tutto il week-end. Situazioni ottimali per Button e per un altro signore, König Schumacher. Martin Whitmarsh ha avvertito i suoi: prepariamoci a bissare l'Australia. Ce ne sono tutte le condizioni, ma Schumy non lo sottovaluteremmo: a Sepang prepariamoci al ritorno dell'Imperatore.

© Riproduzione riservata

 
 

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Traduzione by Google Traslate
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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