THE HORSEMOON POST ©2012 | Sport | Turismo e territorio, i "Lions" di Gela parte attiva, di Giorgia Turco - 9.05.2012 -

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Industrializzazione in crisi e nuova economia

Turismo e territorio, i "Lions" di Gela parte attiva
Buone intenzioni all’ITIS di Gela, ma poche soluzioni attuabili
di Giorgia Turco

Articolo pubblicato l’11.05.2012 - h 01.55 | Tag: turismo, cultura, Gela, nave greca,

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Lo scorso 5 maggio si è svolto il convegno “La cultura dell’accoglienza. Turismo volano di crescita economica e sociale”, organizzato dal Lions Club Zona 23 e ospitato nell’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Commerciale e Turistico di Gela.

Il tema dell’economia culturale e turistica è un argomento più che mai attuale e i relatori hanno saputo dipanarlo lanciando interessanti spunti di riflessione per il pubblico numeroso ma, purtroppo, con pochi giovani.
Le prime parole sono giunte dal sindaco Angelo Fasulo, che ha sottolineato la volontà dell’amministrazione di spingere la città del Golfo verso una valorizzazione delle risorse storico-culturali, attraverso soprattutto due proposte già note, la formazione di un distretto con le vicine Agrigento e Piazza Armerina; la creazione di un villaggio turistico nella frazione di Manfria.
Al riguardo, recentemente l’assessore locale al turismo, Giuseppe Ventura, si espresso a favore della riqualificazione delle abitazioni private in questa zona balneare, favorendone la trasformazione in Bed and Breaksfast, dando vita in questo modo a un “villaggio turistico” sostenibile e a basso costo di realizzazione.

Come sarebbero reperiti gli ospiti è un quesito a cui forse risponderanno i posteri, dato che il territorio non è attualmente in grado di ricevere flussi turistici, di massa o di nicchia, conseguenza della mancanza di una programmazione seria e a lungo termine.

La stessa constatazione è stata, peraltro, espressa dal sindaco di Gela, Angelo Fasulo, il quale  si è più volte soffermato su due macro-problemi difficili da risolvere per l’amministrazione: l’approccio culturale sbagliato da parte dei gelesi, sordi al rispetto della città, perché abituati a case senza prospetto e inclini all’abuso edilizio perfino a dispregio della costa; l’assenza di sinergia tra più forze, pubbliche e private, quindi di capacità di fare rete.

E’ stata proprio quest’ultima la parola più abusata nell’intervento di Rosalba Panvini, sovrintendente uscente ai beni culturali e ambientali di Caltanissetta,  la quale ha avanzato la proposta di un Museo diffuso per far emergere le peculiarità di ogni comune del circondario.

Meno ottimista Mario Bevacqua, presidente coordinatore del comitato distrettuale “La cultura dell’Accoglienza” per il Lions Club, che invece ha spiegato le difficoltà dei tour operator nel proporre  pacchetti-vacanza in Sicilia, a causa di una regione incapace, in tutti questi anni, di lanciare un brand, un messaggio di sé forte e continuo, finalizzato ad attrarre turisti da tutto il mondo, desiderosi di voler vivere  un’esperienza, piuttosto che fare un classico viaggio.

Sulla tipicità si è soffermato Pasqualino Novak, docente di economia del turismo all’università di Messina, il quale non ha concordato con i precedenti relatori perché convinto che il turismo sia un fenomeno originato dal basso, dagli operatori di settore e non dalle decisioni istituzionali imposte dall’alto. L’applicazione di una forma burocratica, come il distretto, a un territorio è solo un’azione burocratica - secondo Novak - non utile al turismo, per cui serve la cooperazione del territorio stesso, in grado di promuoversi e farsi conoscere per quelle peculiarità che andrebbero mantenute per stimolare nel visitatore la voglia di recarsi in un luogo unico.

Dopo le tante analisi e i buoni propositi per il futuro, alcune proposte risolutive sono giunte da Antonio Cuspilici, docente a contratto presso la facoltà di Scienze Ambientali di Catania e responsabile dell’ufficio regionale per le aree a rischio, il cui intervento, a conclusione del convegno e riguardante proprio la riconversione possibile nelle aree a rischio, è stato fin troppo breve.

Sembrerebbe uno scherzo del destino dato che è di queste settimane la notizia di chiusura temporanea dello stabilimento Eni di Gela e che, mai come adesso, siano urgenti le idee innovative e i progetti di riconversione per un territorio annichilito dal disastro ambientale, sanitario e sociale ma potenzialmente in grado di rialzarsi.
Le parole del docente hanno ancora una volta messo in luce l’unicità di Gela attraverso una carrellata di foto mozzafiato di luoghi naturali, come la Riserva del Biviere, il porto, i brillanti gessi, che di certo potrebbero richiamare turisti interessati a bellezze e fenomeni incontaminati eppure oggi dimenticati anche dagli stessi gelesi.

E’ strano come bastino le riflessioni di studiosi, provenienti da altre città, per risvegliare orgogli e campanili sopiti, è strano che un docente dell’Università di Catania come Cuspilici si metta pubblicamente a disposizione del sindaco per creare un programma di rilancio per Gela e che, invece, non si sia mai preventivamente fornito un piano di riconversione di una città che, per ovvi corsi e ricorsi storici, avrebbe prima o poi dovuto affrontare il declino industriale.

Lascia perplessità la piccola diatriba tra Angelo Fasulo e Rosalba Panvini, riguardante la nave greca ritrovata nel mare di Gela e ancora bloccata a Caltanissetta a causa della perdita di cinque milioni di euro destinati a una struttura museale che avrebbe dovuto ospitarla. Un botta e risposta specchio dell’assenza di cooperazione e dialogo tra le istituzioni ma, soprattutto, della inerzia pubblica, incapace di accendere i riflettori su una delle perdite maggiori della città, quella di un bene archeologico unico che, da solo, potrebbe richiamare l’attenzione di tutto il mondo, non solo dell’ospite del B&B creato in una casa sul mare e simbolo dell’abusivismo selvaggio.

Poche soluzioni e poche risposte quindi per Gela, perlomeno non dopo l’illustre convegno, solo analisi, congetture, frasi di sostegno soprattutto per i giovani, futuro di questo paese, ma – sempre per uno scherzo del destino - messi in panchina, in attesa di poter mettere a frutto professionalità e idee nuove.

Un limbo a cui sembra essere destinata la città dove però i fermenti culturali giovanili non mancano, dove basta un capannello di fronte un teatro - ancora in attesa di essere inaugurato - per far vacillare qualche comoda poltrona, dove basta una settimana di eventi culturali per far capire che i giovani ci sono e vogliono riprendersi ciò che gli è stato tolto.


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