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Lavoratori e imprenditori per una volta concordi: “pi\u00f9 felici e produttivi”. Divieto di uso dei social durante l’orario di lavoro, il governo sperimenta in alcuni settori pubblici la ‘rivoluzione’ che potrebbe avere un alto costo di avvio, ma potrebbe generare un incremento nell’economia in una prospettiva pi\u00f9 ampia<\/span><\/p>\n

Stoccolma – Un esperimento al limite della ‘rivoluzione’ sociale ed economica \u00e8 in corso in Svezia, dove lavoratori e imprenditori per una volta sono concordi nel ritenere che l’adozione dell’orario lavorativo di 6 ore sia pi\u00f9 produttivo e renda felici<\/strong>. Bingo!
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Il ‘Daily Mail<\/em>‘ ha riportato la testimonianza di Linus Feldt<\/strong>, che nella capitale svedese dirige la ‘Filimindus<\/strong>‘, un’azienda specializzata nella creazione di applicazioni web, che gi\u00e0 dallo scorso anno ha introdotto la giornata lavorativa di 6 ore<\/strong>, con alcune limitazioni: divieto di utilizzare i social network <\/strong>durante il lavoro. Un piccolo sacrificio per un grande risultato, si direbbe. <\/span><\/p>\n

Infatti, l’azienda ha registrato un incremento di produttivit\u00e0<\/strong> e, allo stesso tempo, i lavoratori hanno oggi due ore di tempo libero in pi\u00f9<\/strong>. Un miracolo? Non proprio. “La giornata lavorativa di otto ore non \u00e8 cos\u00ec efficace come si potrebbe pensare<\/em>“, ha spiegato Feldt. “La mia impressione \u00e8 che ora \u00e8 pi\u00f9 facile concentrarsi pi\u00f9 intensamente sul lavoro<\/em> – ha aggiunto – si ha la capacit\u00e0 e la resistenza necessaria per farlo e in pi\u00f9 si ha ancora energia quando si esce dall’ufficio<\/strong><\/em>“. <\/span><\/p>\n

Energia, vale la pena di sottolinearlo, che pu\u00f2 essere spesa in altre attivit\u00e0, culturali, ludiche o sportive, che possono generale un volano economico e un circolo virtuoso anche sotto il profilo della salute personale<\/strong>.
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L’esperimento \u00e8 talmente valido che il governo sta cercando di introdurre l’orario di lavoro di 6 ore anche nel settore pubblico, sperimentandolo nel settore infermieristico <\/strong>(ad alto livello di stress). Gli infermieri infatti hanno cominciato a lavorare con un turno ridotto di 2 ore rispetto al tempo ordinario, ma continuando a percepire lo stesso stipendio. <\/strong><\/span><\/p>\n

Esperimento, che va precisato, ha aumentato nell’immediato i costi strutturali, <\/strong>ma che ha anche prodotto subito un risultato positivo: sia i lavoratori<\/strong> che i pazienti sono da un lato pi\u00f9 riposati e dall’altro pi\u00f9 soddisfatti del servizio di cui fruiscono<\/strong>. <\/span><\/p>\n

Su un piano pi\u00f9 generale, l’aumento dei costi sociali<\/strong> per\u00f2 sarebbe accompagnato da maggiore efficienza sul lavoro e l’aumento del consumo di attivit\u00e0 cultura, salutistiche, wellness e turismo<\/strong>, grazie al maggior tempo a disposizione. Con una ricaduta occupazionale ulteriore e un incremento anche per le casse del fisco.
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Del resto, se si lavora con meno stress, si \u00e8 pi\u00f9 felici e se si \u00e8 pi\u00f9 felici si \u00e8 pi\u00f9 inclini a consumare per il proprio benessere e a vivere meglio. Una dimensione del fenomeno su cui anche Feldt concorda. “I lavoratori hanno molte pi\u00f9 energie e soprattutto<\/em> – conclude la sua testimonianza al ‘Daily Mail’ – a fine giornata sono felici di lasciare l’ufficio e felici di tornare il giorno successivo. E se i dipendenti sono felici, l’azienda \u00e8 felice<\/em>“. <\/span><\/p>\n

Potrebbe funzionare anche in Italia?<\/span><\/p>\n

\u00a9 RIPRODUZIONE RISERVATA<\/span><\/p>\n

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