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Il giorno dopo la chiusura dell’Anno Santo Straordinario dedicato alla Misericordia, Papa Bergoglio ha emanato la Lettera Apostolica ‘Misericordia et misera’, interpretata male dal mainstream giornalistico italiano, che ha propagandato una supposta ‘apertura’ del Pontefice verso l’aborto<\/strong>. Niente di pi\u00f9 falso<\/strong>. Il tema \u00e8 trattato al Punto 12: aborto \u00e8 grave peccato<\/strong>, che svanisce grazie alla infinita Misericordia di Dio verso\u00a0chi si pente e vuole riconciliarsi<\/strong><\/span><\/h6>\n

FRANCESCO<\/span><\/b><\/span><\/p>\n

a quanti leggeranno questa Lettera Apostolica<\/span><\/p>\n

misericordia e pace<\/span><\/p>\n

Misericordia et misera<\/i> sono le due parole che sant\u2019Agostino utilizza per raccontare l\u2019incontro tra Ges\u00f9 e l\u2019adultera (cfr Gv<\/i> 8,1-11). Non poteva trovare espressione pi\u00f9 bella e coerente di questa per far comprendere il mistero dell\u2019amore di Dio quando viene incontro al peccatore: \u00abRimasero soltanto loro due: la misera e la misericordia\u00bb.[1]<\/a> Quanta piet\u00e0 e giustizia divina in questo racconto! Il suo insegnamento viene a illuminare la conclusione del Giubileo Straordinario della Misericordia, mentre indica il cammino che siamo chiamati a percorrere nel futuro.<\/span><\/p>\n

1. Questa pagina del Vangelo pu\u00f2 a buon diritto essere assunta come icona di quanto abbiamo celebrato nell\u2019Anno Santo, un tempo ricco di misericordia, la quale chiede di essere ancora celebrata<\/i> e vissuta<\/i> nelle nostre comunit\u00e0. La misericordia, infatti, non pu\u00f2 essere una parentesi nella vita della Chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza, che rende manifesta e tangibile la verit\u00e0 profonda del Vangelo. Tutto si rivela nella misericordia; tutto si risolve nell\u2019amore misericordioso del Padre.<\/span><\/p>\n

Una donna e Ges\u00f9 si sono incontrati. Lei, adultera e, secondo la Legge, giudicata passibile di lapidazione; Lui, che con la sua predicazione e il dono totale di s\u00e9, che lo porter\u00e0 alla croce, ha riportato la legge mosaica al suo genuino intento originario. Al centro non c\u2019\u00e8 la legge e la giustizia legale, ma l\u2019amore di Dio, che sa leggere nel cuore di ogni persona, per comprenderne il desiderio pi\u00f9 nascosto, e che deve avere il primato su tutto. In questo racconto evangelico, tuttavia, non si incontrano il peccato e il giudizio in astratto, ma una peccatrice e il Salvatore. Ges\u00f9 ha guardato negli occhi quella donna e ha letto nel suo cuore: vi ha trovato il desiderio di essere capita, perdonata e liberata. La miseria del peccato \u00e8 stata rivestita dalla misericordia dell\u2019amore. Nessun giudizio da parte di Ges\u00f9 che non fosse segnato dalla piet\u00e0 e dalla compassione per la condizione della peccatrice. A chi voleva giudicarla e condannarla a morte, Ges\u00f9 risponde con un lungo silenzio, che vuole lasciar emergere la voce di Dio nelle coscienze, sia della donna sia dei suoi accusatori. I quali lasciano cadere le pietre dalle mani e se ne vanno ad uno ad uno (cfr Gv<\/i>8,9). E dopo quel silenzio, Ges\u00f9 dice: \u00abDonna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? \u2026 Neanch\u2019io ti condanno; va\u2019 e d\u2019ora in poi non peccare pi\u00f9\u00bb (vv. 10-11). In questo modo la aiuta a guardare al futuro con speranza e ad essere pronta a rimettere in moto la sua vita; d\u2019ora in avanti, se lo vorr\u00e0, potr\u00e0 \u201ccamminare nella carit\u00e0\u201d (cfr Ef<\/i> 5,2). Una volta che si \u00e8 rivestiti della misericordia, anche se permane la condizione di debolezza per il peccato, essa \u00e8 sovrastata dall\u2019amore che permette di guardare oltre e vivere diversamente.<\/span><\/p>\n

2. Ges\u00f9 d\u2019altronde lo aveva insegnato con chiarezza quando, invitato a pranzo da un fariseo, gli si era avvicinata una donna conosciuta da tutti come una peccatrice (cfr Lc<\/i> 7,36-50). Lei aveva cosparso di profumo i piedi di Ges\u00f9, li aveva bagnati con le sue lacrime e asciugati con i suoi capelli (cfr v. 37-38). Alla reazione scandalizzata del fariseo, Ges\u00f9 rispose: \u00abSono perdonati i suoi molti peccati, perch\u00e9 ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco\u00bb (v. 47).<\/span><\/p>\n

Il perdono<\/i> \u00e8 il segno pi\u00f9 visibile dell\u2019amore del Padre, che Ges\u00f9 ha voluto rivelare in tutta la sua vita. Non c\u2019\u00e8 pagina del Vangelo che possa essere sottratta a questo imperativo dell\u2019amore che giunge fino al perdono. Perfino nel momento ultimo della sua esistenza terrena, mentre viene inchiodato sulla croce, Ges\u00f9 ha parole di perdono: \u00abPadre, perdona loro perch\u00e9 non sanno quello che fanno\u00bb (Lc<\/i> 23,34).<\/span><\/p>\n

Niente di quanto un peccatore pentito pone dinanzi alla misericordia di Dio pu\u00f2 rimanere senza l\u2019abbraccio del suo perdono. \u00c8 per questo motivo che nessuno di noi pu\u00f2 porre condizioni alla misericordia; essa rimane sempre un atto di gratuit\u00e0 del Padre celeste, un amore incondizionato e immeritato. Non possiamo, pertanto, correre il rischio di opporci alla piena libert\u00e0 dell\u2019amore con cui Dio entra nella vita di ogni persona.<\/span><\/p>\n

La misericordia \u00e8 questa azione concreta dell\u2019amore che, perdonando, trasforma e cambia la vita. \u00c8 cos\u00ec che si manifesta il suo mistero divino. Dio \u00e8 misericordioso (cfr Es<\/i> 34,6), la sua misericordia dura in eterno (cfr Sal<\/i> 136), di generazione in generazione abbraccia ogni persona che confida in Lui e la trasforma, donandole la sua stessa vita.<\/span><\/p>\n

3. Quanta gioia \u00e8 stata suscitata nel cuore di queste due donne, l\u2019adultera e la peccatrice! Il perdono le ha fatte sentire finalmente libere e felici come mai prima. Le lacrime della vergogna e del dolore si sono trasformate nel sorriso di chi sa di essere amata. La misericordia suscita gioia<\/i>, perch\u00e9 il cuore si apre alla speranza di una vita nuova. La gioia del perdono \u00e8 indicibile, ma traspare in noi ogni volta che ne facciamo esperienza. All\u2019origine di essa c\u2019\u00e8 l\u2019amore con cui Dio ci viene incontro, spezzando il cerchio di egoismo che ci avvolge, per renderci a nostra volta strumenti di misericordia.<\/span><\/p>\n

Come sono significative anche per noi le parole antiche che guidavano i primi cristiani: \u00abRivestiti di gioia che \u00e8 sempre gradita a Dio e gli \u00e8 accetta. In essa si diletta. Ogni uomo gioioso opera bene, pensa bene e disprezza la tristezza […] Vivranno in Dio quanti allontanano la tristezza e si rivestono di ogni gioia\u00bb.[2]<\/a> Fare esperienza della misericordia dona gioia. Non lasciamocela portar via dalle varie afflizioni e preoccupazioni. Possa rimanere ben radicata nel nostro cuore e farci guardare sempre con serenit\u00e0 alla vita quotidiana.<\/span><\/p>\n

In una cultura spesso dominata dalla tecnica, sembrano moltiplicarsi le forme di tristezza e solitudine in cui cadono le persone, e anche tanti giovani. Il futuro infatti sembra essere ostaggio dell\u2019incertezza che non consente di avere stabilit\u00e0. \u00c8 cos\u00ec che sorgono spesso sentimenti di malinconia, tristezza e noia, che lentamente possono portare alla disperazione. C\u2019\u00e8 bisogno di testimoni di speranza e di gioia vera, per scacciare le chimere che promettono una facile felicit\u00e0 con paradisi artificiali. Il vuoto profondo di tanti pu\u00f2 essere riempito dalla speranza che portiamo nel cuore e dalla gioia che ne deriva. C\u2019\u00e8 tanto bisogno di riconoscere la gioia che si rivela nel cuore toccato dalla misericordia. Facciamo tesoro, pertanto, delle parole dell\u2019Apostolo: \u00abSiate sempre lieti nel Signore\u00bb (Fil<\/i> 4,4; cfr 1 Ts<\/i> 5,16).<\/span><\/p>\n

4. Abbiamo celebrato un Anno intenso, durante il quale ci \u00e8 stata donata con abbondanza la grazia della misericordia. Come un vento impetuoso e salutare, la bont\u00e0 e la misericordia del Signore si sono riversate sul mondo intero. E davanti a questo sguardo amoroso di Dio che in maniera cos\u00ec prolungata si \u00e8 rivolto su ognuno di noi, non si pu\u00f2 rimanere indifferenti, perch\u00e9 esso cambia la vita.<\/span><\/p>\n

Sentiamo il bisogno, anzitutto, di ringraziare il Signore e dirgli: \u00abSei stato buono, Signore, con la tua terra [\u2026]. Hai perdonato la colpa del tuo popolo\u00bb (Sal<\/i> 85,2-3). \u00c8 proprio cos\u00ec: Dio ha calpestato le nostre colpe e gettato in fondo al mare i nostri peccati (cfr Mi<\/i> 7,19); non li ricorda pi\u00f9, se li \u00e8 buttati alle spalle (cfr Is<\/i> 38,17); come \u00e8 distante l\u2019oriente dall\u2019occidente cos\u00ec i nostri peccati sono distanti da lui (cfr Sal<\/i> 103,12).<\/span><\/p>\n

In questo Anno Santo la Chiesa ha saputo mettersi in ascolto e ha sperimentato con grande intensit\u00e0 la presenza e vicinanza del Padre, che con l\u2019opera dello Spirito Santo le ha reso pi\u00f9 evidente il dono e il mandato di Ges\u00f9 Cristo riguardo al perdono. \u00c8 stata realmente una nuova visita del Signore in mezzo a noi. Abbiamo percepito il suo soffio vitale riversarsi sulla Chiesa e, ancora una volta, le sue parole hanno indicato la missione: \u00abRicevete lo Spirito Santo: a coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati\u00bb (Gv<\/i> 20,22-23).<\/span><\/p>\n

5. Adesso, concluso questo Giubileo, \u00e8 tempo di guardare avanti e di comprendere come continuare con fedelt\u00e0, gioia ed entusiasmo a sperimentare la ricchezza della misericordia divina. Le nostre comunit\u00e0 potranno rimanere vive e dinamiche nell\u2019opera di nuova evangelizzazione nella misura in cui la \u201cconversione pastorale\u201d che siamo chiamati a vivere[3]<\/a> sar\u00e0 plasmata quotidianamente dalla forza rinnovatrice della misericordia. Non limitiamo la sua azione; non rattristiamo lo Spirito che indica sempre nuovi sentieri da percorrere per portare a tutti il Vangelo che salva.<\/span><\/p>\n

In primo luogo siamo chiamati a celebrare<\/i> la misericordia. Quanta ricchezza \u00e8 presente nella preghiera della Chiesa quando invoca Dio come Padre misericordioso! Nella liturgia, la misericordia non solo viene ripetutamente evocata, ma realmente ricevuta e vissuta. Dall\u2019inizio alla fine della celebrazione eucaristica<\/i>, la misericordia ritorna pi\u00f9 volte nel dialogo tra l\u2019assemblea orante e il cuore del Padre, che gioisce quando pu\u00f2 effondere il suo amore misericordioso. Dopo la richiesta di perdono iniziale con l\u2019invocazione \u00abSignore piet\u00e0\u00bb, veniamo subito rassicurati: \u00abDio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna\u00bb. \u00c8 con questa fiducia che la comunit\u00e0 si raduna alla presenza del Signore, particolarmente nel giorno santo della risurrezione. Molte orazioni \u201ccollette\u201d intendono richiamare il grande dono della misericordia. Nel periodo della Quaresima, ad esempio, preghiamo dicendo: \u00abDio misericordioso, fonte di ogni bene, tu ci hai proposto a rimedio del peccato il digiuno la preghiera e le opere di carit\u00e0 fraterna; guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria e poich\u00e9 ci opprime il peso delle nostre colpe, ci sollevi la tua misericordia\u00bb.[4]<\/a> Siamo poi immersi nella grande preghiera eucaristica con il prefazio che proclama: \u00abNella tua misericordia hai tanto amato gli uomini da mandare il tuo Figlio come Redentore a condividere in tutto, fuorch\u00e9 nel peccato, la nostra condizione umana\u00bb.[5]<\/a> La quarta preghiera eucaristica, inoltre, \u00e8 un inno alla misericordia di Dio: \u00abNella tua misericordia a tutti sei venuto incontro, perch\u00e9 coloro che ti cercano ti possano trovare\u00bb. \u00abDi noi tutti abbi misericordia\u00bb,[6]<\/a> \u00e8 la richiesta impellente che il sacerdote compie nella preghiera eucaristica per implorare la partecipazione alla vita eterna. Dopo il Padre Nostro, il sacerdote prolunga la preghiera invocando la pace e la liberazione dal peccato grazie all\u2019\u00abaiuto della tua misericordia\u00bb. E prima del segno di pace, scambiato come espressione di fratellanza e di amore reciproco alla luce del perdono ricevuto, egli prega di nuovo: \u00abNon guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa\u00bb.[7]<\/a> Mediante queste parole, con umile fiducia chiediamo il dono dell\u2019unit\u00e0 e della pace per la santa Madre Chiesa. La celebrazione della misericordia divina culmina nel Sacrificio eucaristico, memoriale del mistero pasquale di Cristo, da cui scaturisce la salvezza per ogni essere umano, per la storia e per il mondo intero. Insomma, ogni momento della celebrazione eucaristica fa riferimento alla misericordia di Dio.<\/span><\/p>\n

In tutta la vita sacramentale la misericordia ci viene donata in abbondanza. Non \u00e8 affatto senza significato che la Chiesa abbia voluto fare esplicitamente il richiamo alla misericordia nella formula dei due sacramenti chiamati \u201cdi guarigione\u201d, cio\u00e8 la Riconciliazione<\/i> e l\u2019Unzione dei malati<\/i>. La formula di assoluzione dice: \u00abDio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a s\u00e9 il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio, e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace\u00bb[8]<\/a> e quella dell\u2019Unzione recita: \u00abPer questa santa Unzione e la sua piissima misericordia ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo\u00bb.[9]<\/a> Dunque, nella preghiera della Chiesa il riferimento alla misericordia, lungi dall\u2019essere solamente parenetico, \u00e8 altamente performativo<\/i>, vale a dire che mentre la invochiamo con fede, ci viene concessa; mentre la confessiamo viva e reale, realmente ci trasforma. \u00c8 questo un contenuto fondamentale della nostra fede, che dobbiamo conservare in tutta la sua originalit\u00e0: prima di quella del peccato, abbiamo la rivelazione dell\u2019amore con cui Dio ha creato il mondo e gli esseri umani. L\u2019amore \u00e8 il primo atto con il quale Dio si fa conoscere e ci viene incontro. Teniamo, pertanto, aperto il cuore alla fiducia di essere amati da Dio. Il suo amore ci precede sempre, ci accompagna e rimane accanto a noi nonostante il nostro peccato.<\/span><\/p>\n

6. In tale contesto, assume un significato particolare anche l\u2019ascolto della Parola di Dio<\/i>. Ogni domenica, la Parola di Dio viene proclamata nella comunit\u00e0 cristiana perch\u00e9 il giorno del Signore sia illuminato dalla luce che promana dal mistero pasquale.[10]<\/a>Nella celebrazione eucaristica sembra di assistere a un vero dialogo tra Dio e il suo popolo. Nella proclamazione delle Letture bibliche, infatti, si ripercorre la storia della nostra salvezza attraverso l\u2019incessante opera di misericordia che viene annunciata. Dio parla ancora oggi con noi come ad amici, si \u201cintrattiene\u201d con noi[11]<\/a> per donarci la sua compagnia e mostrarci il sentiero della vita. La sua Parola si fa interprete delle nostre richieste e preoccupazioni e risposta feconda perch\u00e9 possiamo sperimentare concretamente la sua vicinanza. Quanta importanza acquista l\u2019omelia<\/i>, dove \u00abla verit\u00e0 si accompagna alla bellezza e al bene\u00bb,[12]<\/a>per far vibrare il cuore dei credenti dinanzi alla grandezza della misericordia! Raccomando molto la preparazione dell\u2019omelia e la cura della predicazione. Essa sar\u00e0 tanto pi\u00f9 fruttuosa, quanto pi\u00f9 il sacerdote avr\u00e0 sperimentato su di s\u00e9 la bont\u00e0 misericordiosa del Signore. Comunicare la certezza che Dio ci ama non \u00e8 un esercizio retorico, ma condizione di credibilit\u00e0 del proprio sacerdozio. Vivere, quindi, la misericordia \u00e8 la via maestra per farla diventare un vero annuncio di consolazione e di conversione nella vita pastorale. L\u2019omelia, come pure la catechesi, hanno bisogno di essere sempre sostenute da questo cuore pulsante della vita cristiana.<\/span><\/p>\n

7. La Bibbia<\/i> \u00e8 il grande racconto che narra le meraviglie della misericordia di Dio. Ogni pagina \u00e8 intrisa dell\u2019amore del Padre che fin dalla creazione ha voluto imprimere nell\u2019universo i segni del suo amore. Lo Spirito Santo, attraverso le parole dei profeti e gli scritti sapienziali, ha plasmato la storia di Israele nel riconoscimento della tenerezza e della vicinanza di Dio, nonostante l\u2019infedelt\u00e0 del popolo. La vita di Ges\u00f9 e la sua predicazione segnano in modo determinante la storia della comunit\u00e0 cristiana, che ha compreso la propria missione sulla base del mandato di Cristo di essere strumento permanente della sua misericordia e del suo perdono (cfr Gv<\/i>20,23). Attraverso la Sacra Scrittura, mantenuta viva dalla fede della Chiesa, il Signore continua a parlare alla sua Sposa e le indica i sentieri da percorrere, perch\u00e9 il Vangelo della salvezza giunga a tutti. \u00c8 mio vivo desiderio che la Parola di Dio sia sempre pi\u00f9 celebrata, conosciuta e diffusa, perch\u00e9 attraverso di essa si possa comprendere meglio il mistero di amore che promana da quella sorgente di misericordia. Lo ricorda chiaramente l\u2019Apostolo: \u00abTutta la Scrittura, ispirata da Dio, \u00e8 anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia\u00bb (2 Tm <\/i>3,16).<\/span><\/p>\n

Sarebbe opportuno che ogni comunit\u00e0, in una domenica dell\u2019Anno liturgico, potesse rinnovare l\u2019impegno per la diffusione, la conoscenza e l\u2019approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l\u2019inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo. Non mancher\u00e0 la creativit\u00e0 per arricchire questo momento con iniziative che stimolino i credenti ad essere strumenti vivi di trasmissione della Parola. Certamente, tra queste iniziative vi \u00e8 la diffusione pi\u00f9 ampia della lectio divina<\/i>, affinch\u00e9, attraverso la lettura orante del testo sacro, la vita spirituale trovi sostegno e crescita. La lectio divina<\/i> sui temi della misericordia permetter\u00e0 di toccare con mano quanta fecondit\u00e0 viene dal testo sacro, letto alla luce dell\u2019intera tradizione spirituale della Chiesa, che sfocia necessariamente in gesti e opere concrete di carit\u00e0.[13]<\/a><\/span><\/p>\n

8. La celebrazione della misericordia avviene in modo del tutto particolare con il Sacramento della Riconciliazione<\/i>. \u00c8 questo il momento in cui sentiamo l\u2019abbraccio del Padre che viene incontro per restituirci la grazia di essere di nuovo suoi figli. Noi siamo peccatori e portiamo con noi il peso della contraddizione tra ci\u00f2 che vorremmo fare e quanto invece concretamente facciamo (cfr Rm<\/i> 7,14-21); la grazia, tuttavia, ci precede sempre, e assume il volto della misericordia che si rende efficace nella riconciliazione e nel perdono. Dio fa comprendere il suo immenso amore proprio davanti al nostro essere peccatori. La grazia \u00e8 pi\u00f9 forte, e supera ogni possibile resistenza, perch\u00e9 l\u2019amore tutto vince (cfr 1 Cor<\/i> 13,7).<\/span><\/p>\n

Nel Sacramento del Perdono Dio mostra la via della conversione a Lui, e invita a sperimentare di nuovo la sua vicinanza. \u00c8 un perdono che pu\u00f2 essere ottenuto iniziando, anzitutto, a vivere la carit\u00e0<\/i>. Lo ricorda anche l\u2019apostolo Pietro quando scrive che \u00abL\u2019amore copre una moltitudine di peccati\u00bb (1 Pt<\/i> 4,8). Solo Dio perdona i peccati, ma chiede anche a noi di essere pronti al perdono verso gli altri, cos\u00ec come Lui perdona i nostri: \u00abRimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori\u00bb (Mt<\/i> 6,12). Quanta tristezza quando rimaniamo chiusi in noi stessi e incapaci di perdonare! Prendono il sopravvento il rancore, la rabbia, la vendetta, rendendo la vita infelice e vanificando l\u2019impegno gioioso per la misericordia.<\/span><\/p>\n

9. Un\u2019esperienza di grazia che la Chiesa ha vissuto con tanta efficacia nell\u2019Anno giubilare \u00e8 stato certamente il servizio dei Missionari della Misericordia<\/i>. La loro azione pastorale ha voluto rendere evidente che Dio non pone alcun confine per quanti lo cercano con cuore pentito, perch\u00e9 a tutti va incontro come un Padre. Ho ricevuto tante testimonianze di gioia per il rinnovato incontro con il Signore nel Sacramento della Confessione. Non perdiamo l\u2019opportunit\u00e0 di vivere la fede anche come esperienza di riconciliazione. \u00abLasciatevi riconciliare con Dio\u00bb (2 Cor<\/i> 5,20) \u00e8 l\u2019invito che ancora ai nostri giorni l\u2019Apostolo rivolge per far scoprire ad ogni credente la potenza dell\u2019amore che rende una \u00abcreatura nuova\u00bb (2 Cor<\/i> 5,17).<\/span><\/p>\n

Esprimo la mia gratitudine ad ogni Missionario della Misericordia per questo prezioso servizio offerto per rendere efficace la grazia del perdono. Questo ministero straordinario, tuttavia, non si conclude con la chiusura della Porta Santa. Desidero, infatti, che permanga ancora, fino a nuova disposizione, come segno concreto che la grazia del Giubileo continua ad essere, nelle varie parti del mondo, viva ed efficace. Sar\u00e0 cura del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione<\/a> seguire in questo periodo i Missionari della Misericordia, come espressione diretta della mia sollecitudine e vicinanza e trovare le forme pi\u00f9 coerenti per l\u2019esercizio di questo prezioso ministero.<\/span><\/p>\n

10. Ai sacerdoti rinnovo l\u2019invito a prepararsi con grande cura al ministero della Confessione, che \u00e8 una vera missione sacerdotale. Vi ringrazio sentitamente per il vostro servizio e vi chiedo di essere accoglienti<\/i> con tutti; testimoni<\/i> della tenerezza paterna nonostante la gravit\u00e0 del peccato; solleciti <\/i>nell\u2019aiutare a riflettere sul male commesso; chiari<\/i> nel presentare i principi morali; disponibili<\/i> ad accompagnare i fedeli nel percorso penitenziale, mantenendo il loro passo con pazienza; lungimiranti<\/i> nel discernimento di ogni singolo caso; generosi<\/i> nel dispensare il perdono di Dio. Come Ges\u00f9 davanti alla donna adultera scelse di rimanere in silenzio per salvarla dalla condanna a morte, cos\u00ec anche il sacerdote nel confessionale sia magnanimo di cuore, sapendo che ogni penitente lo richiama alla sua stessa condizione personale: peccatore, ma ministro di misericordia.<\/span><\/p>\n

11. Vorrei che tutti noi meditassimo le parole dell\u2019Apostolo, scritte verso la fine della sua vita, quando a Timoteo confessa di essere stato il primo dei peccatori, \u00abma appunto per questo ho ottenuto misericordia\u00bb (1 Tm<\/i> 1,16). Le sue parole hanno una forza prorompente per provocare anche noi a riflettere sulla nostra esistenza e per vedere all\u2019opera la misericordia di Dio nel cambiare, convertire e trasformare il nostro cuore: \u00abRendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Ges\u00f9 Signore nostro, perch\u00e9 mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi \u00e8 stata usata misericordia\u00bb (1 Tm<\/i> 1,12-13).<\/span><\/p>\n

Ricordiamo con sempre rinnovata passione pastorale, pertanto, le parole dell\u2019Apostolo: \u00abDio ci ha riconciliati con s\u00e9 mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione\u00bb (2 Cor<\/i> 5,18). Noi per primi siamo stati perdonati in vista di questo ministero; resi testimoni in prima persona dell\u2019universalit\u00e0 del perdono. Non c\u2019\u00e8 legge n\u00e9 precetto che possa impedire a Dio di riabbracciare il figlio che torna da Lui riconoscendo di avere sbagliato, ma deciso a ricominciare da capo. Fermarsi soltanto alla legge equivale a vanificare la fede e la misericordia divina. C\u2019\u00e8 un valore propedeutico nella legge (cfr Gal<\/i> 3,24) che ha come fine la carit\u00e0 (cfr 1 Tm<\/i>1,5). Tuttavia, il cristiano \u00e8 chiamato a vivere la novit\u00e0 del Vangelo, \u00abla legge dello Spirito, che d\u00e0 vita in Cristo Ges\u00f9\u00bb (Rm<\/i> 8,2). Anche nei casi pi\u00f9 complessi, dove si \u00e8 tentati di far prevalere una giustizia che deriva solo dalle norme, si deve credere nella forza che scaturisce dalla grazia divina.<\/span><\/p>\n

Noi confessori abbiamo esperienza di tante conversioni che si manifestano sotto i nostri occhi. Sentiamo, quindi, la responsabilit\u00e0 di gesti e parole che possano giungere nel profondo del cuore del penitente, perch\u00e9 scopra la vicinanza e la tenerezza della Padre che perdona. Non vanifichiamo questi momenti con comportamenti che possano contraddire l\u2019esperienza della misericordia che viene ricercata. Aiutiamo, piuttosto, a illuminare lo spazio della coscienza personale con l\u2019amore infinito di Dio (cfr 1 Gv<\/i> 3,20).<\/span><\/p>\n

Il Sacramento della Riconciliazione ha bisogno di ritrovare il suo posto centrale nella vita cristiana; per questo richiede sacerdoti che mettano la loro vita a servizio del \u00abministero della riconciliazione\u00bb (2 Cor<\/i> 5,18) in modo tale che, mentre a nessuno sinceramente pentito \u00e8 impedito di accedere all\u2019amore del Padre che attende il suo ritorno, a tutti \u00e8 offerta la possibilit\u00e0 di sperimentare la forza liberatrice del perdono.<\/span><\/p>\n

Un\u2019occasione propizia pu\u00f2 essere la celebrazione dell\u2019iniziativa 24 ore per il Signore<\/i> in prossimit\u00e0 della IV domenica di Quaresima, che gi\u00e0 trova molto consenso nelle Diocesi e che rimane un richiamo pastorale forte per vivere intensamente il Sacramento della Confessione.<\/span><\/p>\n

12. In forza di questa esigenza, perch\u00e9 nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio, concedo d\u2019ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facolt\u00e0 di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto. Quanto avevo concesso limitatamente al periodo giubilare[14]<\/a> viene ora esteso nel tempo, nonostante qualsiasi cosa in contrario. Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l\u2019aborto \u00e8 un grave peccato, perch\u00e9 pone fine a una vita innocente. Con altrettanta forza, tuttavia, posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre. Ogni sacerdote, pertanto, si faccia guida, sostegno e conforto nell\u2019accompagnare i penitenti in questo cammino di speciale riconciliazione.<\/span><\/p>\n

Nell\u2019Anno del Giubileo avevo concesso ai fedeli che per diversi motivi frequentano le chiese officiate dai sacerdoti della Fraternit\u00e0 San Pio X di ricevere validamente e lecitamente l\u2019assoluzione sacramentale dei loro peccati.[15]<\/a> Per il bene pastorale di questi fedeli, e confidando nella buona volont\u00e0 dei loro sacerdoti perch\u00e9 si possa recuperare, con l\u2019aiuto di Dio, la piena comunione nella Chiesa Cattolica, stabilisco per mia propria decisione di estendere questa facolt\u00e0 oltre il periodo giubilare, fino a nuove disposizioni in proposito, perch\u00e9 a nessuno venga mai a mancare il segno sacramentale della riconciliazione attraverso il perdono della Chiesa.<\/span><\/p>\n

13. La misericordia possiede anche il volto della consolazione<\/i>. \u00abConsolate, consolate il mio popolo\u00bb (Is<\/i> 40,1) sono le parole accorate che il profeta fa sentire ancora oggi, perch\u00e9 possa giungere a quanti sono nella sofferenza e nel dolore una parola di speranza. Non lasciamoci mai rubare la speranza che proviene dalla fede nel Signore risorto. \u00c8 vero, spesso siamo messi a dura prova, ma non deve mai venire meno la certezza che il Signore ci ama. La sua misericordia si esprime anche nella vicinanza, nell\u2019affetto e nel sostegno che tanti fratelli e sorelle possono offrire quando sopraggiungono i giorni della tristezza e dell\u2019afflizione. Asciugare le lacrime \u00e8 un\u2019azione concreta che spezza il cerchio di solitudine in cui spesso veniamo rinchiusi.<\/span><\/p>\n

Tutti abbiamo bisogno di consolazione perch\u00e9 nessuno \u00e8 immune dalla sofferenza, dal dolore e dall\u2019incomprensione. Quanto dolore pu\u00f2 provocare una parola astiosa, frutto dell\u2019invidia, della gelosia e della rabbia! Quanta sofferenza provoca l\u2019esperienza del tradimento, della violenza e dell\u2019abbandono; quanta amarezza dinanzi alla morte delle persone care! Eppure, mai Dio \u00e8 lontano quando si vivono questi drammi. Una parola che rincuora, un abbraccio che ti fa sentire compreso, una carezza che fa percepire l\u2019amore, una preghiera che permette di essere pi\u00f9 forte… sono tutte espressioni della vicinanza di Dio attraverso la consolazione offerta dai fratelli.<\/span><\/p>\n

A volte, anche il silenzio<\/i> potr\u00e0 essere di grande aiuto; perch\u00e9 a volte non ci sono parole per dare risposta agli interrogativi di chi soffre. Alla mancanza della parola, tuttavia, pu\u00f2 supplire la compassione di chi \u00e8 presente, vicino, ama e tende la mano. Non \u00e8 vero che il silenzio sia un atto di resa, al contrario, \u00e8 un momento di forza e di amore. Anche il silenzio appartiene al nostro linguaggio di consolazione perch\u00e9 si trasforma in un\u2019opera concreta di condivisione e partecipazione alla sofferenza del fratello.<\/span><\/p>\n

14. In un momento particolare come il nostro, che tra tante crisi vede anche quella della famiglia, \u00e8 importante che giunga una parola di forza consolatrice alle nostre famiglie. Il dono del matrimonio \u00e8 una grande vocazione a cui, con la grazia di Cristo, corrispondere nell\u2019amore generoso, fedele e paziente. La bellezza della famiglia permane immutata, nonostante tante oscurit\u00e0 e proposte alternative: \u00abLa gioia dell\u2019amore che si vive nelle famiglie \u00e8 anche il giubilo della Chiesa\u00bb.[16]<\/a> Il sentiero della vita che porta un uomo e una donna a incontrarsi, amarsi, e davanti a Dio a promettersi fedelt\u00e0 per sempre, \u00e8 spesso interrotto da sofferenza, tradimento e solitudine. La gioia per il dono dei figli non \u00e8 immune dalle preoccupazioni dei genitori riguardo alla loro crescita e formazione, riguardo a un futuro degno di essere vissuto intensamente.<\/span><\/p>\n

La grazia del Sacramento del Matrimonio non solo fortifica la famiglia perch\u00e9 sia luogo privilegiato in cui vivere la misericordia, ma impegna la comunit\u00e0 cristiana, e tutta l\u2019azione pastorale, a far emergere il grande valore propositivo della famiglia. Questo Anno giubilare, comunque, non pu\u00f2 far perdere di vista la complessit\u00e0 dell\u2019attuale realt\u00e0 familiare. L\u2019esperienza della misericordia ci rende capaci di guardare a tutte le difficolt\u00e0 umane con l\u2019atteggiamento dell\u2019amore di Dio, che non si stanca di accogliere e di accompagnare.[17]<\/a><\/span><\/p>\n

Non possiamo dimenticare che ognuno porta con s\u00e9 la ricchezza e il peso della propria storia, che lo contraddistingue da ogni altra persona. La nostra vita, con le sue gioie e i suoi dolori, \u00e8 qualcosa di unico e irripetibile, che scorre sotto lo sguardo misericordioso di Dio. Ci\u00f2 richiede, soprattutto da parte del sacerdote, un discernimento spirituale attento, profondo e lungimirante perch\u00e9 chiunque, nessuno escluso, qualunque situazione viva, possa sentirsi concretamente accolto da Dio, partecipare attivamente alla vita della comunit\u00e0 ed essere inserito in quel Popolo di Dio che, instancabilmente, cammina verso la pienezza del regno di Dio, regno di giustizia, di amore, di perdono e di misericordia.<\/span><\/p>\n

15. Particolare rilevanza riveste il momento della<\/i> morte<\/i>. La Chiesa ha sempre vissuto questo passaggio drammatico alla luce della risurrezione di Ges\u00f9 Cristo, che ha aperto la strada per la certezza della vita futura. Abbiamo una grande sfida da accogliere, soprattutto nella cultura contemporanea che spesso tende a banalizzare la morte fino a farla diventare una semplice finzione, o a nasconderla. La morte invece va affrontata e preparata come passaggio doloroso e ineludibile ma carico di senso: quello dell\u2019estremo atto di amore verso le persone che ci lasciano e verso Dio a cui si va incontro. In tutte le religioni il momento della morte, come quello della nascita, \u00e8 accompagnato da una presenza religiosa. Noi viviamo l\u2019esperienza delle esequie<\/i> come preghiera carica di speranza per l\u2019anima del defunto e per dare consolazione a quanti soffrono il distacco dalla persona amata.<\/span><\/p>\n

Sono convinto che abbiamo bisogno, nell\u2019azione pastorale animata da fede viva, di far toccare con mano quanto i segni liturgici e le nostre preghiere siano espressione della misericordia del Signore. \u00c8 Lui stesso che offre parole di speranza, perch\u00e9 niente e nessuno potranno mai separare dal suo amore (cfr Rm<\/i> 8,35). La condivisione di questo momento da parte del sacerdote \u00e8 un accompagnamento importante, perch\u00e9 permette di vivere la vicinanza alla comunit\u00e0 cristiana nel momento di debolezza, solitudine, incertezza e pianto.<\/span><\/p>\n

16. Termina il Giubileo e si chiude la Porta Santa. Ma la porta della misericordia del nostro cuore rimane sempre spalancata. Abbiamo imparato che Dio si china su di noi (cfr Os<\/i> 11,4) perch\u00e9 anche noi possiamo imitarlo nel chinarci sui fratelli. La nostalgia di tanti di ritornare alla casa del Padre, che attende la loro venuta, \u00e8 suscitata anche da testimoni sinceri e generosi della tenerezza divina. La Porta Santa che abbiamo attraversato in questo Anno giubilare ci ha immesso nella via della carit\u00e0<\/i> che siamo chiamati a percorrere ogni giorno con fedelt\u00e0 e gioia. \u00c8 la strada della misericordia che permette di incontrare tanti fratelli e sorelle che tendono la mano perch\u00e9 qualcuno la possa afferrare per camminare insieme.<\/span><\/p>\n

Voler essere vicini a Cristo esige di farsi prossimo verso i fratelli, perch\u00e9 niente \u00e8 pi\u00f9 gradito al Padre se non un segno concreto di misericordia. Per sua stessa natura, la misericordia si rende visibile e tangibile in un\u2019azione concreta e dinamica. Una volta che la si \u00e8 sperimentata nella sua verit\u00e0, non si torna pi\u00f9 indietro: cresce continuamente e trasforma la vita. \u00c8 un\u2019autentica nuova creazione che realizza un cuore nuovo, capace di amare in modo pieno, e purifica gli occhi perch\u00e9 riconoscano le necessit\u00e0 pi\u00f9 nascoste. Come sono vere le parole con cui la Chiesa prega nella Veglia Pasquale, dopo la lettura del racconto della creazione: \u00abO Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine e in modo pi\u00f9 mirabile ci hai rinnovati e redenti\u00bb.[18]<\/a><\/span><\/p>\n

La misericordia rinnova<\/i> e redime<\/i>, perch\u00e9 \u00e8 l\u2019incontro di due cuori: quello di Dio che viene incontro a quello dell\u2019uomo. Questo si riscalda e il primo lo risana: il cuore di pietra viene trasformato in cuore di carne (cfr Ez<\/i> 36,26), capace di amare nonostante il suo peccato. Qui si percepisce di essere davvero una \u201cnuova creatura\u201d (cfr Gal<\/i> 6,15): sono amato, dunque esisto; sono perdonato, quindi rinasco a vita nuova; sono stato \u201cmisericordiato\u201d, quindi divento strumento di misericordia.<\/span><\/p>\n

17. Durante l\u2019Anno Santo, specialmente nei \u201cvenerd\u00ec della misericordia<\/i>\u201d, ho potuto toccare con mano quanto bene \u00e8 presente nel mondo. Spesso non \u00e8 conosciuto perch\u00e9 si realizza quotidianamente in maniera discreta e silenziosa. Anche se non fanno notizia, esistono tuttavia tanti segni concreti di bont\u00e0 e di tenerezza rivolti ai pi\u00f9 piccoli e indifesi, ai pi\u00f9 soli e abbandonati. Esistono davvero dei protagonisti della carit\u00e0 che non fanno mancare la solidariet\u00e0 ai pi\u00f9 poveri e infelici. Ringraziamo il Signore per questi doni preziosi che invitano a scoprire la gioia del farsi prossimo davanti alla debolezza dell\u2019umanit\u00e0 ferita. Con gratitudine penso ai tanti volontari che ogni giorno dedicano il loro tempo a manifestare la presenza e vicinanza di Dio con la loro dedizione. Il loro servizio \u00e8 una genuina opera di misericordia, che aiuta tante persone ad avvicinarsi alla Chiesa.<\/span><\/p>\n

18. \u00c8 il momento di dare spazio alla fantasia della misericordia per dare vita a tante nuove opere, frutto della grazia. La Chiesa ha bisogno di raccontare oggi quei \u00abmolti altri segni\u00bb che Ges\u00f9 ha compiuto e che \u00abnon sono stati scritti\u00bb (Gv<\/i> 20,30), affinch\u00e9 siano espressione eloquente della fecondit\u00e0 dell\u2019amore di Cristo e della comunit\u00e0 che vive di Lui. Sono passati pi\u00f9 di duemila anni, eppure le opere di misericordia continuano a rendere visibile la bont\u00e0 di Dio.<\/span><\/p>\n

Ancora oggi intere popolazioni soffrono la fame e la sete, e quanta preoccupazione suscitano le immagini di bambini che nulla hanno per cibarsi. Masse di persone continuano a migrare da un Paese all\u2019altro in cerca di cibo, lavoro, casa e pace. La malattia, nelle sue varie forme, \u00e8 un motivo permanente di sofferenza che richiede aiuto, consolazione e sostegno. Le carceri sono luoghi in cui spesso, alla pena restrittiva, si aggiungono disagi a volte gravi, dovuti a condizioni di vita disumane. L\u2019analfabetismo \u00e8 ancora molto diffuso e impedisce ai bambini e alle bambine di formarsi e li espone a nuove forme di schiavit\u00f9. La cultura dell\u2019individualismo esasperato, soprattutto in occidente, porta a smarrire il senso di solidariet\u00e0 e di responsabilit\u00e0 verso gli altri. Dio stesso rimane oggi uno sconosciuto per molti; ci\u00f2 rappresenta la pi\u00f9 grande povert\u00e0 e il maggior ostacolo al riconoscimento della dignit\u00e0 inviolabile della vita umana.<\/span><\/p>\n

Insomma, le opere di misericordia corporale e spirituale costituiscono fino ai nostri giorni la verifica della grande e positiva incidenza della misericordia come valore sociale<\/i>. Essa infatti spinge a rimboccarsi le maniche per restituire dignit\u00e0 a milioni di persone che sono nostri fratelli e sorelle, chiamati con noi a costruire una \u00abcitt\u00e0 affidabile\u00bb.[19]<\/a><\/span><\/p>\n

19. Tanti segni concreti di misericordia sono stati realizzati durante questo Anno Santo. Comunit\u00e0, famiglie e singoli credenti hanno riscoperto la gioia della condivisione e la bellezza della solidariet\u00e0. Eppure non basta. Il mondo continua a generare nuove forme di povert\u00e0 spirituale e materiale che attentano alla dignit\u00e0 delle persone. \u00c8 per questo che la Chiesa dev\u2019essere sempre vigile e pronta per individuare nuove opere di misericordia e attuarle con generosit\u00e0 ed entusiasmo.<\/span><\/p>\n

Poniamo, dunque, ogni sforzo per dare forme concrete alla carit\u00e0 e al tempo stesso intelligenza alle opere di misericordia. Quest\u2019ultima possiede un\u2019azione inclusiva, per questo tende ad allargarsi a macchia d\u2019olio e non conosce limiti. E in questo senso siamo chiamati a dare volto nuovo alle opere di misericordia che conosciamo da sempre. La misericordia, infatti, eccede; va sempre oltre, \u00e8 feconda. \u00c8 come il lievito che fa fermentare la pasta (cfr Mt<\/i> 13,33) e come un granello di senape che diventa un albero (cfr Lc<\/i> 13,19).<\/span><\/p>\n

Pensiamo solo, a titolo esemplificativo, all\u2019opera di misericordia corporale vestire chi \u00e8 nudo<\/i> (cfr Mt<\/i> 25,36.38.43.44). Essa ci riporta ai primordi, al giardino dell\u2019Eden, quando Adamo ed Eva scoprirono di essere nudi e, sentendo avvicinarsi il Signore, ebbero vergogna e si nascosero (cfr Gen<\/i> 3,7-8). Sappiamo che il Signore li pun\u00ec; tuttavia, Egli \u00abfece all\u2019uomo e a sua moglie tuniche di pelle e li vest\u00ec\u00bb (Gen<\/i> 3,21). La vergogna viene superata e la dignit\u00e0 restituita.<\/span><\/p>\n

Fissiamo lo sguardo anche su Ges\u00f9 al Golgota. Il Figlio di Dio sulla croce \u00e8 nudo; la sua tunica \u00e8 stata sorteggiata e presa dai soldati (cfr Gv<\/i> 19,23-24); Lui non ha pi\u00f9 nulla. Sulla croce si rivela all\u2019estremo la condivisione di Ges\u00f9 con quanti hanno perso dignit\u00e0 perch\u00e9 privati del necessario. Come la Chiesa \u00e8 chiamata ad essere la \u201ctunica di Cristo\u201d[20]<\/a> per rivestire il suo Signore, cos\u00ec \u00e8 impegnata a rendersi solidale con i nudi della terra perch\u00e9 riacquistino la dignit\u00e0 di cui sono stati spogliati. \u00ab(Ero) nudo e mi avete vestito\u00bb (Mt<\/i> 25,36), pertanto, obbliga a non voltare lo sguardo davanti alle nuove forme di povert\u00e0 e di emarginazione che impediscono alle persone di vivere dignitosamente.<\/span><\/p>\n

Non avere il lavoro e non ricevere il giusto salario; non poter avere una casa o una terra dove abitare; essere discriminati per la fede, la razza, lo stato sociale…: queste e molte altre sono condizioni che attentano alla dignit\u00e0 della persona, di fronte alle quali l\u2019azione misericordiosa dei cristiani risponde anzitutto con la vigilanza e la solidariet\u00e0. Quante sono oggi le situazioni in cui possiamo restituire dignit\u00e0 alle persone e consentire una vita umana! Pensiamo solo a tanti bambini e bambine che subiscono violenze di vario genere, che rubano loro la gioia della vita. I loro volti tristi e disorientati sono impressi nella mia mente; chiedono il nostro aiuto per essere liberati dalle schiavit\u00f9 del mondo contemporaneo. Questi bambini sono i giovani di domani; come li stiamo preparando a vivere con dignit\u00e0 e responsabilit\u00e0? Con quale speranza possono affrontare il loro presente e il loro futuro?<\/span><\/p>\n

Il carattere sociale<\/i> della misericordia esige di non rimanere inerti e di scacciare l\u2019indifferenza e l\u2019ipocrisia, perch\u00e9 i piani e i progetti non rimangano lettera morta. Lo Spirito Santo ci aiuti ad essere sempre pronti ad offrire in maniera fattiva e disinteressata il nostro apporto, perch\u00e9 la giustizia e una vita dignitosa non rimangano parole di circostanza, ma siano l\u2019impegno concreto di chi intende testimoniare la presenza del Regno di Dio.<\/span><\/p>\n

20. Siamo chiamati a far crescere una cultura della misericordia<\/i>, basata sulla riscoperta dell\u2019incontro con gli altri: una cultura in cui nessuno guarda all\u2019altro con indifferenza n\u00e9 gira lo sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli. Le opere di misericordia sono \u201cartigianali\u201d<\/i>: nessuna di esse \u00e8 uguale all\u2019altra; le nostre mani possono modellarle in mille modi, e anche se unico \u00e8 Dio che le ispira e unica la \u201cmateria\u201d di cui sono fatte, cio\u00e8 la misericordia stessa, ciascuna acquista una forma diversa.<\/span><\/p>\n

Le opere di misericordia, infatti, toccano tutta la vita di una persona. E\u2019 per questo che possiamo dar vita a una vera rivoluzione culturale proprio a partire dalla semplicit\u00e0 di gesti che sanno raggiungere il corpo e lo spirito, cio\u00e8 la vita delle persone. \u00c8 un impegno che la comunit\u00e0 cristiana pu\u00f2 fare proprio, nella consapevolezza che la Parola del Signore sempre la chiama ad uscire dall\u2019indifferenza e dall\u2019individualismo in cui si \u00e8 tentati di rinchiudersi per condurre un\u2019esistenza comoda e senza problemi. \u00abI poveri li avete sempre con voi\u00bb (Gv<\/i> 12,8), dice Ges\u00f9 ai suoi discepoli. Non ci sono alibi che possono giustificare un disimpegno quando sappiamo che Lui si \u00e8 identificato con ognuno di loro.<\/span><\/p>\n

La cultura della misericordia si forma nella preghiera assidua, nella docile apertura all\u2019azione dello Spirito, nella familiarit\u00e0 con la vita dei santi e nella vicinanza concreta ai poveri. \u00c8 un invito pressante a non fraintendere dove \u00e8 determinante impegnarsi. La tentazione di fare la \u201cteoria della misericordia\u201d si supera nella misura in cui questa si fa vita quotidiana di partecipazione e condivisione. D\u2019altronde, non dovremmo mai dimenticare le parole con cui l\u2019apostolo Paolo, raccontando il suo incontro con Pietro, Giacomo e Giovanni, dopo la conversione, mette in risalto un aspetto essenziale della sua missione e di tutta la vita cristiana: \u00abCi pregarono soltanto di ricordarci dei poveri, ed \u00e8 quello che mi sono preoccupato di fare\u00bb (Gal<\/i> 2,10). Non possiamo dimenticarci dei poveri: \u00e8 un invito pi\u00f9 che mai attuale che si impone per la sua evidenza evangelica.<\/span><\/p>\n

21. L\u2019esperienza del Giubileo imprima in noi le parole dell\u2019apostolo Pietro: \u00abUn tempo eravate esclusi dalla misericordia; ora, invece, avete ottenuto misericordia\u00bb (1 Pt<\/i> 2,10). Non teniamo gelosamente solo per noi quanto abbiamo ricevuto; sappiamo condividerlo con i fratelli sofferenti perch\u00e9 siano sostenuti dalla forza della misericordia del Padre. Le nostre comunit\u00e0 si aprano a raggiungere quanti vivono nel loro territorio perch\u00e9 a tutti giunga la carezza di Dio attraverso la testimonianza dei credenti.<\/span><\/p>\n

Questo \u00e8 il tempo della misericordia<\/i>. Ogni giorno del nostro cammino \u00e8 segnato dalla presenza di Dio che guida i nostri passi con la forza della grazia che lo Spirito infonde nel cuore per plasmarlo e renderlo capace di amare. \u00c8 il tempo della misericordia <\/i>per tutti e per ognuno, perch\u00e9 nessuno possa pensare di essere estraneo alla vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza. \u00c8 il tempo della misericordia<\/i> perch\u00e9 quanti sono deboli e indifesi, lontani e soli possano cogliere la presenza di fratelli e sorelle che li sorreggono nelle necessit\u00e0. \u00c8 il tempo della misericordia<\/i> perch\u00e9 i poveri sentano su di s\u00e9 lo sguardo rispettoso ma attento di quanti, vinta l\u2019indifferenza, scoprono l\u2019essenziale della vita. \u00c8 il tempo della misericordia<\/i> perch\u00e9 ogni peccatore non si stanchi di chiedere perdono e sentire la mano del Padre che sempre accoglie e stringe a s\u00e9.<\/span><\/p>\n

Alla luce del \u201cGiubileo delle persone socialmente escluse\u201d, mentre in tutte le cattedrali e nei santuari del mondo si chiudevano le Porte della Misericordia, ho intuito che, come ulteriore segno concreto di questo Anno Santo straordinario, si debba celebrare in tutta la Chiesa, nella ricorrenza della XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, la Giornata mondiale dei poveri<\/i>. Sar\u00e0 la pi\u00f9 degna preparazione per vivere la solennit\u00e0 di Nostro Signore Ges\u00f9 Cristo Re dell\u2019Universo, il quale si \u00e8 identificato con i piccoli e i poveri e ci giudicher\u00e0 sulle opere di misericordia (cfr Mt<\/i> 25,31-46). Sar\u00e0 una Giornata che aiuter\u00e0 le comunit\u00e0 e ciascun battezzato a riflettere su come la povert\u00e0 stia al cuore del Vangelo e sul fatto che, fino a quando Lazzaro giace alla porta della nostra casa (cfr Lc<\/i> 16,19-21), non potr\u00e0 esserci giustizia n\u00e9 pace sociale. Questa Giornata costituir\u00e0 anche una genuina forma di nuova evangelizzazione (cfr Mt<\/i> 11,5), con la quale rinnovare il volto della Chiesa nella sua perenne azione di conversione pastorale per essere testimone della misericordia.<\/span><\/p>\n

22. Su di noi rimangono sempre rivolti gli occhi misericordiosi della Santa Madre di Dio. Lei \u00e8 la prima che apre la strada e ci accompagna nella testimonianza dell\u2019amore. La Madre della Misericordia raccoglie tutti sotto la protezione del suo manto, come spesso l\u2019arte l\u2019ha voluta rappresentare. Confidiamo nel suo materno aiuto e seguiamo la sua perenne indicazione a guardare a Ges\u00f9, volto raggiante della misericordia di Dio.<\/span><\/p>\n

Dato a Roma, presso San Pietro, il 20 novembre,
\nSolennit\u00e0 di Nostro Signore Ges\u00f9 Cristo Re dell\u2019Universo,
\ndell\u2019Anno del Signore 2016, quarto di pontificato.<\/i><\/span><\/p>\n

FRANCESCO<\/b><\/span><\/p>\n

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[1]<\/span><\/a> In Joh<\/i> 33,5.<\/span><\/span><\/p>\n

[2]<\/span><\/a> Il Pastore di Erma<\/i>, XLII, 1-4.<\/span><\/span><\/p>\n

[3]<\/span><\/a> Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium<\/a><\/i>, 27.<\/span><\/span><\/p>\n

[4]<\/span><\/a> Messale Romano<\/i>, III Domenica di Quaresima.<\/span><\/span><\/p>\n

[5]<\/span><\/a> Ibid.<\/i>, Prefazio delle domeniche del Tempo Ordinario VII.<\/span><\/span><\/p>\n

[6]<\/span><\/a> Ibid.<\/i>, Preghiera eucaristica II.<\/span><\/span><\/p>\n

[7]<\/span><\/a> Ibid.<\/i>, Riti di comunione.<\/span><\/span><\/p>\n

[8]<\/span><\/a> Rito della Penitenza<\/i>, n. 46.<\/span><\/span><\/p>\n

[9]<\/span><\/a> Sacramento dell\u2019Unzione e cura pastorale degli infermi<\/i>, n. 76.<\/span><\/span><\/p>\n

[10]<\/span><\/a> Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Sacrosanctum Concilium<\/a><\/i>, 106.<\/span><\/span><\/p>\n

[11]<\/span><\/a> Id., Cost. dogm. Dei Verbum<\/a><\/i>, 2.<\/span><\/span><\/p>\n

[12]<\/span><\/a> Esort. ap. Evangelii gaudium<\/a><\/i>, 142.<\/span><\/span><\/p>\n

[13]<\/span><\/a> Cfr Benedetto XVI, Esort. ap. postsin. Verbum Domini<\/a><\/i>, 86-87.<\/span><\/span><\/p>\n

[14]<\/span><\/a> Cfr Lettera con la quale si concede l\u2019indulgenza in occasione del Giubileo della Misericordia<\/a><\/i>, 1 settembre 2015.<\/span><\/span><\/p>\n

[15]<\/span><\/a> Cfr <\/span>ibid.<\/span><\/i><\/span><\/p>\n

[16]<\/span><\/a> Esort. ap. postsin. Amoris laetitia<\/a><\/i>, 1.<\/span><\/span><\/p>\n

[17]<\/span><\/a> Cfr ibid<\/i>., 291-300.<\/span><\/span><\/p>\n

[18]<\/span><\/a> Messale Romano<\/i>, Veglia Pasquale, Orazione dopo la Prima Lettura.<\/span><\/span><\/p>\n

[19]<\/span><\/a> Lett. enc. Lumen fidei<\/a><\/i>, 50.<\/span><\/span><\/p>\n

[20]<\/span><\/a> Cfr Cipriano, L\u2019unit\u00e0 della Chiesa cattolica<\/i>, 7.<\/span><\/span><\/p>\n

\u00a9 Libreria Editrice Vaticana
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