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La debolezza politica italiana è la vera emergenza nazionale
Se la classe dirigente è incapace di proteggere i cittadini dalla criminalità,
è tanto delegittimata da meritare la sostituzione integrale e senza eccezioni
Melissa Bassi e le ragazze di Brindisi sono figlie d'Italia
di Vincenzo Scichilone
Articolo pubblicato il 20.05.2012 -
Una ragazza di 16 anni è morta, investita dall’esplosione di tre bombole di gas. Un’altra ragazza lotta tra la vita e la morte, altre tre soffrono per le gravi conseguenze dell’attacco terroristico di ieri mattina a Brindisi. Un fatto barbaro, incivile, criminale, efferato. Ma di aggettivi si potrebbe riempire una pagina.
L'Italia è sotto attacco, anche se gli inquirenti brancolano nel buio. Si tende a escludere la pista mafiosa avvalorata nei primi momenti; emergono le teorie complottiste più svariate, non tutte infondate. Da pochi minuti (nel momento in cui scriviamo) si diffonde una indiscrezione, rilanciata dal vicedirettore di libero, Franco Bechis: l’autore della strage di Brindisi potrebbe essere un ex militare, perito elettronico, figlio di venditori di bombole di gas.
Qualunque sia la matrice dell’attentato c’è un dato da tenere in considerazione: lo scollamento tra la società politica italiana e la società civile può causare reazioni incontrollate, perché manca la fiducia in chi governa il Paese.
La crisi economica ha fatto emergere con prepotenza l’incapacità della classe dirigente di porre rimedio all’enorme debito pubblico -
La cittadinanza è allo stremo delle forze e considera ormai delegittimata la classe dirigente, soprattutto i membri dei due rami del Parlamento, grazie a una legge elettorale vergognosa che lascia alle segreterie dei partiti l’arbitrio della nomina di deputati e senatori. La corruzione è devastante e si traduce in ulteriore peso fiscale per la parte onesta della cittadinanza ormai soffocata.
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Da 45 anni l'Italia è colpita periodicamente dal terrorismo, un fenomeno complesso in cui si sono incrociate forze geopolitiche fino alla caduta dell’Unione Sovietica, poi la mafia stragista e probabilmente spezzoni infedeli e deviati di apparati dello Stato. L’Italia è il Paese dei misteri irrisolti, una vergogna.
Il governo presieduto dal professor Monti, un governo di salute pubblica nato per forte iniziativa del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che trova le radici nell’incapacità dei governi parlamentari degli ultimi 30 anni di amministrare il Paese con efficienza ed efficacia (e onestà), si trova a recitare la parte del capro espiatorio, anche con qualche incredibile passo falso, incoerente con la propria radice accademica (per esempio lo scandalo degli “esodati” dimenticati dalla riforma Fornero: inimmaginabile in un Paese normale).
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Per disinnescare questa bomba sociale occorre dunque imprimere all’Italia una svolta, una cesura politica che innovi in profondità le strutture di governo del Paese, ne modifichi le prassi politiche e amministrative -
Se la classe dirigente del Paese è incapace di proteggere i cittadini dalla criminalità si delegittima in maniera tale da meritare la sostituzione integrale e senza eccezioni. Se questo non avverrà con estrema celerità, l’Italia potrà anche risolvere transitoriamente i propri problemi finanziari e di bilancio, ma non potrà mai ridurre radicalmente quello spread di civiltà che ne marca la differenza dagli Stati dell’Occidente politico. Con il rischio ulteriore di trovarsi in breve tempo svuotata delle forze intellettuali migliori, più fresche e capaci, stanche di vivere in un Paese vecchio, immobile e corrotto fino al midollo.
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