THE HORSEMOON POST ©2012 | Motorsport | F1 2012 | A Yas Marina Räikkönen batte Alonso, ma Vettel fa l'impresa, di JH - 4.11.2012 -

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THE HORSEMOON POST ©2012 | Motorsport | F1 2012 | A Yas Marina Räikkönen batte Alonso, ma Vettel fa l'impresa, di JH - 4.11.2012

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F1, GP Abu Dhabi – Race

A Yas Marina Räikkönen batte Alonso, ma Vettel fa l'impresa
Finale di stagione al fulmicotone, la Ferrari non approfitta della fortuna

Hamilton (cambio) e Webber (incidente) ritirati. Perez e Maldonado, gara con sprizzi di follia.
Karthikeyan ha un guasto idraulico e si pianta davanti a Rosberg, che vola: è andata bene a tutti

di John Horsemoon | Articolo del 4.11.2012
Tag:   F1, GP   Abu Dhabi, Race, Sebastian Vettel, squalifica, mondiale riaperto, Fernando Alonso, Kimi Räikkönen, Lewis Hamilton, Mark Webber, Jenson Button, Nico Rosberg, Romain Grosjean, Felipe Massa, Sergio Perez, Kamui Kobayashi, Paul di Resta, Michael Schumacher, Nico Hülkemberg, Pastor Maldonado, Bruno Senna, Jean-Eric Vergne, Daniel Ricciardo, Timo Glock, Heikki Kovalainen, Vitaly Petrov, Jerome D'Ambrosio, Charles Pic, Narain Karthikeyan, Pedro de la Rosa, Red Bull, Ferrari, McLaren, Lotus-Renault, Mercedes, Sauber-Ferrari, Force India-Mercedes, Williams-Renault, Scuderia Toro Rosso-Ferrari, Marussia Cosworth, Caterham-Renault, RT-Cosworth, Ross Brawn

Kimi Räikkönen ha riportato al successo se stesso e la Lotus (Foto Lat for Lotus)
Kimi Räikkönen ha riportato al successo se stesso e la Lotus (Foto Lat for Lotus)

Kimi Räikkönen ha riportato alla vittoria se stesso (per la diciannovesima volta in carriera) e il marchio Lotus, che segna il primo successo da quando ha assunto la denominazione dello sponsor della casa fondata da Colin Chapman, ora di proprietà malese. Räikkönen ha battuto per un soffio Fernando Alonso su Ferrari, mentre sul terzo gradino del podio sale Sebastian Vettel, che neutralizza la stupidaggine commessa ieri in qualifica dal team, con una gara magistrale, in cui errori e fortuna si mischiano, pareggiando il conto.

Al quarto posto Jenson Button, autore di una corsa brillante nella prima parte, in calo nella seconda. Il campione del mondo del 2009 ha preceduto Maldonado, sulla prima Williams-Renault, Kobayashi, sull'unica Sauber a punti, Massa, sulla seconda Ferrari, e il compagno di squadra Senna, arrivato a punti malgrado l'incidente in cui è stato coinvolto alla prima curva. Paul di Resta (Force India-Mercedes) e Daniel Ricciardo (Toro Rosso-Ferrari) chiudono la zona punti e precedono un incolore Schumacher, Vergne, Kovalainen, Glock, Perez, Petrov e de la Rosa, con l'unica HRT al traguardo.

Il tema centrale del GP di Abu Dhabi ruotava su come avrebbe reagito Vettel alla penalità infertagli ieri. Costretto ad arretrare all'ultimo posto, Vettel è stato fatto partire dalla pit lane, grazie a un regolamento assurdo, che ha consentito alla Red Bull si intervenire sulla monoposto al di fuori della regola del "parco chiuso", consentendo di effettuare modifiche impedite a tutti gli altri.

Un'analisi equilibrata dei fatti – non "arrossata" di passione per la Ferrari, né inebriata di amore per i bibitari (giù il cappello per quanto realizzato finora, sia chiaro) – deve tenere conto di un regolamento che mostra incredibili falle. Una di queste falle ha consentito al team di Milton Keynes di ribaltare una giornata negativa per il pilota tedesco. Eppure, alla Ferrari si dovrebbe evitare di ragionare sulla fortuna altrui, quando non si riesce a sfruttare le occasioni d'oro per manifesta inconsistenza tecnica.

Stefano Domenicali, gran capo della Ferrari sui circuiti, ha affermato che l'ingresso della Safety Car abbia favorito Vettel. Può darsi sia vero, ma la realtà più cruda è che Alonso deve sperare nelle disgrazie altrui e non far fede sulla velocità della monoposto di Maranello. Sarebbe il caso che gli uomini della Ferrari si occupassero di questo e cercassero di muovere tutti i cervelli per il colpo di reni finale della stagione.

Ad Abu Dhabi l'occasione è stata parzialmente sprecata, ma non per fortuna altrui, perché la monoposto cassa le ambizioni di Alonso. La gara di Massa è stata come l'ossido di carbonio: incolore e inodore. L'incidente con Webber a nostro avviso è da addebitare al pilota australiano, ma anche senza il crash Massa non avrebbe potuto fare molto meglio. Alonso ottiene di più perché ha una super-motivazione, ma con la monoposto attuale fare di più è difficile.

La Red Bull da parte propria può recriminare per aver gettato alle ortiche il primo match-point per assicurarsi il terzo titolo iridato costruttori. Ma è solo questione di tempo, perché i 4 punti che servono per la certezza matematica sembrano oggi alla portata di Chris Horner & soci.

Occasione mancata anche per la McLaren. La cavalcata di Lewis Hamilton (a parte l'errore al secondo giro che aveva consentito a Maldonado di tentare un sorpasso per il primo posto) è durata solo 19 giri. Poi l'alimentazione ha tradito il campione del mondo del 2008, costringendolo al ritiro. Hamilton ritiene che la monoposto di Woking avesse il passo giusto per una doppietta, ma non sembra dello stesso avviso Button, autore di una gara come al solito intelligente, ma calante sul finale.

Anche la Williams può recriminare. Maldonado, terzo in griglia dopo la squalifica di Vettel, aveva dichiarato propositi bellici, ma si è dovuto arrendere anche al guasto al Kers che ne ha condizionato la gara. Il quinto posto, con tutte quel che è accaduto in gara (incidente con Webber in primis) è un risultato buono, che lascia l'amaro in bocca.  Senna, al contrario, ha impostato la gara sulla regolarità e l'ottavo posto finale è un risultato ottimo, tenuto conto dell'incidente al primo giro.

Kamui Kobayashi ha salvato l'onore della Sauber, che porta in cascina punti preziosi per il costruttori. Perez è stato di nuovo autore di una gara brillante, ma con qualche follia di troppo. Un conto è essere aggressivi, un altro è essere produttivi. Se non lo si è e si causano danni, a se stessi e agli altri, forse il giudizio di Montezemolo sulla sua maturità non è del tutto errato.

Una menzione speciale la meritano Paul di Resta e Daniel Ricciardo. Il primo porta la Force India-Mercedes a punti, malgrado il patatrac in cui è coinvolto alla prima curva. Riparte dal fondo e risale fino alla nona posizione, ma avrebbe potuto fare di meglio, se non fosse stato coinvolto in qualche modo nella folle battaglia di Perez contro Grosjean, costata la gara a un incolpevole Webber (impegnato in precedenza da Maldonado e con Massa). Il pilota australiano, invece, avrebbe rischiato il "trattamento Algersuari", una forma di massaggio lombare, messo a punto da Helmut Marko. Nella fase finale della prima Safety Car, Vettel ha rischiato di tamponare la Toro Rosso di Ricciardo, obbligato a frenare per riscaldare freni e gomme. Fosse accaduto il fattaccio e non fosse già stato confermato per il 2013, all'australiano sarebbe rimasto solo di bussare alla porta del Ferrari Academy (anche per il...demerito conquistato sul campo).

Per chiudere, vorremmo riflettere su due circostane. Anzitutto, sul circuito di Abu Dhabi, per cui molti si sono lanciati in lodi sperticate. In qualche modo è coinvolta la Ferrari – seppur in modo molto blando – perché fa parte del parco di divertimenti per adulti messo in piedi dai licenziatari del brand di Maranello. Noi non ci accodiamo a queste lodi, a noi il circuito non piace. Ma il lato più deteriore dell'impianto è il personale di sicurezza dispiegato. Aspettare 6 giri per rimuovere l'HRT e la Mercedes nel primo incidente che ha causato l'ingresso della Safety Car; o 4 giri nel secondo episodio, per rimuovere la Lotus e la Red Bull, è un'assurdità. Sarebbe il caso provvedessero.


La seconda considerazione che ci preme fare riguarda la presenza in pista di team dal potenziale troppo differente.  All'ottavo giro, Karthikeyan si è piantato davanti Rosberg, che per poco non lo falciava, concludendo a muro la propria corsa. Nell'immediatezza, dalla reazione del pilota della Mercedes, si è percepito subito che qualcosa di strano fosse successo. E infatti, nel post gara si è appreso che sulla HRT un problema idraulico e la rottura dello sterzo avevano reso ingovernabile la monoposto, costringendo Karthikeyan a fare una manovra insolita di emergenza. Urto inevitabile e poco spazio per reagire. Che entrambi possano raccontare l'incidente ci rallegra, ma la FIA e la FOM dovrebbero cambiare il parametro utilizzato per ammettere l'iscrizione dei team: quello finanziario è inadeguato. La HRT è di gran lunga la monoposto più lenta del gruppo e il team soffre di lacune tecniche troppo pericolose per i propri e gli altrui piloti. È arrivato il tempo di porre rimedio a questa situazione.

Il diciottesimo e terzultimo appuntamento iridato del 2012 si chiude con la sorpresa del ritorno al successo di Räikkönen, che però esce ufficialmente dalla lotta per il titolo iridato, ironia della sorte. La battaglia ora è ristretta a Vettel e Alonso. I dieci punti di vantaggio del campione del mondo in carica sono tanti e possono essere pochi.

Fra due settimane si va in Texas, sul nuovo circuito di Austin. La Red Bull ha qualche conoscenza in più del tracciato, per avervi girato a scopo promozionale (indice che qualcosa veramente non funzioni nei regolamenti). La Ferrari può colmare il divario in così poco tempo e dare ad Alonso una monoposto in linea con l'obiettivo di vincere il titolo? Una domanda da 100 milioni di dollari, facile dirlo. Di certo c'è solo un dato: non è vero, come dice il pilota di Oviedo, che l'avversario è Adrian Newey e la Red Bull. Vettel oggi ha dato una seria lezione di intelligenza, aggressività e visione di gara. Alla Alonso.

© Riproduzione riservata

GP di Abu Dhabi,
Yas Marina International Circuit


Tipo di circuito: permanente
Lunghezza: 5,554 Km
Numero Curve: 21
Direzione di Marcia: anti-orario
Capacità pubblico: 50.000
Anno di inaugurazione: 2009
Progettista: Hermann Tilke

Timing

Venerdì 2 Novembre 2012
Libere 1  13:00 - 14:30

(in Italia 10:00 - 11:30)

Libere 2  17:00 - 18:30
(in Italia 14:00 - 15:30)

Sabato 3 Novembre 2012
Libere 3  14:00 - 15:00

(in Italia 11:00 - 12:00)

Qualifiche 17:00
(in Italia 14:00)

Domenica 4 Novembre 2012
Race  17:00
(in Italia 14:00)

Albo d’oro
1. 2009 S Vettel – Red Bull Renault
2. 2010 S Vettel – Red Bull Renault
3. 2011 L Hamilton – McLaren Mercedes
4. 2012 K Räikkönen- Lotus-Renault

Vincitore
Kimi Räikkönen
Lotus-Renault E20


Prossima gara
GP of United States,
Austin Circuit, Texas

Tipo di circuito: permanente
Lunghezza: 5,470 Km
Numero Curve: 20
Direzione di Marcia: anti-orario
Capacità pubblico: non disponibile
Anno di inaugurazione: 2012
Progettista: Hermann Tilke

Timing

Venerdì 16 Novembre 2012
Libere 1 09:00 – 10:30
(in Italia 16:00 - 17:30)

Libere 2 13:00 – 14:30
(in Italia 20:00 - 21:30)

Sabato 17 Novembre 2012
Libere 3 09:00 – 10:00
(in Italia 16:00 - 17:00)

Qualifiche 12:00
(in Italia 19:00)

Domenica 18 Novembre 2012
Gara 13:00
(in Italia 20:00)

 
 
Mario Isola analizza le gomme Pirelli sul circuito di Yas Marina ad Abu Dhabi
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Traduzione by Google Traslate
 


 
 
 
 
 
 
 
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