Epifani nuovo segretario del Pd. Letta: “Non è mio governo ideale”

Una scelta di mantenimento (e non di “conservazione”), più che di transizione, mentre Berlusconi gongola tra sondaggi super-favorevoli. Il PD continua a fare melina e a non fare un balzo verso un partito laburista che emargini gli estremisti comunisti fuori dal tempo. L’addio di Bersani: “Ora un nuovo inizio”. Renzi: “Pd deve guidare il governo non subirlo”. Ammessa in sala una delegazione di OccupyPd

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Alla Fiera di Roma, l’Assemblea del Partito Democratico ha eletto alla carica di segretario politico l’ex segretario della CGIL con l’85% dei voti. Era l’unica candidatura formalizzata, dopo l’accordo trovato ieri.

Il presidente del consiglio dei ministri, Enrico Letta, era arrivato giusto in tempo per ascoltare l’intervento di Epifani, poi aveva preso la parola e aveva sottolineato subito che l’elezione di Epifani a segretario del Pd sarebbe stata “una buona notizia per il governo”. Un governo che per Letta non è l’ideale: “Siamo in una situazione eccezionale, questo non è il governo per cui ho lottato, non è il mio governo ideale e nemmeno il presidente del Consiglio ideale”. Letta ha affermato di non aver “cercato questo incarico” ma ha anche precisato di non essersi potuto sottrarre alla “responsabilità richiesta”, dopo le “sollecitazioni giunte da tante parti del partito”. In una fase di estrema difficoltà per il paese, ha detto Letta “nessuna autoindulgenza, stiamo correndo il rischio di toccare il fondo” ma “non possiamo lasciare che le cose vadano, dobbiamo tornare in campo al più presto possibile”.

Letta ha voluto evidenziare che “la richiesta più forte che veniva dal Paese era: fate un governo per affrontare i problemi. E ce lo chiedevano anche gli esodati, i cassaintegrati”, ragion per cui “è stato giusto prendere questa strada. Una strada che non va percorsa con paura, altrimenti non dovevamo metterci in questa avventura. Mettiamo la nostra faccia in questo governo”.

Epifani, prima di essere eletto, aveva affermato che il compito del governo Letta “non è facile” e che è segnato da “mine” e “anche oggi, a Brescia, c’è chi sta continuando a mettere mine”, riferendosi alla manifestazione del Pdl a Brescia, dove a fine mese si vota per il sindaco. “Il governo sa di poter contare sul Pd, seriamente e lealmente”, ha affermato Epifani, confermando il supporto del partito all’azione del governo.

All’Assemblea è intervenuto in mattinata anche Pierluigi Bersani. “Ora serve un nuovo inizio – ha detto il segretario dimissionario – ne saremo capaci, bisogna che ci convinciamo noi stessi. Questo deve essere il cuore del congresso”. Insomma una sana autocritica e una sessione di autocoscienza, as usual. “La nostra gente ci chiede unità, responsabilità, serietà. Ricominciamo senza astio, recriminazioni, personalismi” ha aggiunto Bersani, che poi ha ricordato di aver già affermato la propria disponibilità a lavorare perché “la nave riprenda la giusta rotta” non importa con quale ruolo, “da capitano o mozzo”, prendendosi con grande generosità tutta la responsabilità di quel che non ha funzionato. “È la legge della politica” ha riconosciuto l’ormai ex segretario del PD, che però poi ha richiamato tutti al senso di realtà: “Siamo un partito senza padroni, dove è più facile smontare che tenere assieme. E tenere assieme deve essere responsabilità di ciascuno, non di uno”, perché la “legge della politica” è anche che “si vince insieme e si perde da soli”.

Matteo Renzi, intervenendo all’Assemblea, ha dichiarato: “Questo è un governo guidato da uno di noi, non mi interessa sapere quanto dura, ma se lo subiamo o lo guidiamo. E se lo subiamo, regaliamo l’ennesimo calcio di rigore a Berlusconi”. Renzi ha poi affermato che il senso di questo segretario traghettatore è quello di “dare una direzione alla barca, intesa come barca e non come…”alludendo a Fabrizio Barca. Il Pd secondo il sindaco di Firenze deve riscoprire “autenticità e passione” e in questo caso “io, non da candidato alla segreteria o all’Anci ma da militante e iscritto, darò una mano”, ha concluso.

I primi no a Epifani sono arrivati da Andrea Ranieri , che nel suo intervento ha annunciato il non voto. Sandra Zampa, la deputata del Pd portavoce di Romano Prodi, ha dichiarato invece l’intenzione di astenersi.

Davanti alla Fiera di Roma questa mattina i giovani di Occupy Pd hanno organizzato un picchetto all’ingresso, gridando lo slogan ‘Siamo più di 101‘, in riferimento ai franchi tiratori che affossarono la candidatura di Romano Prodi al Quirinale. Stefano Fassina è stato letteralmente assediato. Al viceministro dell’Economia i ragazzi hanno chiesto soprattutto conto del governo dove, a loro dire, “comanda Berlusconi”. Fassina ha risposto: “Noi terremo fermi i nostri punti”. Una delegazione di OccupyPd è poi stata ammessa nella sala dove si svolgono i lavori dell’Assemblea e ha avuto la possibilità di leggere un documento, in cui tra l’altro si parlava di azzeramento della classe dirigente.

Non ci sarebbe stata una location più adatta per una ulteriore fiera degli errori. Nel PD si continua a fare melina e a non voler guardare la realtà politica più evidente, l’influenza di una minoranza di estremisti facinorosi, che in nome di ideali universali condivisibili in teoria, mantengono in ostaggio un intera parte del Paese. Occorrerebbe che a sinistra si decidesse davvero di “oltrepassare il guado” e di dare alla politica italiana un partito laburista, realista e di governo, in modo da divellere gli altrettanto resistenti residui statalisti presenti nel centro-destra, che senza la “Colla Berlusconi” rischierebbe di crollare, con grave danno per l’Italia.

Insomma, l’evoluzione laburista del PD servirebbe altrettanto per stimolare una piena evoluzione liberale repubblicana del Pdl e dell’ampia zona di moderati, alcuni dei quali potrebbero stare con la medesima dignità da questa o da quell’altra parte del quadro politico, senza rischiare di diventare bersagli di offese o, peggio ancora, di violenze inaccettabili. Alcune per fortuna ancora solo verbali, altre purtroppo già oltre il limite della violenza fisica.

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