Il ritorno di Napster. Musica in streaming in 14 paesi europei

Non più file sharing illegale di Mp3 tra utenti, ma un servizio legale che offre oltre 20 milioni di brani musicali in streaming

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Napster, il più noto servizio di file sharing illegale di brani musicali, è tornato. Il mito di Napster è storia nota: creato nel 1999 da Sean Parker e Shawn Fanning, Napster è stato il primo servizio di scambio peer to peer (“alla pari”, ossia fra computer fisicamente non connessi, ma collegati alla rete da un sistema comune di server centrali, mentre le transazioni vere e proprie avvenivano direttamente tra i vari utenti) ed è stato uno dei primi client basati sulla condivisione di file Mp3, destinato a rivoluzionare l’ascolto musicale nei primi anni del nuovo millennio.

Tuttavia Napster ebbe vita breve e nel 2001 fu chiuso a causa della ripetuta violazione del copyright. I sostenitori del programma considerarono la “morte” di Napster una vera follia, in quanto credevano che la sua assenza avrebbe portato al proliferare di strumenti attraverso cui scaricare musica gratuitamente, “predizione” verificatasi con puntualità attraverso programmi quali Torrent, eMule e Winmx. Nel 2012 il marchio venne acquistato da Rhapsody International (il primo servizio di streaming al mondo, attivo dal 2001) che ha pensato bene di trasformare il vecchio programma in un servizio legale di musica in streaming, molto simile a Spotify e Deezer, già noti al pubblico italiano.

Il nuovo Napster arriva in 14 paesi europei, tra cui l’Italia, e propone un catalogo ricchissimo di brani musicali di artisti locali e internazionali. Oltre 20 milioni di titoli a disposizione sia online che offline e riproducibili su sistemi audio, smartphone, tablet sia Apple che Android. Il servizio costa 9,95€ al mese e gli utenti hanno accesso illimitato da tutti i dispositivi. Inoltre gli utenti potranno usufruire di un periodo di prova di 30 giorni per ascoltare musica gratuitamente da computer, dispositivi mobile o impianti audio casalinghi.

L’arrivo di Napster in Europa coincide con i rumors che vogliono iRadio pronto per l’uscita. Si tratta di un prodotto targato Apple, su cui Cupertino starebbe lavorando dall’estate scorsa. Secondo le prime indiscrezioni, iRadio (denominazione nome è provvisoria) sarà finanziato dalla pubblicità e dall’incremento di vendita dei brani a 99 centesimi su iTunes, avrà accesso gratuito e consentirà a ciascun utente di ascoltare musica in streaming secondo la modalità on-demand, cioè su richiesta. Tuttavia per maggiori informazioni si attende il “Worldwide Developer Conference”, la conferenza annuale di San Francisco dedicata agli sviluppatori iOS durante cui Apple presenterà il suo nuovo programma di streaming musicale. Intanto si parla di accordi chiusi con Warner e Universal, le principali major musicali. L’obiettivo è battere la concorrenza: non più solo Spotify e Google, adesso anche Napster.

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Claudia Fiume

Laureata in comunicazione con una tesi sul rapporto tra il reale e l'immaginario nel cinema, ho collaborato per alcune testate online come web content editor. Collezionista di immagini sul desktop e di ricettari disordinati su cui annotare imprese culinarie più o meno riuscite. Quando non faccio niente di tutto questo, twitto in modo compulsivo di tv, attualità e social media. Su THE HORSEMOON POST scrivo di tutto questo, ma anche di cinema e lifestyle.