TFF31: Frances Ha, cosa vuol dire essere sognatori al giorno d’oggi

Noah Baumbach e Greta Gerwig confezionano un prodotto molto brillante che ironizza e contestualizza Woody Allen e Nouvelle Vague grazie alla potenza del cinema indipendente americano

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Frances è un’aspirante ballerina di ventisette anni che però stenta a trovare spazio nella compagnia teatrale in dissesto economico per cui lavora, in più Sophie, la sua migliore amica, si trasferisce in un’altro appartamento costringendola a cambiare casa e a mille salti mortali pur di non rimanere in bolletta. La grande voglia di vivere e la speranza in un futuro migliore salveranno Frances da un mondo che fagocita sempre più chi sogna ed è ottimista.

Fortemente voluto da Paolo Virzì al suo festival, e non si fatica a capirne il motivo, Frances Ha è senza dubbio il miglior film di Noah Baumbach, in molti lo ricordano come co-sceneggiatore insieme all’amico Wes Anderson di The Life Aquatic of Steve Zissou e Fantastic Mr. Fox, ma pochi sanno che dopo un esordio stentato (seppur apprezzabile) alla regia con The Squid and The Whale, è riuscito a sfonare film irresistibilmente nevrotici (nonché evidentemente autobiografici) come Margot at the Wedding e Greenberg.

Privo di quello stile pop straripante di colore così caro all’amico Anderson, qui Baumbach rilancia la sfida in maniera ancor più provocatoria togliendo di fatto ogni colore possibile (almeno sullo schermo) realizzando una piccola grande commedia di un bianco e nero mai così effervescente; merito senz’altro della sua musa ispiratrice (e anche co-autrice) Greta Gerwig, vera regina ingenua delle inquadrature di Baumbach. Il regista si diverte molto a citare la New York di Woody Allen con quelle battute a ritmo continuo e senza un attimo di sosta, così come gode nel prendere in giro la Nouvelle Vague con quei capitoletti che spezzano il ciclo della narrazione quel tanto da non apparire forzato.

Frances Ha (come, gustosamente, viene accorciato il cognome dell’irresistibile protagonista nella scena finale del film) è un inno ai sognatori, categoria da sempre bistrattata dalle logiche della contemporaneità ma che trova sempre la forza per rialzarsi in piedi. Sempre.

Presenti in sala prima della proiezione il direttore Paolo Virzì e l’attrice Greta Gerwig, protagonisti di un simpatico siparietto in cui il regista toscano ha confessato di aver preso l’ispirazione della cantante Thony (nel film Tutti i santi giorni) proprio da un frammento di Greenberg, dove la Gerwig (sempre diretta da Baumbach) affiancava uno stralunato Ben Stiller.

VOTO : 8 

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Il trailer ufficiale: