Attentato di Bruxelles, per la procura è “terrorismo”. Poi rivela: il killer ha filmato la propria azione

Nel quartiere attorno a Place de Grand Sablon, nel centro della capitale belga, si teme un caso analogo a quello che vide protagonista il franco-algerino Mohammed Merah, che nel marzo 2012 uccise sette persone e ne ferì gravemente cinque tra Tolosa e Montauban, nella regione del Midi-Pyrenée. Aperto registro di condoglianze online. Caccia all’uomo in corso

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La procura di Bruxelles, durante una conferenza stampa, ha confermato che l’attacco al Museo Ebraico di sabato scorso – che ha causato quattro morti, due turisti israeliani di Tel Aviv e due belgi – è stato qualificato come “attentato terroristico”. A questa conclusione, peraltro evidente fin dall’inizio, gli inquirenti sono giunti anche attraverso l’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, che mostrano una persona molto determinata e fredda nell’azione, circostanza che si coniuga con la velocità dell’azione – durata appena 35 secondi – che fanno propendere i magistrati federali per l’ipotesi terrorista.

A parte le immagini rese pubbliche, altri filmati provenienti da altre telecamere sono al vaglio degli investigatori, ha confermato il Pm che segue l’indagine, Wenke Roggen. Il Museo Ebraico sarà di nuovo analizzato dalla polizia scientifica federale e fino a che l’indagine non avrà espletato tutti i passaggi fondamentali resterà chiuso al pubblico.

Nel frattempo, da sabato sera sono stati ascoltati molti testimoni identificati dalla polizia nell’immediatezza della barbara azione, mentre diverse persone hanno contattato la procura di Bruxelles dopo l’invito degli inquirenti a fornire ogni particolare che potrebbe servire all’individuazione del solitario killer. La polizia federale belga gode dello scambio di informazioni di tutti i partner nazionali e internazionali, per capire da quale ambiente venga l’assassino, anche se gli inquirenti probabilmente hanno già un’idea, ma non intendono per il momento rivelarla alla stampa.

20140526-attentato-anti-ebraico-camera-314x251È emerso nel frattempo che l’autore del tragico blitz, che ha sparato con un Kalashnikov AK47, ha filmato la sua azione. Il timore degli inquirenti è che si possa trattare di un caso analogo a quello verificatosi nella Francia meridionale nel marzo del 2012, quando un franco-algerino di 23 anni, Mohammed Merah, uccise in dieci giorni sette persone, tra le quali tre militari e quattro persone di religione ebraica, tra Tolosa e Montauban. Merah filmava i suoi assassinii con una telecamera.

Il killer del Museo Ebraico ha filmato la sua azione criminale. Da un fotogramma del video di una telecamera di sorveglianza (a sinistra) si vede chiaramente che indossi sul petto una videocamera. La notizia è stata rivelata da “Last Time”.

La dinamica dell’azione mostra una padronanza della scena che significa una meticolosa preparazione dell’azione criminale. Il fatto che indossasse un cappello da baseball mostra la sua conoscenza della presenza di telecamere di sicurezza. Quindi è del tutto immaginabile che l’uomo avesse compiuto un sopralluogo almeno una volta prima del blitz, svolto con una calma “militare”.

La polizia belga ha rilanciato un numero verde da chiamare per dare, anche in forma anonima, informazioni (numero è 0800 30 300). Nel frattempo è caccia all’uomo in Belgio, con uno spiegamento che comprende anche i reparti speciali, che in alcune municipalità della capitale belga hanno già condotto nel passato operazioni di rastrellamento alla ricerca di terroristi di matrice islamica.

Il Museo Ebraico di Belgio Bruxelles ha annunciato oggi l’apertura di un libro online, per consentire al pubblico di inviare le proprie condoglianze alle famiglie e agli amici delle vittime. È possibile inviare i propri messaggi di partecipazione e solidarietà alle famiglie delle vittime anche inviando una email all’indirizzo condoleance@mjb-jmb.org

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