GP Canada F1, incidente con Massa: la penalità a Sergio Perez è una pagliacciata

I Commissari Sportivi del Gran Premio del Canada hanno ritenuto colpevole il pilota messicano della Force India per l’incidente con Felipe Massa all’inizio dell’ultimo giro della gara, ma la punzione inflitta è ridicola

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Montreal – Sergio Perez è stato ritenuto responsabile della collisione con Felipe Massa, all’ultimo giro del Gran Premio del Canada, ieri sul circuito “Gilles Villeneuve” di Montréal. Per questo, al pilota messicano della Force India-Mercedes è stata irrogata la sanzione dell’arretramento di cinque posizioni sulla griglia di partenza del Gran Premio d’Austria, in programma fra due week-end sulla pista del Red Bull Ring a Zeltweg.

L’incidente si è verificato proprio all’inizio dell’ultimo giro, nell’effervescente finale della gara, quando Massa – con una Williams più veloce del resto del lotto – stava rimontando verso il podio, dopo aver cambiato strategia di gara all’emergere dei problemi che hanno rallentato la Mercedes di Rosberg.

Nel tentativo di superare Perez, Massa ha colpito la ruota posteriore sinistra della monoposto anglo-indiana con la sua ruota anteriore destra, innescando un’uscita di strada che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, anche per Sebastian Vettel, che si è visto sfilare davanti al naso la bianca monoposto di Grove come un proiettile incontrollato.

Le immagini dell’incidente Massa-Perez da tre prospettive diverse

A ben guardare le immagini, soprattutto la ripresa dall’alto, l’incidente sembra essere davvero stato causato da una manovra quanto meno improvvida di Sergio Perez, ma proprio per questo la penalità inflittagli è ridicola e tutto il “processo” dei Commissari Sportivi della gara canadese è reso evanescente, visti i precedenti.

Perez andava squalificato almeno per una gara, perché una manovra del genere è potenzialmente omicida. L’agonismo non dovrebbe mai implicare manovre pericolose, oltre al normale livello insito nelle corse motoristiche.

Allargare deliberatamente significa per lo meno tentare di mandare fuori strada un avversario, esporto con volontà a un rischio non previsto. Lars Osterlind, Radovan Novak e Derek Daly hanno sbagliato in modo clamoroso e hanno reso evidente che non c’è unicità di giudizio e sufficiente lucidità nella comminazione delle penalità.

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.