Consumi ancora giù, il bonus di 80 euro non basta. Critiche al Governo da Confcommercio, Adusbef e Federconsumatori

Aumentano le spese per la comunicazione, la ristorazione e i servizi ricreativi, mentre contrazioni si registrano nell’abbigliamento, nelle calzature, nei beni e servizi per la mobilità, nelle bevande e negli alimenti. In Arrivo aumento accise tabacchi e misure fiscali per sigarette elettroniche

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Roma – Calano ancora i consumi calo a maggio. L’indicatore Confcommercio (Icc) segnala una diminuzione dello 0,7 per cento su base tendenziale e dello 0,3 per cento su base congiunturale. Un dato che, “unito al contenuto regresso della media mobile a tre mesi corretta dai fattori stagionali“, osserva l’Ufficio Studi della Confcommercio, “evidenzia come le misure di alleggerimento del carico fiscale attuate fino ad oggi appaiano insufficienti a ridare slancio alla domanda delle famiglie che stenta ancora ad avviarsi su un reale sentiero di crescita“. La speranza è che il bonus fiscale faccia effetto in futuro. “Ci auguriamo che il bonus di 80 euro sia in grado di far ripartire i consumi“, dice il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. Ma i dati evidenziano “che le famiglie interpretano la ripresa ancora debole, fragile e quindi sono incerte nello spendere e nell’alimentare i consumi. Ecco perchè ci auguriamo che il bonus possa dare quanto meno una prima scossa“.

Nel dettaglio, la dinamica tendenziale dell’Icc di maggio riflette una lieve crescita dello 0,7 per cento della domanda relativa ai servizi e un calo significativo dell’1,3 per cento della spesa per i beni. Variazioni positive, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, si rilevano per la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+7,6 per cento) da attribuirsi in larga parte all’acquisto di beni, per i beni e servizi per ricreativi (+0,6 per cento) e per gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (+0,1 per cento). Una riduzione particolarmente significativa ha interessato i beni ed i servizi per la mobilità. Contrazioni dei consumi si sono registrate anche per l’abbigliamento e le calzature (-1,9 per cento), per i beni e servizi per la casa (-1,6 per cento), per gli alimentari, bevande e tabacchi (-1,2 per cento). In leggero calo è risultata anche la spesa per i beni e servizi per la cura della persona (-0,8 per cento).

Per Adusbef e Federconsumatori l’andamento dei consumicontinua a rispecchiare la profonda crisi dei bilanci e delle condizioni familiari che segnaliamo da tempo. Un impoverimento a cui neppure le misure di sostegno del Governo riescono a far fronte“. Secondo uno studio elaborato sulla base di dati Eurostat, Adusbef evidenzia anche che il potere d’acquisto delle famiglie italiane è crollato nel giro di 11 anni e che nel 2013 la capacità di spesa risulta in Italia sotto la media Ue, con una perdita dal 2002 del 13,3 per cento. “Dall’ingresso nell’euro – sottolinea lo studio – si è registrata una perdita del potere di acquisto pari a 12.100 euro per ogni famiglia (24 milioni)“.

Intanto, da fonti parlamentari è emerso che aumenteranno le accise sui tabacchi, facendo lievitare i prezzi delle sigarette fino a 20 centesimi. La misura sarebbe prevista in uno dei decreti legislativi della delega fiscale e la misura sarebbe già stata illustrata al comitato ristretto e arriverebbe al Consiglio del Ministri del 10 luglio prossimo, con misure fiscali che dovrebbero riguardare anche le sigarette elettroniche.

(AGI, Agenzie)