GP di Singapore, Lewis Hamilton trionfa, Nico Rosberg si ritira e cede la testa del mondiale piloti

Problemi al volante e all’elettronica fermano Nico Rosberg e il compagno di squadra non si fa sfuggire vittoria e giro più veloce. La Ferrari cerca il colpo di strategia, che non riesce, e sul podio vanno Vettel e Ricciardo. Vergne show finale

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Marina Bay – Pole, vittoria, giro più veloce. Missione compiuta per Lewis Hamilton, che conquista la ventinovesima vittoria in carriera, la seconda a Singapore, e balza in testa al mondiale piloti di Formula 1, complice il ritiro del compagno di squadra Nico Rosberg, che ha dovuto arrendersi ai problemi di affidabilità elettronica manifestatisi sulla sua monoposto nelle fasi di preparazione allo schieramento di partenza. Al primo pit stop, al 14° giro, la monoposto non ha più dato segni di vita, obbligando Rosberg al secondo forfait stagionale nel momento meno opportuno.

Sugli altri due gradini del podio Sebastian Vettel e Daniel Ricciardo, che come al solito è stato arrembante fino alla fine, ma nulla ha potuto contro la volontà del quattro volte campione del mondo di mantenere la posizione sul “picciotto” di Sidney.
Fernando Alonso avrebbe meritato il podio, ma la gara accorta non è servita. La scelta di montare gomme soft in occasione dell’entrata in pista della Safety Car, al 31° giro, per tentare un finale di gara in grado di sopravanzare le Red Bull, non è stata produttiva.

Alle spalle della Ferrari dello spagnolo, Felipe Massa, con la prima Williams (l’unica a punti), seguita da un arrembante Jean-Eric Vergne (Toro Rosso), autore di un finale di gara spumeggiante, anche grazie alle supersoft montate nell’ultimo pit ritardato. Logico per un pilota che – al momento e escluso svolte inattese – sarebbe senza volante per il prossimo anno.

Settimo posto per la seconda Ferrari di Kimi Räikkönen, che non è mai stato in grado di lottare con le Williams in evidente superiorità di potenza e velocità. Una situazione mortificante per il campione del mondo 2007.

La zona punti è chiusa da Hülkenberg (Force India) e Kevin Magnussen, con l’unica McLaren al traguardo, per il ritiro di Button a sei giri dalla fine a causa di un guasto nell’elettronica. Deludente, invece, l’11° posto di Bottas, mentre il 12° e 13° di Maldonado e Grosjean attenua per un attimo il tono funereo della Lotus, in procinto – secondo alcuni rumors – di ritirarsi un’altra volta (come brand) dalla F1.

La gara è ruotata attorno al problema elettronico rilevato sulla monoposto di Rosberg, che ha avuto con Singapore la crisi del…settimo anno. Nelle sei edizioni precedenti aveva raggiunto un secondo posto come miglior piazzamento (nel 2013), un terzo posto (nel 2009), due settimi posti (nel 2010 e nel 2011), un nono posto (nel 2008) e un decimo (nel 2012).

Il vantaggio di Hamilton su Rosberg è ora di tre soli punti e, di fatto, il mondiale di F1 ha motivi in più di interesse nella lotta tra i due piloti della Mercedes. In terza posizione c’è Daniel Ricciardo, con un ritardo di 60 punti da Hamilton e 57 da Rosberg. Tutto si giocherà fino alla fine e il doppio punteggio di Abu Dhabi sarà decisivo per assegnare il titolo iridato piloti.

Si può discutere dell’azzardo compiuto in Ferrari, nel cambio gomme durante la fase di Safety Car, ma era un modo per tentare una via diversa per cercare di dare ad Alonso la possibilità per combattere per il podio. Affermarne l’erroneità è facile dopo gara, meno durante la battaglia in cui molte variabili possono cambiare l’efficacia di una scelta. La SC è stata dispiegata forse nel momento peggiore per la Ferrari.

Semmai. Vorremmo concentrare la nostra riflessione su due aspetti: sicurezza in pista e sulle monoposto.

Se servono sette giri (quasi 15 minuti) per rimuovere i detriti di un’ala, allora bisogna interrogarsi su cosa avverrà il prossimo anno, quando la Safety Car sarà usata in modo diverso e in caso di incidenti la gara sarà fermata, per riprendere dietro la macchina di sicurezza, una volta risolta la situazione di pericolo. Se con sette giri di neutralizzazione il tempo della gara si è dilatato fino al massimo delle due ore consentite dal regolamento, cosa accadrà il prossimo anno? Insomma, forse vale la pena rivedere questa modifica sciocca.

Sulle monoposto del 2014 sono frequenti i guasti elettronici, un fatto del tutto prevedibile per monoposto con alto tasso tecnologico sia nella power unit che nel sistema frenante brake-by-wire. Anche in questo caso, la riflessione che viene in mente è che forse ci vorrebbero più test e meno simulazioni, più verifiche sul campo e meno giochini al computer, perché non deve essere una bella sensazione vedersi spegnere la monoposto in pieno rettilineo o tra una curva e l’altra, dovendo resettare un computer di bordo con la forma (quasi) di volante.

In questo quadro, la scelta di dare meno “assistenza” ai piloti – via radio e pit wall – si scontra con l’eccesso di elettronica da dover gestire in gara. Meno aiuti e meno possibilità di scelta di settaggi, più attenzione nella guida e nella lotta per superare. Ammesso che se ne abbia la potenza, ma questa è davvero un’altra storia. Arrivederci a Suzuka.

Ultimo aggiornamento 21/09/2014, ore 16:49:36 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

2014 FORMULA 1 SINGAPORE AIRLINES SINGAPORE GP – Gara 

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2014 FORMULA 1 SINGAPORE AIRLINES SINGAPORE GRAND PRIX – ANALISI TECNICA PIRELLI