Blitz della BAT a Tunisi: 23 arresti per l’attacco al museo del Bardo.”Smantellato l’80% della cellula”

Lo ha reso noto il ministro degli Interni, Najem Gharsalli: sono tutti tunisini, tra loro anche una donna. Ancora quattro i latitanti: un tunisino, un algerino e due marocchini. Ministro degli Esteri di Tunisi ad Aki: “Preoccupa il flusso di terroristi dalla Libia”. Arrestato ieri il capo della cellula terroristica che ha compiuto la strage costata la vita a 20 turisti, tra cui quattro italiani, e un tunisino. Rogatoria Pm Roma per interrogarlo – Il video dell’incursione della BAT al Bardo

20150326-attentato-al-museo-del-Bardo-Tunisi-afp-655x436


Tunisi – Le forze speciali tunisine – BAT, Brigade Anti Terrorisme – hanno arrestato 23 persone, tra cui una donna, in relazione all’attacco al Museo del Bardo di Tunisi del 18 marzo. Lo ha riferito il ministro del’Interno tunisino, Najem Gharsalli, spiegando che è stato “smantellato l’80% della cellula responsabile” dell’azione.

Nel blitz delle forze speciali tunisine al Museo del Bardo erano rimasti uccisi i due autori della strage, Jaber Kachnaoui e Yassine Labidi, mentre un terzo terrorista che li aveva accompagnati senza partecipare all’azione, Maher Bin Al-Moulidi Al-Qaidi, è ancora ricercato.

Tutti i 23 arrestati sono cittadini tunisini, ha spiegato il ministro, mentre restano latitanti un altro tunisino, due marocchini e un algerino. Tra questi ultimi anche Maher Ben Mouldi Kaidi, sospettato di aver fornito le armi ai due terroristi che hanno materialmente condotto l’attacco e che sono stati uccisi dalle forze di sicurezza.

Il video del blitz della BAT al Museo del Bardo

Il ministro ha quindi affermato che l’operazione è stata organizzata dal jihadista algerino Lokmane Abou Sakhr, uno dei leader della brigata ‘Okba Ibn Nafaa‘ legata ad Al-Qaeda, principale gruppo armato tunisino attivo al confine con l’Algeria. L’attentato è però stato rivendicato dal sedicente e autoproclamato Stato Islamico. Ieri il sottosegretario tunisino all’Interno, Rafik Chelli, aveva annunciato l’arresto del capo della cellula jihadista, Mohamed Amine Guebli.

Per realizzare l’azione di attacco contro i turisti italiani, la cellula avrebbe organizzato quattro squadre: una dedicata all’intelligence (reperimento informazioni) e l’acquisizione degli obiettivi; la seconda per la logistica e la fornitura delle armi; la terza operativa, costituita dagli shahidun (martiri) jihdisti; la quarta, infine, incaricata di filmare l’attentato per poi diffondere le immagini in rete. Quindi una sorta di configurazione C3IM (Comando, Controllo, Comunicazione in funzione dei dati di Intelligence e con una proiezione Media).

Intanto è arrivato il ”grande apprezzamento per la solidarietà internazionale ed europea, soprattutto per quella espressa dall’Italia nei confronti della Tunisia” dopo l’attacco al museo. Il ministro degli Esteri tunisino Taieb Baccouche, intervistato da Aki-Adnkronos International, ha dichiarato che “la visita del mio omologo Paolo Gentiloni ci ha confermato il sostegno dell’Italia al popolo tunisino a seguito di quell’odioso attacco terroristico”.

Molto apprezzata anche la decisione italiana di cancellare 25 milioni di euro del debito della Tunisia. “È parte di un accordo con il ministro Gentiloni, con il quale abbiamo discusso le aree di cooperazione economica. Abbiamo percepito la volontà del governo italiano di sostenere la nostra economia“, ha precisato Baccouche, affermando che i 25 milioni di euro saranno “impiegati per lo sviluppo delle regioni meno sviluppate, in particolare le zone di confine” e augurandosi che “altri Paesi europei, come sembra faranno Germania e Francia, seguano l’Italia”.

Dopo Gentiloni, a Tunisi è atteso il premier italiano Matteo Renzi, che domenica mattina parteciperà alla marcia indetta dal presidente tunisino Beji Caid Essebsi per commemorare le vittime al Museo del Bardo e contro il terrorismo.

Nel frattempo, la procura di Roma – competente sugli reati di terrorismo in cui sono coinvolti cittadini italiani (in questo caso come parte lesa) – avvierà a breve una rogatoria internazionale con la Tunisia per poter interrogare Mohamed Amine Guebli, l’uomo che le autorità locali hanno indicato come la mente dell’attacco terroristico al Bardo, costato la vita a quattro nostri connazionali e ad altri turisti.

L’iniziativa sarà avviata dai sostituti procuratori della Repubblica capitolina, Tiziana Cugini e Francesco Scavo, titolari del procedimento aperto per attentato con finalità di terrorismo in relazione che hanno causato la morte di Orazio Conte, Giuseppina Biella, Francesco Caldara e Antonella Sesino. I magistrati, intanto, sono in attesa dell’informativa affidata ai Carabinieri del Ros, recatisi a Tunisi proprio per avere la versione ufficiale dei fatti.

(Credit: Adnkronos, AGI,  AFP, Tuni Gazette) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Se hai gradito questo articolo, clicca per favore “Mi piace” sulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie in anticipo!