Isis muove guerra in Sinai, Egitto risponde con gli F-16 e gli Apache. Israele schiera i droni

Numeri discordanti sugli attacchi multipli a check-point dell’esercito egiziano da parte dei miliziani jihadisti di Wilayat Sinai (Provincia del Sinai) affiliata al sedicente ‘califfato’ islamico. Il premier egiziano Ibrahim Mahlab: “Egitto in stato di guerra”. Operazione delle ‘teste di cuoio’ al Cairo: uccisi nove jihadisti latitanti dei ‘Fratelli Musulmani’, che chiamano all’insurrezione per deporre al-Sisi a due giorni dall’anniversario della liberazione dell’Egitto dalla dittatura islamista

20150702-soldato-egiziano-blindato-655x368


Il Cairo – “L’Egitto è in stato di guerra”. Con queste parole il premier egiziano Ibrahim Mahlab ha delineato ieri la situazione che vive il Paese dopo i molteplici attacchi suicidi contro posti di controllo dell’esercito e delle forze di sicurezza nella parte settentrionale della penisola del Sinai, che ieri – secondo alcune fonti internazionali – avrebbero causato la morte di un’ottantina di militari egiziani e il ferimento di almeno altri cento.

Numeri che non trovano conferme da parte egiziana: fonti militari – rilanciate dai media locali e israeliani – riferiscono di 17 soldati uccisi, tra cui quattro ufficiali, e 13 feriti. Una valutazione ottimistica, a fronte della quale l’esercito del Cairo comunica di aver neutralizzato oltre 100 miliziani jihadisti di Wilayat Sinai (Provincia del Sinai), la locale affiliazione del cosiddetto ‘Stato Islamico’.

Obiettivo degli attacchi anche una stazione di polizia nei dintorni della città egiziana di Sheik Zuid. Fonti locali hanno riferito di esplosioni e di sparatorie, a seguito delle quali sarebbero rimasti uccisi 20 uomini delle forze di sicurezza, tra cui 11 per un’autobomba, e altri 40 sarebbero rimasti feriti.

I miliziani jihadisti hanno sferrato gli attacchi suicidi a bordo di fuoristrada. Tre di questi mezzi sarebbero stati distrutti dai militari egiziani, cui sono arrivati in soccorso gli F-16 dell’aviazione militare e gli elicotteri Apache in dotazione all’esercito.

“In un raid benedetto reso possibile da Allah, i leoni del califfato hanno attaccato simultaneamente più di 15 punti di controllo appartenenti all’esercito degli apostati (egiziani, ndr)”, ha dichiarato il gruppo jihadista affiliato all’Isis in un comunicato pubblicato sul web

Il sedicente Stato Islamico aveva esortato i propri seguaci a intensificare gli attacchi durante il mese santo islamico del Ramadan, iniziato a metà giugno, anche se non aveva specificato che l’Egitto fosse tra i destinatari degli attacchi.

Israele ha mosso i droni di sorveglianza per monitorare la situazione e raccogliere dati di intelligence, che di certo saranno passati al presidente al-Sisi, vero ‘leone’ della resistenza musulmana civile alla barbarie del cosiddetto Stato Islamico.

Mentre era in corso la reazione delle forze armate egiziane nel Nord del Sinai, le ‘teste di cuoio’ egiziane hanno fatto irruzione in un’abitazione della capitale in cui si rifugiavano nove latitanti dei ‘Fratelli Musulmani’, gruppo dichiarato fuorilegge come organizzazione terroristica dal governo del presidente al-Sisi, dopo diverse pronunce in tal senso della magistratura. Tra i nove ricercati vi era anche un ex deputato del Parlamento egiziano, ricercato per terrorismo.

Per tutta risposta, la ‘Fratellanza’ ha lanciato un appello all’insurrezione per deporre il presidente al-Sisi, a due giorni dall’anniversario della liberazione dell’Egitto dalla dittatura islamista di Mohammed Morsi. Al riguardo, i festeggiamenti previsti sono stati sospesi a causa dell’assassinio del procuratore generale Hisham Barakat, avvenuto con un’autobomba lunedì.

La capitale è presidiata però da forze di sicurezza, perché vi sono timori di disordini fomentati dai sostenitori dell’ex presidente Morsi, di recente condannato a morte per la maxi evasione dalle carceri promossa nel 2011.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Se hai gradito questo articolo, clicca per favoreMi piacesulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie.


Save the Children Italia Onlus