A Suzuka Hamilton le canta e le suona: batte Rosberg e raggiunge Senna. Vettel sul podio, poi Räikkönen

Vettel nulla può contro la superiorità delle Frecce d’Argento, ma onora la Ferrari ‘scusandosi’ per il terzo posto. Arrivabene: “podio meritato, mi aspettavo un risultato peggiore”. Lewis Hamilton raggiunge il suo mito Ayrton Senna a quota 41 vittorie e ipoteca il secondo titolo con la Stella a Tre Punte. Alonso si lamenta platealmente in gara: “questo motore è da GP2!”. Cerca il ‘licenziamento’ in tronco da parte della Honda. Lotus, miracolo!


Suzuka – Lewis Hamilton ha dominato il GP del Giappone, 14° appuntamento iridato, battendo il compagno di squadra Nico Rosberg, che sabato si era aggiudicato la pole position. Una vittoria conquistata di prepotenza con una partenza ‘cattiva’ e senza esitazioni, al contrario di Rosberg, che ha ‘ceduto’ alla prima curva e subito dopo ha commesso un errore, facendosi superare da Vettel e Bottas.

Al terzo posto Sebastian Vettel, seguito dal compagno di squadra Kimi Räikkönen, in grado di superare Valtteri Bottas non in pista, ma con una sapiente strategia box con cui il team di Maranello ha contrastato la più elevata velocità in rettilineo delle Williams. Bottas, quinto al traguardo, ha preceduto Hülkenberg, le due Lotus di Grosjean e Maldonado (miracolo!) e le due Toro Rosso di Verstappen e Sainz, autori anche di un breve duello tra loro, risolto con uno scatto felino dal pilota olandese a otto giri dalla fine.

Vincendo in Giappone (162° corsa in F1), Hamilton eguaglia Ayrton Senna a quota 41 vittorie, a una sola lunghezza di distacco da Sebastian Vettel. Un evento che il pilota britannico ha da un lato voluto dedicare proprio alla memoria del campione brasiliano, del quale è stato un fan fin da bambino, ispirandosi alla sua figura di pilota; dall’altro ha dedicato a Jules Bianchi, che sul circuito giapponese incontrò lo scorso anno la sconsideratezza manageriale di un momento di emergenza in pista (perché nonostante le autoassoluzioni, rimaniamo convinti delle responsabilità della direzione di gara in quei tragici momenti).

Con i 25 punti conquistati a Suzuka, Hamilton ora ha 48 punti di vantaggio su Rosberg e 59 su Vettel, inquadrando nel mirino il terzo titolo iridato, il secondo consecutivo con la Mercedes.

Per la Ferrari una giornata non negativa, ma che ha messo in rilievo un’attitudine mai verificatasi in F1 in queste dimensioni: l’umiltà. Quella di Sebastian Vettel, nella fattispecie, che con gli anni guadagna saggezza e una propensione al team building di straordinario valore. Il pilota tedesco, subito dopo la bandiera a scacchi, si è “scusato” con la squadra, per non essere stato in grado di ottenere un risultato migliore. Un’incredibile affermazione, che rende onore al pilota di Heppenheim, ‘smentito’ dal team principal del Cavallino Rampante, Maurizio Arrivabene, che invece si aspettava un risultato peggiore. Chissà quanti piloti o professionisti tout court amerebbero ricevere smentite di tal forma… Räikkönen, invece, si è lamentato perché avrebbe voluto ottenere di più, ma la differenza di tono non cambia la sostanza: i due piloti remano nella stessa direzione, in una situazione di serenità ambientale su cui si può costruire tutto. Chiamasi Team Renforcing, chapeau!

Per le Williams, al 5° posto di Bottas si contrappone il 17° di Felipe Massa, toccatosi con Daniel Ricciardo alla prima curva: per entrambi una foratura e una gara da dimenticare. L’australiano della Red Bull è arrivato 15°, ma la pista giapponese non ha dato al team austriaco alcuna soddisfazione. Kvyat, con una monoposto ricostruita in toto, è arrivato 13°, ma ha ammesso: “se potessi, cancellerei con una grossa X questa gara”. Da dimenticare, soprattutto dopo il gran botto di sabato alla fine della Q2, che ha traumatizzato sia la monoposto (distrutta) che il pilota (una maschera di confusione e di paura). Resettare.

Ottimo risultato conquistato da Nico Hülkenberg, che dal 13° posto in griglia (effetto delle penalità inflitte a Singapore per l’incidente con Massa) è riuscito a risalire al sesto posto finale con una gara intelligente, senza acuti, ma impostata su un passo costante e una strategia su due soste. Perez, sull’altra Force India, ha patito la stessa sorte di Ricciardo e Massa. La sua corsa è praticamente finita al primo giro e il 12° posto finale è un’impresa passata sotto silenzio.

Miracolo di Grosjean, Maldonado e della Lotus come team a Suzuka! In sintesi questo è il valore della gara giapponese per il team sull’orlo di una crisi di nervi (e non solo…), in difficoltà finanziarie tali che i meccanici hanno beneficiato dell’ospitalità della FOM di Ecclestone per mangiare nel paddock e non rimanere a…bocca asciutta.

La zona punti è chiusa dalle due Toro Rosso di Verstappen e Sainz, ancora una volta protagonisti di una lotta intestina, terminata con il recupero del pilota olandese sul compagno di squadra, superato senza difficoltà al 45° giro alla chicane. Tanto facilmente, da far sospettare l’esistenza di un preciso ordine di scuderia. Per il team, punti pesanti che però non cambiano niente, per Verstappen punti ulteriori al suo talento e un regalo anticipato per il 18° compleanno (mercoledì prossimo: auguri!).

Ultima considerazione per la McLaren-Honda. Intristisce vedere un team storico e di successo remare nelle retrovie e senza un apparente prospettiva migliore. Se intristisce noi, immaginiamoci cosa può passare nella testa di Fernando Alonso e Jenson Button, che proprio due ‘fermi’ non sono e non sono mai stati.

Un ragionamento da tener presente per interpretare l’alto teatro messo in scena da Alonso a Suzuka, che è la pista di proprietà della Honda, scusate se è poco. Prima un “imbarazzante, molto imbarazzante” come commento in diretta via radio alla facilità con cui subiva i sorpassi di Sainz, Nasr o Ericsson (che in condizioni normali – diciamocelo a quattr’occhi – avrebbero faticato le proverbiali sette…tute…). Poi l’alta interpretazione: “è un motore di GP2!”, seguito da un urlo.

Perché parliamo di teatro, vista la premessa? Button già più volte nel corso della stagione ha detto in sostanza le stesse cose, ma on forme che hanno esaltato la propria visione signorile della vita. L’interpretazione di Alonso – comprensibile umanamente, sportivamente e professionalmente – è a nostro avviso una manovra diversiva per spingere il licenziamento in tronco da parte della Honda, offesa in modo inqualificabile a casa propria. Nonostante la difesa di Ron Dennis, intervenuto per rafforzare l’Alonso-pensiero.

Ora vale la pena di ricordare che la Honda soffre un regolamento che impedisce i test di sviluppo, ossia di mettere il culo sopra una monoposto e sfinirla girando in un circuito, unico modo esistente per testare novità e nuove progettazioni. Ma questo regolamento è stato messo in piedi anche con la partecipazione della McLaren, che è causa del suo mal e che deve piangere se stessa. Per anni Montezemolo è stato criticato per aver chiesto ripetutamente il ritorno dei test, più o meno liberi. Al contrario, la McLaren ha contribuito a creare questo regime regolamentare imbecille, perché non limita i costi (anzi li fa lievitare) e non consente di vivere uno sport professionale nel modo corretto.

Forse Alonso vuole farsi licenziare dalla Honda? Abbia il coraggio di lasciare il team (ne avrebbe molte ragioni), ma lo faccia mettendoci la faccia, perché il pilota spagnolo rischia di essere antipatico (e poco professionale) anche quando ha ragione da vendere.

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Primati

In prova: Michael Schumacher (2006), Ferrari 248 F1, 1’28’’954 a 235,011 km/h di media

In gara: Kimi Räikkönen (2005), McLaren MP4-20, 1’31’’540 a 228,372 km/h di media

Sulla distanza: Fernando Alonso (2006), Renault R26, 1h23’53’’413 a 219,982 km/h di media

DRS: Singolo settore DRS a Suzuka tra le Curve 18 e 1. Il punto di rilevazione del distacco (Detection Point) è collocato 50 metri prima della Curva 16, mentre il punto di attivazione (Activation Point) è collocato 100 metri dopo la linea del traguardo.


Timing ufficiale (secondo il fuso orario di Roma)

Venerdì 25 Settembre 2015
03:00 – 04:30 Prove libere 1: diretta su Sky Sport F1 (207) e differita RaiSport 1 alle 07.30
07:00 – 08:30 Prove libere 2: diretta su Sky Sport F1 (207) e differita RaiSport 11.30

Sabato 26 Settembre 2015
05:00 – 06:00 Prove libere 3: diretta su Sky Sport F1 (207) e differita RaiSport 1 alle 09.30
08:00 – 09:00 (STIMA) Qualifiche: diretta su Sky Sport F1 (207) e differita Rai2 13.55

Domenica 27 Settembre 2015
07:00 – 09:00 (STIMA) Gara: diretta su Sky Sport F1 (207) e differita su Rai 2


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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.