Guerra al jihad: a Londra formazione antiterrorismo per 1 mln di persone che lavorano in ambienti pubblici

Sulla base del Project Griffin, avviato nel 2004, lavoratori di strutture alberghiere, impianti sportivi, luoghi di aggregazione, parchi divertimento e uffici pubblici saranno preparati nei prossimi 12 mesi ad affrontare gli effetti di un attacco terroristico. La sicurezza partecipata guidata da Downing Street può essere la chiave di volta per contrastare la guerriglia urbana con un approccio sussidiario

Londra – La Gran Bretagna, alla vigilia del 90° compleanno (genetliaco, si dovrebbe dire) di Sua Maestà la regina Elisabetta II, ha compiuto un passo avanti nella gestione delle emergenze causate da un eventuale attacco terroristico. E lo ha fatto con un cambiamento di prospettiva strategica, che rende l’emergenza un fatto possibile e lo inserisce in una griglia di “normalità” operativa, in un quadro di partecipazione sussidiaria al mantenimento degli assetti di sicurezza.

Ieri, il National Police Chiefs Council ha annunciato che un milione di persone riceveranno una formazione specifica per affrontare lo scenario di un attacco terroristico, ossia per intervenire nel corso di un evento di guerriglia urbana e per cogliere i segnali che servano a prevenirlo.

Sulla base del Project Griffin, avviato già nel 2004 e con cui sono state da allora formate 100.000 persone all’anno, specialisti dell’antiterrorismo e delle forze speciali britanniche forniranno una adeguata preparazione ai lavoratori di strutture ricettive, parchi di divertimento, catene di negozi, addetti alle strutture sportive, in modo che possano agire in modo competente nell’eventualità di un attacco terroristico che riguardi i relativi luoghi di lavoro.

Abbiamo bisogno che tutti prendano parte nel mantenere l’allerta pubblica, non che siano allarmati”, ha affermato Scott Wilson, coordinatore del contro-terrorismo britannico. Ovvio che il coinvolgimento parta proprio da chi, per motivi di lavoro, si trovi in luoghi affollati come centri commerciali, strutture sportive, alberghi e parchi di divertimento.

Immagini dell'attacco di Londra del 7 Luglio 2005
Immagini dell’attacco di Londra del 7 Luglio 2005

Il ‘Project Griffin’ fu avviato nel 2004, poco dopo l’attacco jihadista a Madrid, per rendere capaci gli addetti alla sicurezza di molte organizzazioni ad agire in caso di attacchi terroristici, con una prospettiva sia alla prevenzione attiva che alla gestione dell’incidente. Sapere cosa si deve fare di fronte a una minaccia potenziale può risultare decisivo per minimizzare i danni alle persone, ma agire in maniera coordinata in caso di reale attacco è sicuramente decisivo per salvare vite umane.

La decisione di ampliare il modello ‘Griffin’ è però stata presa dopo l’attacco di Parigi del 13 Novembre e di Brussels del mese scorso, con un piano che porta a un milione il target di lavoratori da formare. Una decisione significativa, adottata per rendere concreto lo sviluppo di un modello di sicurezza sussidiaria che coniughi capacità dello Stato e dei privati nel mantenere elevato il controllo sul territorio e nel garantire un bene immateriale come la sicurezza nazionale.

L’esperienza ormai dovrebbe aver insegnato che i terroristi possono ottenere il massimo risultato se trovano un ambiente favorevole con pochi ostacoli. A Parigi, per esempio, la presenza di personale armato nei locali presi di mira dai jihadisti avrebbe impedito il massacro e avrebbe consentito di neutralizzare una minaccia di relativamente bassa intensità, che però ha causato 130 morti proprio per l’assenza di una risposta attiva.

Il progetto britannico dovrebbe però diventare modello per tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, che condividono lo stesso pericolo, ma hanno spesso un approccio differente di fronte alle minacce. Salvo poi criticare l’azione di chi – come l’Austria o la Svizzera – eleva barriere di sicurezza supplementari per impedire l’infiltrazione di terroristi tra migranti illegali.

(Photo credit Seb/WENN.com) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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