Vettel vince il GP del Giappone, festa rimandata per il titolo iridato

Quinta vittoria consecutiva per il quasi tetra-campione del mondo, con Webber secondo. Grosjean sul podio, ma che partenza! Alonso quarto e le due Sauber a punti. Massa decimo, malgrado un drive through

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Sebastian Vettel, con la quinta vittoria consecutiva (la trentacinquesima di una carriera splendida), agguanta il quarto titolo iridato, ma la festa storica è rimandata al Gran Premio d’India a fine mese. Una formalità. La storia sportiva del giovane tedesco brilla in quella del motorsport, con una media da dominio totale. «Sebastian mi ricorda spesso i bei tempi con Michael (Schumacher, ndr) qui in Ferrari», ha detto nei giorni scorsi Stefano Domenicali, un paragone che fa venire la pelle d’oca. Decisivo l’allungamento del secondo stint e la scelta delle due soste per il tedesco di Heppenheim, mentre il compagno di squadra Webber, con una strategia sui tre pit stop, con il secondo posto interrompe la serie negativa e assicura alla Red Bull la seconda doppietta stagionale, dopo quella condita da polemiche in Malesia.

Vettel ha vinto nonostante gli ultimi otto giri avesse qualche problema alle gomme, nonostante una partenza non brillante, nonostante le qualifiche, nonostante i problemi con il Kers nelle libere e nonostante un blistering evidente sull’anteriore sinistra nella fase finale. Vettel ha vinto nonostante…

Terzo gradino del podio per un formidabile Romain Grosjean, autore di una splendida partenza e di una gara sempre all’attacco. Il secondo posto, perso a due giri dal termine, non toglie niente alla giornata splendida dello svizzero della Lotus, che può di certo rimuginare sulle qualifiche di Räikkönen, quinto al traguardo: partire dal nono posto non ha certo aiutato il finlandese, prossimo a tornare a Maranello

Fernando Alonso, a ridosso del podio, ha condotto una Ferrari in evidente debito di prestazione, ma con indefessa determinazione. Il sorpasso a Hülkemberg all’esterno della curva 1, all’inizio del 46° giro, resta come uno dei più belli della stagione. La Ferrari deve cambiare passo per la prossima stagione, questa è andata, ma non riuscirà a trattenere il pilota spagnolo (bramato dalla Honda per il 2015, in quello che sarebbe un clamoroso ritorno alla McLaren). Passo migliore, con gomme non degradate come in Corea, ma il gap con le Red Bull è stato in tutta la stagione troppo ampio.

Sesto e settimo posto per le due Sauber di Hülkemberg (siamo certi sia stata una scelta intelligente non portarlo alla Ferrari?) e di Gutierrez, che ha tesorizzato una monoposto rinata nel finale di stagione, non appena messo a punto il complesso sistema di sospensioni. Entrambi hanno battagliato quasi senza timori, ma il sorpasso di Hülkemberg a Ricciardo (20° giro) prima della curva 130R è da incorniciare, mentre quello subito nella stessa curva da Gutierrez, da Räikkönen, in quella piega mette in rilievo che il messicanino del team svizzero di strada da fare ne ha tanta.

Discorso a parte per Rosberg, ottavo sotto la bandiera a scacchi, che ha dovuto affrontare una giornata non in linea con le aspettative della Mercedes. Hamilton, rimasto coinvolto nella convulsa partenza in un contatto con l’ala di Vettel, ha in pratica concluso la gara subito. Il ritiro al nono giro solo una conseguenza del contatto, che ha mandato in tilt le regolazioni del retrotreno della W04 del britannico, oltre alla gomma forata all’inizio. Rosberg, invece, è stato tra i primi, fino al 13° giro, quando all’uscita dal primo pit stop ha incontrato sulla sua strada nella corsia box la Force India di Adrian Sutil, beccandosi un Drive Through per la manovra pericolosa, di cui però ha colpa il team. Da quel momento, una rimonta, e l’ottavo posto è arrivato nonostante uno svarione alla prima curva.

Infine, nelle posizioni a punti, Jenson Button, nono, autore di una gara difficile, con qualche problema al pit stop alla gomma posteriore destra. Le scaramucce con il compagno di squadra Perez non tolgono niente a una prestazione grigia. Massa, invece, era partito bene, tenendo testa ad Alonso, forse anche per la deliberata scelta della Ferrari di lasciare liberi i piloti di combattersi tra loro. Poi, la svolta negativa al 29° giro in occasione del pit stop, costato poi un Drive Through per eccesso di velocità in pit lane. Un errore del pilota, che però può accadere.

Le Force India in grande difficoltà, con Sutil dal fondo arrivato 14° e Di Resta a ridosso della zona punti. Le Toro Rosso brillanti con Ricciardo, fino alla manovrina alla 130R su Di Resta al 30° giro e la penalità del DT seguente.

La F1 lascia Suzuka dopo una gara divertente, segno evidente che sulle piste “vere” le corse possono essere sempre movimentate, perché forniscono ai piloti materiale su cui lavorare. Un monito su cui Ecclestone e la FIA dovrebbero riflettere.

La lotta per l’iride è finita e per Alonso e la Ferrari è l’ennesima sconfitta: al pilota spagnolo il contentino di aver superato oggi Michael Schumacher nella classifica dei punti conquistati in carriera (1571, contro 1566 del sette volte campione del mondo di Kerpen: terzo Vettel, con 1351), ma è una classifica drogata dai cambiamenti regolamentari. Per la Ferrari il secondo posto nel Mondiale Costruttori è una pezza a un campionato perso. Il quarto consecutivo.

Fra 15 giorni, a New Dheli, Sebastian Vettel e la Red Bull metteranno il quarto sigillo iridato nei rispettivi palmares. Un dominio che segna la storia della Formula 1, che ora entra in fibrillazione per le ultime quattro gare, utili a chi – come Massa e Hülkemberg – cercheranno di trovare lo spazio per rimanere nella massima formula.

Ultimo aggiornamento 13 Ottobre 2013, ore 10.44 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.