Emergenza GOCE. L’ASI esclude impatto sull’Italia, ma la vigilanza rimane attiva

Stamattina nessun impatto e la Protezione Civile, seguendo le indicazioni dell’Agenzia Spaziale Italiana, ridimensiona l’allarme, che rimane confermato per stasera solo per precauzione. In un primo tempo la terza finestra riguardava un possibile impatto nel Sud Italia in Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Sviluppi a breve

20131109-goce-660x440

La Protezione Civile e l’Agenzia Spaziale Italiana, nell’ultimo aggiornamento sul rientro incontrollato del satellite GOCE (Gravity Field and Steady State Ocean Circulation Explorer), hanno escluso un eventuale impatto dei frammenti del satellite sul territorio italiano, essendosi ridotta ulteriormente la finestra temporale della caduta. Lo rende noto una nota del Dipartimento della Protezione Civile di qualche minuto fa.

In precedenza sul rientro incontrollato del satellite, l’ultimo aggiornamento fornito dall’ASI aveva spostato in avanti la finestra temporale di previsione, collocandola tra le 10 di oggi, domenica 10 novembre, e le 9.35 di domani, lunedì 11.. La Protezione civile aveva resto noto che “di conseguenza, è stato escluso un eventuale impatto dei frammenti del satellite con il nostro territorio nella mattinata di oggi“. Ora le rassicurazioni sono state estese quasi del tutto.

 “Non è ancora possibile escludere – prosegue la Ptotezione civile – la pur remota possibilità che uno o più parti possano cadere in Italia nelle altre due finestre temporali già indicate: dalle 19.44 alle 20.24 di oggi interessando potenzialmente i territori di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna”.

Per domani l’allarme riguardava il Sud Italia, “dalle 7.48 alle 8.28 di domani, lunedi’ 11 novembre, coinvolgendo potenzialmente”Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia“.

20131110-goce-track-fig3-660x462

L’ultimo aggiornamento escluderebbe anche questa ipotesi remota. Non è ancora un CESSATO ALLARME, ma solo per questioni di ragionevole prevenzione e precauzione. Comunque ASI e Protezione Civile continuano a monitorare la situazione per evitare qualsiasi pericolo per la popolazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Credit: Agi, Asi, Protezione Civile