Il ministero dell’Economia ferma il ‘pizzo’ del 20% sui bonifici dall’estero

Denunciato da Beppe Grillo, dall’Istituto Bruno Leoni, dall’Adusbef e da “Il Fatto Quotidiano”, la ritenuta sui bonifici provenienti dall’estero è stata sospesa, in attesa si concluda l’iter di abrogazione. Si saranno accorti che non ce ne fosse bisogno e che dei nostri conti correnti sanno tutto meglio di noi? Una cosa è certa: si era sollevata una specie di insurrezione sul web… Gli acconti già trattenuti saranno restituiti dalle banche

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Roma – La ritenuta automatica del 20 per cento sui flussi finanziari provenienti dall’estero, su cui ieri abbiamo scritto, è stata sospesa, in attesa di abrogarla del tutto. Lo prevede un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, emanato su richiesta del Ministro dell’Economia.

In una nota il Tesoro ha informato che tale provvedimento “sospende l’operatività della ritenuta del 20 percento sui redditi derivanti da investimenti esteri e dalle attività estere di natura finanziaria applicata automaticamente dagli intermediari finanziari“.

Gli acconti eventualmente già trattenuti da intermediari finanziari sulla base della norma in oggetto saranno rimessi a disposizione degli interessati dagli stessi intermediari” si legge nella nota, che prosegue nel segnalare che “l’evoluzione del contesto internazionale in materia di contrasto all’evasione fiscale cross-border, che ha subito una forte accelerazione, attraverso la creazione di un modello di accordo intergovernativo (IGA) per lo scambio di informazioni tra gli USA e gli altri Paesi, fa ritenere ormai superata la disposizione che ha introdotto la predetta ritenuta alla fonte, atteso che le informazioni sui redditi di fonte estera di pertinenza di residenti italiani saranno disponibili attraverso il canale dello scambio automatico multilaterale di informazioni“. Tradotto: sappiamo già tutto dei vostri flussi finanziari, forse avremmo dovuto capire che stavamo allarmando inutilmente.

Peraltro, lo scambio automatico multilaterale delle informazioni “ha costituito la base per la nascita di un sistema automatico di scambio di informazioni multilaterale tra Paesi (Common Reporting Standard), presentato dall’OCSE nel gennaio scorso, e sottoposto all’approvazione del meeting del G20 di questo mese di febbraio. Lo scambio di informazioni costituisce il nuovo percorso condiviso per la lotta all’evasione fiscale internazionale“. Una nota che meriterebbe una bocciatura in comunicazione e che squalifica chi l’ha scritta, visto che l’uomo della strada – il consumatore medio – fa fatica a interpretarla.

Il MEF però si è superato, perché ha attribuito all’Europa il “demerito” di quel che appare una misura da dittatura, quando precisa che “la disposizione che ha previsto l’obbligo, per gli intermediari residenti, di applicare la ritenuta del 20 percento sui redditi derivanti da investimenti esteri e dalle attività estere di natura finanziaria, è stata originariamente predisposta, nel corso dell’anno 2012 – ricorda il Tesoro – nel quadro delle iniziative di risposta alla richiesta di informazioni della Commissione Europea (caso EU Pilot 171/11/Taxu), relative alla non proporzionalità degli adempimenti e delle sanzioni in materia di monitoraggio fiscale, rispetto agli obiettivi di contrasto all’evasione perseguiti dall’Italia, attraverso il predetto monitoraggio. La stessa disposizione e’ stata introdotta nell’ordinamento soltanto il 6 agosto 2013 con la legge europea n. 97“.

Il MEF precisa che alla sospensione degli effetti della norma (ossia della ritenuta del 20 per cento) seguirà l’abrogazione della ritenuta, che si otterrà tecnicamente con l’introduzione di un articolo ad hoc nel disegno di legge che stabilirà le disposizioni dell’accordo “IGA con gli USA e per l’implementazione del Common Reporting Standard“. Abrogazione che avverrà “ai fini di semplificazione” conclude la nota. Non perché assurda e immorale e per il delicato principio di inversione dell’onere della prova sulla natura del reddito. Roba da Gestapo finanziaria, peraltro messa in luce dall’Istituto Bruno Leoni nell’articolo pubblicato ieri.