Boom della chirurgia ai genitali femminili in Italia. Tra sessualità esuberante e miti ignoranti

Un convegno a Padova ha fatto il punto sui vari aspetti connessi a una voce crescente della chirurgia estetica dell’apparato genitale femminile. La labioplastica riduttiva – secondo il vicepresidente di Aicpe – ha un modello di riferimento nelle attrici di film hard

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Padova – Gli interventi di chirurgia plastica intima femminile sono in fortissima crescita: in Italia, dal 2011 al 2012, si è registrato un aumento del 24 per cento, mentre negli Usa c’è stato un balzo in avanti del 50 per cento. Proprio alle novità e agli aggiornamenti professionali sul trattamento di disfunzioni, segni d’invecchiamento e inestetismi della regione corporea più intima della donna è stato dedicato il corso “Medicina e Chirurgia Intima Femminile – salute e ringiovanimento, funzione ed estetica“, che si è tenuto a Padova, con il patrocinio di Aicpe (Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica) e sotto la direzione di Luca Siliprandi, vicepresidente di Aicpe.

All’evento di Padova hanno partecipato gli specialisti interessati all’argomento, ginecologi, chirurghi plastici, dermatologi, urologi, medici estetici, proctologi e medici legali. “Riceviamo sempre più richieste e di diverso tipo: pur trattandosi di interventi delicati sia dal punto di vista tecnico, sia sotto il profilo etico, è un fenomeno che comunque non può essere ignorato“, ha affermato Siliprandi. “Le più giovani – ha aggiunto – richiedono la labioplastica, ossia il rimodellamento delle piccole labbra troppo sviluppate, evidenti per via della moda dell’epilazione pubica e perineale; le meno giovani richiedono non solo il sollievo dalla secchezza e dal prurito dovuti alla carenza estrogenica, ma anche la riacquisizione di un maggior tono vaginale per poter vivere con soddisfazione una prolungata vita sessuale che oggi prosegue anche per 30 anni dopo la menopausa”.

Crescenti sono anche le richieste di ricostruzione dell’imene da parte di giovani donne musulmane”, ha evidenziato Siliprandi, “per simulare una nuova verginità, necessaria a evitare non solo il rifiuto da parte del promesso marito, ma anche il definitivo allontanamento da parte della famiglia d’origine“, un fenomeno già noto nei Paesi del Medio Oriente e dell’Africa Mediterranea dove si mescolano modi di vivere occidentali e tradizioni che hanno poco a che fare con la religione in senso stretto, molto con fenomeni più laici e di ordine culturale.

I “canoni estetici” relativi alla zona genitale femminile sono recenti e si fondano su basi piuttosto incerte. “Di solito si richiedono piccole labbra simmetriche – ha detto Siliprandi – e che non fuoriescano eccessivamente dalle grandi labbra. È bene ricordare che l’esigenza di rimodellamento di questa zona, che nasce dalla moda dell’epilazione totale, non ha nessuna base scientifica: le piccole labbra corte non sono affatto un segnale di giovinezza, ma semplicemente una caratteristica individuale. Probabilmente – ha ricordato il vicepresidente dell’Aicpe – il modello di riferimento in questo campo sono le attrici dei film a luci rosse, che hanno piccole labbra corte per evitare i danni conseguenti ad attriti prolungati”.

Pur trattandosi di un intervento eseguibile ambulatorialmente in anestesia locale, va progettato ed eseguito con la massima cura ed attenzione – ha ricordato Siliprandi – evitando asportazioni eccessive per non incorrere in problemi futuri. Con la menopausa, la diminuzione estrogenica induce l’ipotrofia dei tessuti vulvari che potrebbe ridurre ulteriormente le dimensioni di piccole labbra eccessivamente accorciate, venendo così a mancare la fisiologica protezione della vagina“.

Problematiche etiche, deontologiche e legali, oltre agli aspetti psicologi e sociali, devono essere considerati negli interventi nella zona genitale. “Per il perseguimento del benessere della paziente, è fondamentale valutare il reale spessore del suo disagio – ha sottolineato – Lo specialista non deve ridurre all’aspetto meramente ‘tecnico’ il suo operare, ma anche almeno tentare di chiarire le motivazioni da cui è spinta la richiesta e quali siano le aspettative della paziente“, ha aggiunto Siliprandi.

Insomma, nella misura del possibile, un chirurgo estetico che ricevesse richieste assurde dovrebbe dissuadere la cliente, se le sue scelte si possono riverberare in modo negativo sulla sua salute nel medio-lungo termine. Ippocrate del resto è vivo e lotta insieme …a loro.

(Credit: AGI)