Che noia, che barba…nera! Hamilton strapazza tutti pure nelle seconde libere del GP di Spagna

La Mercedes domina in modo stratosferico anzitutto con i team motorizzati …Mercedes: la prima McLaren a oltre 2 secondi. Vettel in vacanza forzata, monoposto sezionata per trovare il bandolo della matassa nella power unit che non va. Ferrari e Red Bull in lotta per il podio

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Barcelona – Il Gran Premio di Spagna appare segnato: questione di strategie, di affidabilità, performance della gomma in gara, capacità di inquadrare la gara in funzione delle variabili che si presenteranno (tipo l’ingresso di una Safety Car). Niente altro può mettere in dubbio la vittoria di una Mercedes, con Hamilton candidato all’ennesima pole e un tempo monstre in assetto da gara proprio all’ultimo giro – 1’29”6 – irraggiungibile per tutti gli altri.

Intanto, nelle secondo libere, “Il Nero” – come Leo Turrini chiama affettuosamente ewis Hamilton – le ha “suonate” a tutti di nuovo, dando 4,5 decimi al compagno di squadra Rosberg, quasi un secondo a Daniel Ricciardo, quasi un secondo e mezzo ad Alonso. Räikkönen, quinto tempo, ha un distacco di oltre 1,7 secondi.

Ma il vero metro della superiorità Mercedes – non solo come power unit, come pacchetto complessivo – è il tempo di Kevin Magnusse, che con la prima McLaren è anche la prima monoposto con lo stesso motore della monoposto di Brackley. A 2”264 di distacco: un abisso. Top Ten completata dall’altra McLaren di Jenson Button, da Felipe Massa (Williams, sempre motorizzata Mercedes), da Pastor Maldonado – che conferma la forza su questa pista, dove vinse nel 2012 con la Williams – e Daniil Kvyat, che mostra di non essere una promessa, ma una minaccia per gli avversari in futuro. La misura del dominio di Mercedes è questa.

Per Ferrari c’è qualche speranza? La lotta è per il podio e l’unico aspetto positivo è che Alonso e Räikkönen sono più vicini, segno che le modifiche richieste dal pilota finlandese all’abitacolo sono state produttive. Ricciardo, unico alfiere della Red Bull a girare, mostra la serenità di chi ha tutto da guadagnare a combattere senza altri grilli per la testa. Correre, correre, il suo motto bibitaro. Prosit.

L’altra Red Bull ferma ai box per tutta la sessione e Vettel in vacanza forzata. Il problema alla power unit e alle batterie ha reso impossibile scendere in pista. Una volta c’erano le T-car – i muletti – non sarebbe successo. Oggi, con i team fuori dalla realtà finanziaria del mondo normale, la T-car è vietata, quindi un pilota deve stare fermo. Scusateci se osiamo, ma a noi sembrano assurdità. Per Vettel, arrivederci a domani, con una mole di lavoro impossibile da fare e quindi con uno scenario per la gara affidato alla sorte e alle sue capacità di scegliere l’assetto migliore.

In attesa di domani, ultima nota. Multa in arrivo per la Toro Rosso, dove hanno fissato male la posteriore destra di Jean-Eric Vergne proprio alla fine della sessione. Il pilota francese s’è visto quasi superare dalla gomma e, con humor tutto transalpino, ha osservato via radio: “devo aver perso la gomma…”. Voto 30 e lode per la battuta.

Voto 4- per Max Chilton, che a bandiera scacchi abbassata ha semplicemente frenato sui marbles e ha portato a un palmo dalle barriere la sua Marussia-Ferrari, di cui peraltro si dice un gran male, dopo l’uscita del costruttore russo dal team. Pericolo fallimento in agguato.

Si fa finta di non capire che la crisi è feroce e che si dovrebbe avere la decenza di prenderne atto, abbassando i costi in maniera draconiana, eliminando l’eliminabile, ma non certo riducendo la Formula 1 a refugium peccatorum, ma palestra di competenze dell’automotive. Costi quel che costi…(si fa per dire…).

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.