Sessualità e pornografia: trovata la relazione tra ‘consumo’ di immagini porno e massa cerebrale ridotta

20140530-pornography-brain-modification-650x433

Una ricerca del Max Planck Institute for Human Development ha trovato una relazione tra la dimensione del cervello e l’attività cerebrale connessa alla visione di immagini pornografiche. La ricerca non ha però ancora chiarito se la massa inferiore sia causa o effetto del maggior consumo di materiale pornografico

Berlino – Uno studio condotto dai ricercatori del Max Planck Institute for Human Development di Berlino ha legato per la prima volta una riduzione delle dimensioni del cervello e della sua attività alla visione di immagini pornografiche

I ricercatori hanno coinvolto nella ricerca 64 maschi che hanno riportato il numero di ore in media dedicate al consumo di pornografia durante una settimana.

Come si legge sulla rivista ‘Jama Psychiatry‘, l’obiettivo della ricerca era determinare se il frequente consumo di contenuti sessualmente espliciti potesse avere qualche associazione con il network cerebrale frontostriatale, che include funzioni come il processo di assunzione delle decisioni, la memoria e l’attenzione.

I partecipanti in media guardavano quattro ore alla settimana di filmati pornografici. Gli scienziati hanno poi scansionato i cervelli degli uomini mediante risonanza magnetica per immagini mentre osservavano immagini pornografiche da siti web e immagini con contenuti non espliciti.

Di fronte all’osservazione di immagini esplicite, i cervelli delle persone esaminate mostravano una ridotta funzionalità nella parte del cervello responsabile della motivazione, il che suggeriva la presenza di un più piccolo volume di materia grigia.

Gli individui con un minor volume dello striato potrebbero aver bisogno di maggiori stimolazioni esterne e potrebbero trovare il consumo della pornografia più soddisfacente“, ha affermato Simone Kühn, direttore della ricerca. Gli scienziati che hanno condotto lo studio ritengono indispensabile approfondire la ricerca, in particolare per comprendere se la mancanza di materia grigia sia o meno causa o effetto del maggior consumo di materiale pornografico.

Il fatto che lo studio non possa affermare che il porno causi una modifica al cervello, comporta che non si possa affermare – ha sottolineato Kühn – con certezza che la pornografia sia dannosa. Tutto diventa pessimo se consumato in modo eccessivo e probabilmente niente è terribile se fruito con moderazione“, ha commentato Gregory Tau, dello Psychiatric Institute della Columbia University di New York.

Tau, che non ha però partecipato allo studio, ha convenuto con ‘Jama Psychiatry‘ che bisognerebbe continuare a studiare queste connessioni, per capire se la pornografia abbia o meno un rapporto di causalità con cambiamenti misurabili del cervello. Non c’è dubbio che sarebbe un passo avanti scoprire che guardare immagini pornografiche produca un rimbambimento graduale.

È possibile che ci siano individui con un certo tipo di cervello più sensibili a questo tipo di comportamenti“, ha aggiunto il professor Tau, aggiungendo che è anche possibile “che sia l’uso eccessivo (delle immagini pornografiche, ndr) a causare cambiamenti del cervello.

Il professor Kühn ha però affermato che altri comportamenti – come ad esempio la guida di un taxi – sono collegati ai cambiamenti della dimensione del cervello e al suo funzionamento. Fondamentalmente tutto ciò che la gente fa molto frequentemente può plasmare la struttura e funzione del loro cervello“, ha concluso il direttore della ricerca del Max Planck Institute.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 pensieri riguardo “Sessualità e pornografia: trovata la relazione tra ‘consumo’ di immagini porno e massa cerebrale ridotta

  • 01/06/2014 in 22:24:52
    Permalink

    Sicuramente i vari programmi demenziali propinati a piene mani dalla Rai e da Mediaset fanno ancora peggio. Oltre a rimpicciolire il cervello ,rimpiccioliscono anche il portafoglio.

    • 02/06/2014 in 00:53:47
      Permalink

      Angelo,
      la ricerca non ha determinato se vi sia una rapporto causale tra fruizione della pornograzia e dimensione del cervello, in un senso o nell’altro: la ricerca proseguirà per capire se è il cervello piccolo a spingere verso il consumo di pornografia o, viceversa, se la fruizione continua di immagini porno determini una contrazione del cervello.

      Però è un’idea interessante aprire un altro fronte di ricerca nel senso che lei suggerisce. Di certo si troverà che gli italiani regolari pagatori del canone Rai apparteniamo alla categoria degli imbecilli (con o senza riduzione di massa cerebrale), perché tolleriamo una tassa e la contestuale pubblicità. Chi evoca la BBC – in materia di obbligo di pagamento del canone TV – mente sapendo di mentire o non sa in assoluto – che il paragone è infondato in toto. Grazie per la partecipazione, continui a seguirci.

      Buon 2 Giugno

I commenti sono chiusi.