Sudan, verso la dichiarazione di incostituzionalità della condanna a morte di Meriam

Lo afferma la Commissione diritti umani di Khartoum. Lo ha rivelato Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur, alla quale lo ha comunicato l’ambasciatrice sudanese in Italia Amira Daoud Gornass

20140531-Meriam Ibrahim con il marito Daniel Wani (fermo immagine dalla Cnn)

Khartoum – La condanna a morte per apostasia di Meriam Yahya Ibrahim Ishaq in Sudan è incostituzionale: “l’articolo 38 della Sudan Transitional Constitution del 2005 prevede la libertà di culto per tutti i cittadini“. È questa la motivazione espressa dalla Commissione Nazionale per i Diritti Umani del Sudan in risposta alla lettera/appello di Italians for Darfur inviata a Khartoum. A consegnare la comunicazione alla presidente dell’associazione Antonella Napoli, l’ambasciatrice sudanese in Italia, Amira Daoud Gornass, che ne ha condiviso la convinzione che sia stato imboccato un percorso che porterà all’annullamento della sentenza di primo grado.”La Commissione dopo aver monitorato il caso di Meriam – sottolinea Napoli – e sulla base di quanto sancisce la Costituzione sulla libertà di religione, credo e culto, afferma che Abrar Alhadi Mohamed Abdallah (nome arabo di Meriam) avesse il diritto di dichiarare ed esprimere liberamente la sua religione attraverso la pratica, i rituali e le celebrazioni che essa prescrive e che nessuno dovrebbe essere forzato a convertirsi a una fede in cui non crede o alla pratica di rituale o riti che non accetta volentieri“.

La Commissione, autorità non governativa ma consultiva, ha il compito di far rispettare l’applicazione dei diritti contemplati dalla Costituzione del 2005 e di intervenire sulle segnalazioni delle violazioni dei diritti e della libertà esprimendo la propria opinione e dare indicazioni agli organi dello Stato su qualsiasi materia riguardante i diritti umani.

La Commissione Nazionale per i Diritti Umani ha tenuto la scorsa settimana un incontro straordinario sul caso di Meriam – prosegue la presidente di Italians for Darfur – e ha inviato le conclusioni al presidente Omar Hassan al Bashir. Nel documento si suggerisce al Governo del Sudan di adempiere ai testi dei trattati e delle convenzioni costituzionali e internazionali dei quali è promotore, e di garantire l’applicazione dei diritti umani contemplati dalla Costituzione e in accordo con i principi internazionali sui diritti umani“.

La Commissione ha rilevato una gestione non professionale del caso di Meriam da parte di specifici organi – conclude la presidente Napoli – determinando conseguenze sulla situazione sociale, psicologica e legale del condannato, che pertanto potrebbe influenzare negativamente la condotta del caso. Insomma, il giudice d’Appello non dovrà tenere conto del giudizio in primo grado e basarsi solo ed esclusivamente sul diritto sancito dalla Costituzione“. 

(TMNews)