EconomiaIn Primo Piano

Crisi, allarme di Confcommercio: “Redditi tornati ai livelli di 30 anni fa”

Le entrate disponibili annue procapite degli italiani, nel 2014, sono pari a 17.400 euro, sui livelli del 1986, quando si attestavano a 17.200 euro. Sangalli: “Ripresa fragile, tagliare tasse ed estendere bonus 80 euro a tutti”

20140910-carlo-sangalli-655

Roma – I redditi degli italiani sono fermi a 30 anni fa. Lo ha rilevato Confcommercio nella nota di aggiornamento del Rapporto consumi dell’ufficio studi di piazza Belli. Il reddito disponibile annuo procapite nel 2014 è pari a 17.400 euro, sui livelli del 1986, quando (ricalcolato alla valuta odierna) era pari a 17.200 euro.

Quanto al Pil, torna ai livelli del ’97 come anche i consumi. Rispetto al 2007, ovvero al periodo pre-crisi, rileva ancora la Confcommercio, i redditi scendono del 2,6%, il Pil a – 3,3% e i consumi a -1,8%.

Non solo. Le spese obbligate, quelle destinate ai consumi di beni e servizi necessari, dalla casa ai carburanti, dalle spese sanitarie all’assicurazione, sono cresciute ai massimi livelli. Il trend crescente delle spese “incomprimibili” – rileva Confcommercio – sale al 41% sul totale dei consumi, venti anni fa era al 32,3%. Crolla l’acquisto di beni commercializzabili passato dal 51,4% del ’92 al 39% del 2014, mentre è in progressivo aumento la parte dei consumi destinati ai servizi commercializzabili che nel 2014 raggiunge il 20%.

Tra le spese obbligate, in poco più di venti anni, cresce significativamente quella per l’abitazione, passata dal 17,1% al 23,9% e per l’acquisto dei carburanti e dei servizi per la gestione dei mezzi di trasporto. Di contro, tra i commercializzabili si conferma il progressivo ridimensionamento della spesa per alimentari e bevande, fenomeno che ha caratterizzato anche altri segmenti di consumo considerati “maturi” quali l’abbigliamento e le calzature, i mobili, e l’acquisto di autovetture.

Confcommercio punta il dito contro le nuove tasse, che ostacolano gli effetti del bonus di 80 euro. “La crescita di altre imposte come quelle immobiliari e la stessa incertezza sull’entità, sui tempi e sulle modalità di pagamento dei suddetti tributi, costituiscono nuovi ostacoli a un pieno dispiegarsi dei potenziali effetti benefici della parziale, se non del tutto apparente, riduzione del carico fiscale per un gruppo di contribuenti, derivante dall’ effetto “Renzi+80 euro” che, sembra abbia migliorato il sentiment dei consumatori tra marzo e maggio, producendo però solo modesti effetti sui comportamenti di spesa tra aprile e luglio”.

Per il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, per tornare a crescere serve assolutamente tagliare le tasse ed estendere il bonus degli 80 euro a tutti i lavoratori. Con una ripresa ancora troppo fragile, incerta, contraddittoria, la parola d’ordine dell’impegno governativo deve essere la crescita, per scongiurare definitivamente l’ipotesi di una manovra correttiva e per dare una mano concreta alle imprese e alle famiglie“, ha affermato Sangalli.  E in questo scenario, sostiene il rpesidente di Confcommercio, “la priorità assoluta, secondo noi, resta la riduzione delle tasse, secondo un percorso graduale e sostenibile“. “Solo così – continua Sangalli – si potrà tornare a crescere, a investire, a creare nuove possibilità di occupazione e a restituire un po’ di futuro alle giovani generazioni“.

Quanto al “bonus degli 80 euro che deve riguardare tutti i lavoratori, compresi gli indipendenti, finora ingiustamente esclusi, e il decreto Sblocca Italia, vanno certamente nella giusta direzione ma hanno bisogno di ulteriori ed urgenti impulsi“. “Noi ci auguriamo che il governo riesca a sanare questa disparità di trattamento – conclude Sangalli – io personalmente sono convinto che il Premier Renzi ce la farà“.

(Adnkronos)