Guerra al jihad, Minniti: “Isis non ci ha sorpresi, ma ci minaccerà per anni”. Poi sconfessa Lapo Pistelli

In un’intervista al quotidiano torinese “La Stampa”, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Marco Minniti, Autorità delegata per la sicurezza, riconosce la minaccia costituita dai jihadisti e sui sequestri di italiani dice: “condizione fondamentale è la massima riservatezza”. Una bacchettata al viceministro degli Esteri, che una settimana fa aveva rivelato la disponibilità del Governo italiano a pagare riscatti per la liberazione degli italiani. Quando si dimette Pistelli?

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“Siamo di fronte alla minaccia terroristica più seria dall’attacco dell’11 settembre, una minaccia che ci accompagnerà per anni”. Così Marco Minniti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi di informazione e sicurezza, in  un’intervista a “La Stampa” di Torino ha parlato della minaccia terroristica. “Abbiamo costruito – spiega – un’alleanza per neutralizzare la potenza militare dell’Isis, con gli strumenti propri della guerra ‘simmetrica’, ma servirà di più perché l’Isis utilizza anche tecniche di guerra asimmetrica”.

L’ultimo messaggio del portavoce dell’Isis, Abu Mohammed al Adnani, lo testimonia in modo inequivocabile.

“Abbiamo a che fare con una organizzazione molto sofisticata – ribadisce Minniti – l’Isis dispone di territori, controlla pezzi di economia e parte del mercato del petrolio che vende di contrabbando a Paesi stranieri. Quando i miliziani hanno occupato Mosul, hanno preso da una sola banca 400 milioni di dollari in contanti. Gestisce modernissime attività di propaganda, ricorrendo a professionalità ‘molto occidentali’. Eppure – assicura Minniti – tutto questo non ci ha colti di sorpresa“, un’affermazione che andrebbe spiegata meglio ai cittadini (nella misura del possibile). “Eravamo consapevoli – spiega ancora Minniti – di ciò che stava covando sotto le ceneri”, circostanza che però dimostra la continuità della minaccia jihadista dall’11 Settembre a oggi.

“E non ci sorprende nemmeno la minaccia costituita dai ‘foreign fighters’ –  continua Minniti nell’intervista rilasciata a Guido Ruotolo – i combattenti stranieri, e del ruolo non marginale che avevano assunto dentro l’organizzazione”.

Minniti si è anche espresso sulla questione riguardante i sei italiani che ad oggi risultano sequestrati nel mondo: tre in Siria, due in Libia e uno in Pakistan, in particolare su quanto riportato da alcuni giornali stranieri, rivelanti notizie su padre Paolo Dall’Oglio e sulle due cooperanti-fai-da-te Vanessa Marzullo e Greta Ramelle.

“Gli italiani sequestrati sono al centro della nostra attività“, afferma il sottosegretario ai “servizi segreti”, precisando però che “una delle condizioni fondamentali per raggiungere l’obiettivo della loro liberazione, è la massima riservatezza”. Questo perché anche “involontariamente, si può diventare strumenti di campagne di disinformazione”, spiega, aggiungendo che questo è il motivo per cui “ci appelliamo alla prudenza”.

20140922-lapo-pistelli-312x207Una evidente sconfessione delle parole dal-sen-fuggite di Lapo Pistelli, viceministro degli Esteri, che la scorsa settimana affermò che “non sempre l’Italia ha pagato riscatti”, il che significa che li ha pagati, sollevando l’ira in molti ambienti diplomatici (e probabilmente la meraviglia in molti apparati di sicurezza alleati dell’Italia).

Il tema dell’adeguatezza di Pistelli si propone perché è in prima fila tra i pretendenti alla sostituzione di Federica Mogherini, prossima teorica zarina europea degli Esteri e della Difesa, se la Politica Estera e di Sicurezza Comune esistesse davvero (e potrebbe esistere solo con un governo federale europeo che, purtroppo, manca). A Pistelli però andrebbe ricordato che partire dalla prima fila non serve sempre, perché “un guasto” (anche sotto mentite spoglie di dichiarazioni estemporanee e inappropriate) può sempre accadere.

Si ritiri dalla corsa per la Farnesina, Pistelli, prima che qualcuno dotato di senno adeguato ponga la più classica delle domande: “quando si dimette Pistelli?

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