Le tensioni internazionali in Europa orientale manifestano i primi effetti: in ottobre luce +1,7%, gas +5,4%
Lo ha confermato l’Autorità per l’energia, nel consueto aggiornamento trimestrale. “Aumenti dovuti alle tensioni tra Russia e Ucraina”. L’aumento serve anche a finanziare le fonti rinnovabili, i certificati verdi, lo smantellamento delle centrali nucleari. In breve, paghiamo di più perché i governi succedutisi negli ultimi decenni non hanno adottato le giuste scelte in materia energetica
Roma – Le tensioni tra Russia e Ucraina si fanno sentire sulle bollette del gas e della luce, nell’avvicinarsi dei mesi invernali. Dal 1° ottobre e per tutto il trimestre successivo, gli italiani pagheranno per l’energia elettrica con una maggiorazione dell’1,7 per cento, pari a circa 2 euro, con una spesa media annua per la famiglia tipo di 521 euro. Per il gas l’incremento sarà del 5,4 per cento, con una maggiore spesa trimestrale di 19 euro pari a 1.148 euro su base annua per il cliente tipo.
Si tratta del primo aumento per il gas dopo un anno e mezzo di continui ribassi. Lo ha deciso l’Autorità per l’energia elettrica, nel consueto aggiornamento trimestrale per le famiglie e i piccoli consumatori.
Per il gas, spiega l’Authority, “le tensioni sui mercati legate agli attesi rialzi stagionali della materia prima (+6,4 per cento), e alla crisi russo-ucraina hanno determinato un incremento del 5,4 per cento delle condizioni di riferimento trimestrali; tuttavia, grazie alla riforma che dallo scorso anno ha agganciato i prezzi italiani a quelli di mercato europei, (eliminando anche molti costi strutturali negativi), la famiglia tipo nel 2014 avrà risparmiato 84 euro rispetto ai 1.257 euro complessivi della bolletta del gas di tutto il 2013“.
Sull’incremento trimestrale per l’energia elettrica ha inciso di certo la materia prima (+0,9 per cento), ma soprattutto le necessità di gettito per la componente A3 (incentivi alle fonti rinnovabili +0,4 per cento specificamente per i certificati verdi) e per la componente A2, quella che copre i costi per lo smantellamento del nucleare (+0,6 per cento), oltre che per il pagamento di 200 milioni al bilancio dello Stato a valere su questa componente e per la mancata riduzione di questa componente.
Effetti perversi dell’incapacità dei governi succedutisi negli ultimi anni ad adottare misure previgenti in materia energetica, in forza delle quali si sarebbe reso il Paese più efficiente e indipendente in materia.
(Credit: TMNews)