Allarme manicure low cost! Rischi importanti per la pelle delle mani e la salute delle unghie

La preoccupazione riguarda soprattutto l’utilizzo di una sostanza tossica e aggressiva vietata negli Stati Uniti fin dagli anni ’70. Un documentario della BBC ne ha svelato ancora l’adozione, che avviene anche in Italia. Leonardo Celleno, cosmetologo della Cattolica di Milano, conferma l’analisi del rischio

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Roma – In tempi di crisi, pensare di curare la propria persona cercando di risparmiare, può diventare pericoloso. Questo vale ancor di più per le donne che curano la manicure con assiduità. In questo caso scegliere una manicure low-cost può rivelarsi un boomerang per le amanti di smalto, applicazioni e decorazioni per le unghie.

L’allarme arriva dalla Gran Bretagna, dove la Bbc ha realizzato un documentario che testimonia quanto può accadere a chi si affidi a centri estetici che offrono tip, ricostruzioni e smalto semipermanente a prezzi stracciati. In Gran Bretagna alcuni beauty center impiegano una potente sostanza chimica, il metilmetacrilato, bandito negli Stati Uniti ma non a Londra e nemmeno in Italia. Ne ha spiegato gli effetti il cosmetologo dell’Università Cattolica Leonardo Celleno, in un colloquio con  Adnkronos Salute.

Per avere un’idea del mercato che ruota attorno al sogno di mani impeccabili, è sufficiente guardare i numeri. La nail industry – la passione per le unghie dipinte, elaborate o allungate – è, infatti, una passione che ha contagiato anche le italiane. I dati sul consumo degli smalti nel 2013, tratti dal Rapporto Annuale di Cosmetica Italia, mostrano una crescita dello 0,3 per cento rispetto al 2012, per un valore di vendite che supera di poco la soglia dei 130 mln di euro. Non male in tempi di crisi.

Ma nel 2013 si sono in media abbassati i prezzi, nonostante sia aumentata la quantità di prodotti venduti. Visto che gli smalti pesano per il 54 per cento sul totale dei prodotti per le mani, se ne desume che è possibile si sia abbassata la qualità dei prodotti.

Un’altra ricerca svela, per esempio, che le donne britanniche spendono in media 450 sterline l’anno per unghie perfette, ossia 37,5 sterline al mese. Come detto, cercare di risparmiare può però rivelarsi un boomerang. Lo testimonia la storia di Tacey Harrod, una parrucchiera che ha sfoggiato sulle unghie il gel acrilico per 10 anni, e ora mostra le tracce dell’uso di questa sostanza tossica per fissare il gel: unghie spezzate, sottilissime, danneggiate e pelle arrossata e screpolata.

Le allergie possono causare problemi alla pelle intorno all’unghia – ha avvertito sul ‘Daily MailDavid Orton, della British Association of Dermatologistma anche problemi a livello delle unghie“. Usando una telecamera nascosta, la Bbc ha scoperto che otto saloni su nove nell’East Midlands usavano il metilmetacrilato.

Le cose però sono un po’ diverse in Italia – spiega il professor Celleno, della Cattolica – è vero che questa sostanza negli Usa è vietata dagli anni ’70, mentre da noi si può usare. Ma noi abbiamo un regolamento molto stringente: ogni prodotto deve essere valutato per la sicurezza. Dunque il metilmetacrilato è ammesso, ma in effetti in Italia è usato molto poco, si impiega di più il polimero di acrilato. E quando viene usato come colla, tocca l’unghia ma non la pelle“.

Insomma – spiega Celleno – non è un caso che finora non abbiamo visto danni da metilmetacrilato. Invece ne abbiamo visti molti legati all’uso continuo e intensivo di colle, lima abrasiva e solventi per applicare le unghie finte. Bisogna essere chiari: l’uso eccessivo di questi prodotti può dare fastidio“.

E naturalmente il ricorso a versioni low cost o di dubbia origine è da evitare assolutamente. Il riferimento è a certi beauty center che utilizzano prodotti non conformi, prevalentemente provenienti da Paesi dell’Estremo Oriente, su cui le autorità sanitarie – Nas, Asl, Polizia Locale – non esercitano una sufficiente sorveglianza.

“La buona notizia è che rispetto agli Stati Uniti”, conclude Celleno, nell’Unione Europea “la sicurezza dei prodotti è più attenta e indaga non solo sulle singole sostanze, ma sull’uso che se ne fa“.

(Fonte: Adnkronos)

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