Poliziotti del Sap ‘circondano’ i palazzi del potere (ma solo per protestare…): decreto antiterrorismo inefficace
Questa mattina, gli attivisti del sindacato di Polizia sono scesi in piazza a Roma, davanti al Viminale, a Palazzo Madama e a Montecitorio, in concomitanza con i lavori parlamentari di conversione in legge del Dl, considerato “privo di provvedimenti concreti che possano davvero garantire la sicurezza dei cittadini”. Circolare Interni innalza livello di vigilanza
Questa mattina, il sindacato di Polizia Sap è sceso in piazza a Roma “circondando” simbolicamente i palazzi del potere (Viminale, Palazzo Madama e Montecitorio), in concomitanza con i lavori parlamentari di conversione in legge del decreto-antiterrorismo, considerato “inefficace e privo di provvedimenti concreti che possano davvero garantire la sicurezza dei cittadini”.
“Siamo davanti al Viminale, a Montecitorio e Palazzo Madama per far assumere al Governo le proprie responsabilità, e ripeteremo questa operazione anche domani“, ha spiegato il Segretario Generale del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia), Gianni Tonelli. “Ogni giorno subiamo tagli, il sistema è quasi al collasso. Esistono delle criticità acclamate, una carenza di 14 mila Ispettori e 9 mila Sovrintendenti. Siamo in piena emergenza, ed è doveroso prendere provvedimenti. In queste condizioni – ha evidenziato – ci troviamo ad affrontare eventi quali l’Expo, il Giubileo straordinario e l’emergenza terrorismo. Inoltre – ha notato Tonelli – la non assunzione degli idonei al concorso allievi, che sarebbero già pronti a partire per svolgere il loro lavoro, è un gesto irresponsabile verso il Paese“.
“La prossima settimana ristamperemo le 500 mila cartoline dove spieghiamo i nostri sei punti per salvare la sicurezza. Le distribuiremo nei supermercati, nelle stazioni, nelle fiere, in tutti i luoghi dove i cittadini sono soliti transitare. È indispensabile – ha concluso Tonelli – che le persone che ricevono la cartolina la spediscano al Presidente del Consiglio, perché il Paese ne ha bisogno“.
Allarme sicurezza innalzato – Intanto, una circolare del Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha disposto un innalzamento del livello di vigilanza sulle sedi diplomatiche e istituzionali, soprattutto di quelle di Paesi a rischio di attentato terroristico.
Nel documento si fa un espresso riferimento all’attacco di Tunisi al Museo del Bardo e si motiva l’ulteriore rafforzamento del dispositivo di sorveglianza con la possibilità di un “atto emulativo“.
La circolare richiama “l’irruzione di persone con armi da fuoco al museo del Bardo” di Tunisi pensando alla quale non si può “escludere che la circostanza possa determinare un’azione anche a carattere emulativo“. Tradotto dal burocratese orrendo del Ministero dell’Interno (e non solo…), è possibile che qualcuno possa ripetere le gesta terroristiche in un luogo ‘sensibile’, ma a noi sembra riduttivo limitare i potenziali obiettivi a sedi diplomatiche e istituzionali, italiane ed estere in Italia.
In particolare, la circolare cita in modo esplicito “obiettivi diplomatico-consolari“, con particolare riguardo a quelli “tunisini e ad ogni altro obiettivo ritenuto esposto al rischio nella circostanza“. Il documento del Dipartimento della Pubblica Sicurezza richiama però i punti sottolineati dal Sap per colmare il divario di capacità della Polizia denunciato dal Sap e riassunto nei seguenti sei punti:
- sblocco del turn over;
- stop alla chiusura dei presidi;
- assunzione idonei non vincitori;
- 9.000 Sovrintendenti in meno, gap da colmare;
- Sotto organico di 14.000 Ispettori, carenza inaccettabile;
- istituzione di un Corso Anti Terrorismo (Cat).
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(Credit: Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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