Sul blocco dei contratti della PA, la Corte Costituzionale dà un colpo al cerchio e uno alla botte

Dichiarato illegittimo il blocco, ma senza effetti retroattivi: “Chi ha avuto, avuto, avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato… scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Italia paisá!…

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Roma – La Consulta giudica “illegittimo” il blocco dei contratti nel pubblico impiego, tuttavia la pronuncia della Corte non riguarda il passato e non ha quindi effetto retroattivo. Con sommo giubilo del presidente del Consiglio dei ministri, Renzi, e del ministro dell’Economia, Padoan. E senza necessità alcuna di sentirsi prima: “la migliore parola è quella che non si dice”, recita un noto motto popolare siciliano. Muti!…

La Corte Costituzionale, si legge in una nota, in relazione alle questioni di legittimità costituzionale sollevate, “ha dichiarato, con decorrenza dalla pubblicazione della sentenza, l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico, quale risultante dalle norme impugnate e da quelle che lo hanno prorogato”.

La Corte ha respinto le restanti censure proposte. Insomma, si attacchino lor signori burocrati…

Sono passati quasi sei anni, oltre 2000 giorni, dall’ultimo rinnovo del contratto del pubblico impiego. Riguarda più di tre milioni di dipendenti, un numero che si è ridotto di 300mila unità dal 2002 al 2013. La sentenza della Consulta sul blocco imposto dal governo Berlusconi, nel 2010, e poi confermato da Monti, Letta e Renzi, impone di interrompere una prassi ormai consolidata.

Diritto? In fondo a destra, da una parte signore, dall’altra signori…

Basta ca ce sta ‘o sole,
ca c’è rimasto ‘o mare,
na nénna a core a core,
na canzone pe’ cantá…
Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…
chi ha dato, ha dato, ha dato…
scurdámmoce ‘o ppassato,
simmo ‘e Italia paisá!…

(Credit: Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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