Sicilia, si dimette Leotta (Funzione Pubblica). Crocetta bocciato. “Stanco di viaggiare, troppi disagi sulla A19”

Ex giudice amministrativo in pensione, lamenta le difficoltà di viaggiare nell’isola tagliata in due dal crollo di un viadotto dell’autostrada Palermo-Catania, ma a ben guardare i motivi più importanti riguardano l’immobilismo che in Sicilia blocca tutto. Pistorio (segretario regionale Udc) in predicato per la successione

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Palermo – Ettore Leotta, assessore regionale alla Funzione Pubblica, ha annunciato ieri le sue dimissioni con una lettera al presidente della Sicilia, Rosario Crocetta. Magistrato amministrativo in pensione (in quota Udc), ha dichiarato all’agenzia Ansa di aver “comunicato le dimissioni” perché “stanco”. “Dopo il crollo del pilone sulla A19, andare e venire da Siracusa è diventato complicato, ho una certa età e anche la difficoltà del viaggio hanno influito sulla mia decisione”, ha spiegato.

“In questo momento – ha detto ancora all’AGI – sono sul treno diretto a Catania e poi dovrò cambiare per Siracusa. Non ce la faccio più. Il crollo del ponte è stato un brutto colpo non solo per le merci, ma anche per le persone”. Detto da un membro della giunta siciliana, che avrebbe dovuto operare per la soluzione dei problemi, invece sembra essere il problema che impedisce la soluzione di molte questioni, è significativo.

Ma approfondendo il ragionamento con l’agenzia Agi, Leotta ha spiegato qualcosa in più, con parole dense di amarezza e di consapevolezza che l’amministrazione regionale può trasformarsi da potenziale molla per dare una spinta alla ripresa a un freno magnetico che blocca tutto. Alla domanda se dietro le dimissioni vi fossero “ragioni anche politiche”, Leotta è stato chiaro: “Nessun ostacolo politico, nessuna contrapposizione, neppure con l’assessore all’Economia Baccei – ha risposto – ma c’è certamente la delusione di vedere ancora nel limbo al riforma delle province. Fa male assistere a manifestazioni con in piazza persone della mia età che difendono i loro stipendi. Quella riforma si poteva fare per tempo e invece è stata impallinata”.

Con quale credibilità possiamo chiedere un intervento e un aiuto a Roma? – si è chiesto Leotta. “Quando nella Capitale, mi chiedevano cosa stavamo combinando, era imbarazzante rispondere…”, ha aggiunto.

Leotta rivendica peraltro di aver fatto il possibile per uniformare il sistema degli enti locali siciliani a quello italiano, di avere raddrizzato alcune storture anche sul fronte dei dipendenti regionali, dei prepensionamenti. Tuttavia, “il bottino resta magro, perché i tempi dell’Ars (l’Assemblea Regionale Sicilia, Parlamento della Sicilia, il più antico d’Europa, ndr) sono dilatati e lo sono anche i tempi dell’amministrazione. Non si rendono conto – ha concluso l’ex assessore alla Funzione Pubblica della Sicilia – che fuori c’è un mondo che non solo cammina, ma corre“.

Una bocciatura a tutto tondo dell’amministrazione guidata da Rosario Crocetta, attualmente alla guida della terza edizione della Giunta Regionale dall’elezione nell’Ottobre 2012.

In predicato per la sostituzione di Leotta c’è il segretario regionale dell’Udc, Giovanni Pistorio, che ha ricoperto la funzione di capo della segreteria particolare dell’assessore alla Funzione Pubblica. “Qualcuno può dare sfogo al mercato delle vacche”, ha anticipato Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars, mentre il coordinatore regionale degli azzurri – Vincenzo Gibiino – ha evocato un ‘effetto domino’ causato dal crollo del ponte ‘Himera’ sulla A19.

In una nota diffusa alla stampa, Gibiino afferma con arguzia che la caduta del ponte ha causato un “risultato devastante”: “un’Isola divisa in due (ma non si capisce perché scriva ‘isola’ con l’iniziale maiuscola… ndr)” e per questo sono “cadute drammaticamente le speranze dei siciliani in un futuro di riscatto”.

Rilevando che le dimissioni di Leotta siano avvenute per “colpa di una logistica disagevole”, Gibiino si chiede “quanto tempo dovrà passare perché i siciliani possano vedere cadere l’intero esecutivo, il terzo dell’era Crocetta” e tornare “finalmente al voto”. “Basta con l’improvvisazione, servono aria nuova, capacità e buona volontà per ridare fiducia ad una popolazione umiliata e stremata”, conclude il coordinatore regionale di Forza Italia con qualche cognizione di causa riguardo a improvvisazione e aria vecchia, visto che a Gela è riuscito a spaccare Forza Italia imponendo un candidato proveniente da sinistra (ex alleato dell’uscente Fasulo), ma con un passato remoto nella stessa Forza Italia, prima che diventasse PdL. Candidato che non ha passato il vaglio del primo turno e ha raccolto le briciole (forse anche troppo, ma solo per prestigio personale tra gli amici diretti).

Ne è risultata una frantumazione del centro destra, di cui ha certamente beneficiato il M5S, riuscito poi a detronizzare la sinistra dopo 22 anni di incontrastato dominio sulla sesta città della Sicilia: ma era la quinta quando Crocetta fu eletto al primo dei due mandati da sindaco. Tirate voi le conclusioni…

E per farla completa, Gibiino ha nominato commissario di Forza Italia (da cui sono fuoriusciti storici componenti della città del Golfo) Pino Federico, deputato regionale ex Mpa, nomina che non è stata apprezzata localmente e che finirà per scassare ancora di più il partito. Insomma, improvvisazione o incompetenza? Qualcuno va oltre e parla di vera malafede (politica, ovviamente) per isolare la città da cui proviene Crocetta.

Questo per spiegare all’eventuale lettore che vivesse fuori dalla Sicilia – ma che all’isola è interessato per mille motivi – che per comprendere la politica siciliana non basterebbe un fine analista politico: sarebbe indispensabile la Buoncostume, tanto è un bordello…

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