Clamorosa notizia dagli USA: la Phillip Morris produrrà sigarette alla marijuana?

Dall’America rimbalza una notizia pazzesca, che sta mettendo in subbuglio il mondo della finanza. E anche qualche psichiatra e qualche psicologo… in grado di analizzare la potenza del web (e anche qualcos’altro…)

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Una  notizia che rimbalza (c’a rimbalza, direbbero a Roma…) dagli Stati Uniti sta mettendo in subbuglio il mondo della finanza, per le enormi ricadute che avrà la decisione della Philip Morris, il più grande produttore di sigarette al mondo, che ha annunciato qualche giorno fa la decisione di sfruttare il nuovo orientamento impresso dalla legalizzazione della marijuana. Con il brand “Marlboro M” sarà prodotta una sigaretta con base la nota “erba” con cui molti usano trastullarsi e tal’altri si curano, sfruttando le note proprietà della marijuana in serissimi procedimenti medici soprattutto in oncologia.

Le “Marlboro M”, secondo il sito americano “Abril Uno” – che ha un motto significativo: “Vi teniamo aggiornati” – verranno vendute nei punti di vendita autorizzati, inizialmente in Colorado e lo Stato di Washington, nella costa East. Da un punto di vista legale, si dovrà aspettare il “via libera” delle autorità federali e di quelle statali.

La pubblicità delle sigarette è vietata negli Stati Uniti, ma sulla marijuana si aprirebbero scenari interessanti di marketing, visto il campo ampiamente inesplorato. La legalizzazione della marijuana starebbe peraltro sortendo effetti sul recupero sociale dei trafficanti, se verranno confermate le notizie anticipate da dirigenti del gruppo statunitense, secondo i quali sono stati già contattati ex produttori internazionali di droga in Messico e Paraguay, per allacciare interessanti partnership, utili a fare uscire dalla clandestinità economica questi ex criminali, reinserendoli nella società civile attraverso l’organizzazione di una rete di distribuzione legale in tutto il continente americano, da Nord a Sud.

L’avvio della commercializzazione è prevista dal 2015, inizialmente dal Colorado e dallo Stato di Washington, poi in tutti gli Stati Uniti. La notizia – come è immaginabile – ha destato profondo interesse nei consumatori europei, che ora rivendicano il diritto di seguire gli americani in questo processo di legalizzazione.

In effetti, la notizia è scioccante. Tanto scioccante da essere infondata, perché il sito Abril Uno è un sito satirico, che ha voluto ironizzare sul processo di liberalizzazione della marijuana in corso negli Stati Uniti. Non ci sarà alcun pacchetto di “Marlboro M” in commercio e la Phillip Morris non avrà alcun contatto con ex trafficanti di droga messicani e paraguaiani. È una fandonia, ma una fandonia visibile, riscontrabile, verificabile: chi non lo fa scambia l’informazione per un recinto di maiali, in cui ogni grugnito è considerato degno di nota e meritevole di un editoriale. Non è così.

Tuttavia, molti siti di informazione (o pseudo informazione) hanno rilanciato questa notizia “spacciandola” – mai verbo fu usato meglio – per vera. Segno della potenza del web e di quel villaggio globale profetizzato da Marshal MacLuhan negli anni ’60 dello scorso secolo.

Solo che McLuhan probabilmente faceva affidamento sulla razionalità umana e sulla professionalità dei protagonisti dell’informazione, mentre oggi una pernacchia a Caracas diventa un attentato atomico a Praga, perché qualcuno prende fischi-per-fiaschi, traduce con il traduttore di Google e rilancia corbellerie senza verificare le fonti.

Penultima – prima delle sigarette alla marijuana – quella diffusa anche da molte testate giornalistiche, secondo cui le armi chimiche siriane, dopo essere passate dal Porto di Gioia Tauro, saranno smaltite al centro del Mediterraneo. Una cretinata sesquipedale che contrasta con lo Statuto dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, premio Nobel per la Pace 2013, ma soprattutto con la logica e per la quale chi la divulga meriterebbe una denunzia per procurato allarme.

Ergo, se leggete una notizia troppo strana, verificate che non sia effettivamente strana da essere falsa, gonfiata, una balla bella e buona. A volte capita lo sia…(e sull’argomento torneremo presto…)

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