Viaggio nella cunina monastica, dalla birra all’omelette di Celestino V

Gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Roccaraso presentano oggi un progetto con cui si presentano alle famiglie e ai nuovi studenti

Abbazia Celestiniana di Sulmona
Abbazia Celestiniana di Sulmona (dal profilo Facebook)

Roccaraso (l’Aquila) – Un viaggio che ha il sapore antico delle cose buone e genuine, alla riscoperta dei luoghi del silenzio e della meditazione. Si può farlo girando per i tanti monasteri che si trovano in Italia, spesso ricchi di bellezze storiche e artistiche. I ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Roccaraso, in provincia dell’Aquila, animati da Nunzio Marcelli, eclettico pastore con laurea e instancabile ricercatore delle tradizioni locali (ha riportato in vita anche la transumanza), hanno scelto un percorso molto particolare, che passa dalle le cucine delle abbazie. 

Alla cucina monastica, fatta di ingredienti semplici, lavorati a mano e che non conosceva mixer, congelatori, forni a convezione, dobbiamo forse la nascita della moderna arte culinaria, il gusto degli accoppiamenti, dell’insaporire le vivande con erbe aromatiche e officinali, la sapienza del rispetto del ciclo della natura in accordo con quello dei riti religiosi.

Qui in Abruzzo – ha spiegato a all’Adnkronos Nunzio Marcelli – vogliamo riscoprire la rete dei monasteri e creare un circuito tematico turistico, anche gastronomico. Ai monaci dobbiamo la birra, il Dom Perignon, alcuni piatti come i fegatelli di maiale. E abbiamo anche scoperto, e naturalmente rifatto, l’omelette di Celestino V: una frittata più spessa del normale, arricchita con molte erbe aromatiche, peperoni e cipolle“. 

Oggi pomeriggio, dalle 16,30, l’Abbazia Celestiniana di Sulmona (visualizzabile nel profilo Facebook) è stata il palcoscenico dell’originale presentazione dell’Istituto Alberghiero di Roccaraso, che ha scelto di rompere gli schemi del classico orientamento scolastico per presentarsi a studenti e famiglie. Tutti gli studenti, infatti, dalle prime classi a quelle dell’ultimo anno, hanno svolto una ricerca incentrata sugli itinerari turistici e sulla cucina monastica, in modo da offrire ai colleghi che si affacciano alla scuola superiore e alle loro famiglie non un quadro astratto delle attività scolastiche dell’Alberghiero ma un vero e proprio ‘saggio’ della qualità della preparazione che questa scuola può offrire. 

La base di studio è stata naturalmente quella offerta dai monaci celestiniani, che qui a Sulmona avevano la casa generalizia. Ma in Abruzzo ci sono anche importanti insediamenti francescani e benedettini, come quello di S.Clemente a Casauria. Per non parlare dei monasteri delle suore di clausura, sparsi per tutta la Valle dell’Aterno“, ha spiegato Marcelli.  I ragazzi di Roccaraso oggi hanno fatto rivivere gli antichi sapori, con la possibilità di deliziare il palato con le tisane della ricca tradizione erboristica dei frati minori, oltre a un dolce della cucina monastica.

Curiosità che, oltre a essere preziose in un momento di crisi – in cui oltre alla salute si guarda anche al portafogli – diventano elementi di un’idea di sviluppo del territorio. L’Alberghiero di Roccaraso, infatti, è da sempre attento all’integrazione tra scuola e territorio come dimostrano le tante iniziative in campo per promuovere stage, alternanza scuola-lavoro, inserimento e orientamento, e guarda con attenzione particolare all’area peligna, per la quale saranno rafforzati anche i servizi di trasporto, in attesa di superare le difficoltà che hanno impedito per ora l’apertura della sede distaccata a Sulmona. 

All’evento di oggi hanno collaborato i Beni Ambientali e Architettonici e il Parco della Maiella, che proprio in questi ultimi tempi ha avviato un progetto sul recupero delle varietà di frutti dimenticati, un’eredità anche questa della cura che i frati minori avevano per tutti gli aspetti dell’ambiente e dei prodotti della terra.  “Il nostro – ha chiarito Marcelli – è il primo passo di un progetto più ampio, perchè il territorio ha bisogno di giacimenti culturali e anche l’enogastronomia, di cui la cucina monastica è una grande ricchezza, è uno di questi“.

Credit: Adnkronos/Labitalia