Calabria, la processione si ‘inchina’ al boss mafioso. Alfano: “Rituale ributtante”

È accaduto a Oppido Mamertina, nel Reggino, a poche settimane dalla scomunica del Papa contro la ‘Ndrangheta. Il corteo religioso si è fermato davanti alla casa del capomafia Giuseppe Mazzagatti in segno di rispetto. I carabinieri hanno lasciato il corteo e filmato tutto. Gratteri: “Prendere provvedimenti con chi ha violato le regole della Chiesa”. Falferi, comandate provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria: ail maresciallo Marino ha filmato tutto, per procedere all’identificazione dei responsabili

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Reggio Calabria –  A Oppido Mamertina anche la Madonna si inchina al boss mafioso. Non è bastata infatti la scomunica del Papa alla ‘Ndrangheta per far perdere l’abitudine di chinare il capo davanti ai capimafia. Così è successo – come riportato oggi dal ‘Quotidiano della Calabria’ – che durante la processione della Madonna delle Grazie nella cittadina del Reggino, il corteo religioso si sia fermato davanti alla casa del capomafia Giuseppe Mazzagatti: trenta secondi di sosta per simboleggiare l’inchino al potente boss di 82 anni, agli arresti domiciliari per motivi di salute.

Un gesto insopportabile per cittadini con la schiena dritta e tanto più per i Carabinieri. Il maresciallo comandante della stazione di Oppido, Andrea Marino, sdegnato ha deciso di abbandonare in modo plateale la manifestazione insieme agli altri militari in servizio, ma è andato anche oltre. ‘Il maresciallo si è scostato rispetto alla processione – ha spiegato all’agenzia Adnkronos il comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, colonnello Lorenzo Falferiper poter filmare con una telecamera il gesto dell’inchino davanti all’abitazione del boss, e procedere all’identificazione sia dei portatori della statua sia di chi ha dato l’ordine di compiere questo gesto”.

Un “rituale ributtante” secondo il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Che commenta: ”La lotta a tutte le mafie è anche nei comportamenti di chi si oppone ad antiche servitù e soggezioni di chi le omaggia ed è anche in chi prende le distanze da deplorevoli e ributtanti rituali cerimoniosi di chi soggiace alle loro logiche di violenza’‘.

Papa Francesco, “un combattente“, sottolinea Alfano, “qualche giorno fa ha detto che questa è l’unica strada per una vera e propria rivoluzione sociale. Per un no forte a chi è schiavo del male e della cultura della morte. Questo vale per tutti – ha proseguito il ministro dell’Interno – per ognuno nel proprio ruolo. Ma soprattutto per chi, proprio per il ruolo, ha il compito e la responsabilità di guidare una comunità e di educare”. Alfano ha definito dunque “esemplare il comportamento dei Carabinieri che si sono allontanati – mentre altri compivano quel gravissimo gesto – per mantenere pulita la loro divisa e integro l’alto valore delle istituzioni che rappresentano”.

Plaude al gesto dei militari dell’Arma anche Nicola Gratteri, procuratore aggiunto presso il tribunale di Reggio Calabria. ”I Carabinieri hanno fatto benissimo ad allontanarsi. I servitori dello Stato non possono tollerare il minimo compromesso o tentennamento nei confronti della ‘ndrangheta”, ha commentato Gratteri. ”Sta agli altri come ho detto sia prima e sia dopo che Papa Francesco venisse in Calabria, essere consequenziali e coerenti con quello che ha detto Bergoglio e con quello che abbiamo scritto con il libro ‘Acqua santissima’ (scritto da Gratteri con Antonio Nicaso sulle contiguità tra ‘ndrangheta e chiesa cattolica, ndr)”. ‘È ora di finirla con la retorica delle parole – ha tagliato corto il magistrato, da vent’anni in prima linea contro la ‘ndrangheta – e incominciare a prendere provvedimenti con chi ha violato le regole della Chiesa e le parole di Papa Francesco”.

Non è mancato l’intervento della presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, che ha telefonato al maresciallo Marino per ringraziarlo per ”la lealtà alle istituzioni e il senso dello Stato” dimostrati in occasione della processione. “Quanto è avvenuto nel corso della processione sconcerta e addolora – ha commentato Bindi – e la Commissione antimafia intende approfondire i fatti incontrando anche il maresciallo Marino”.

(Adnkronos)