Gaza, il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, è “deluso” dalla rottura della tregua. Ma c’è chi è deluso da Ban Ki-moon

L’Onu ha condannato i nuovi lanci di razzi contro Israele, ma non ha chiaramente individuato la responsabilità per la rottura della tregua da parte del Jihad Islamico e dei jihadisti gazawi. E tace sui crimini di Hamas e i jihadisti sulla popolazione civile. Un articolo della BBC si chiede: perché le donne morte a Gaza sono così poche rispetto agli uomini? Provato l’uso dei civili come scudi umani?

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New York – Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha espresso “profonda delusione” per la rottura del cessate-il-fuoco a Gaza e ha “condannato i nuovi lanci di razzi su Israele“. “Una proroga del cessate-il-fuoco è assolutamente essenziale perché i negoziati possano progredire” al Cairo tra palestinesi e israeliani, ha sottolineato in una nota. Ban ha chiesto alle due parti “di non ricorrere a nuove azioni militari che non farebbero che aggravare la già terribile situazione umanitaria a Gaza“.

Tuttavia è chiaro che Ban Ki-moon non ha compreso la verità dei fatti sul terreno, perché non ha citato chi ha violato la tregua, addirittura ben prima che scadesse (le 8 di mattina, ora di Tel Aviv, le 7 in Italia). In secondo luogo per l’ulteriore osservazione: “è intollerabile che i civili subiscano la maggior parte dei morti e delle sofferenze“, ha infatti aggiunto l’ex ministro degli Esteri sudcoreano, che ha poi chiesto “alle parti di trovare rapidamente uno strumento per ritornare alla tregua umanitaria e continuare i negoziati al Cairo per raggiungere un cessate-il-fuoco duraturo“.

Sulla questione Ban Ki-moon e gli scienziati delle Nazioni Unite non si sono posti lo scrupolo di capire perché la maggior parte dei morti siano di sesso maschile, anche tra i bambini. Solo 214 donne decedute a causa dei raid israeliani, su un totale di quasi 1600 morti. Un dato strano, che potrebbe provare anche sotto il profilo statistico – oltre alle migliaia di testimonianze, anche di giornalisti una volta fuori da Gaza – l’uso dei civili per “proteggere” i siti con armi e missili, in pratica come “scudi umani”

Ma il segretario generale dell’ONU su tutto questo non ha alcun dubbio: Israele mira ai civili, non si preoccupa – nei limiti di un’operazione militare – di limitare le vittime non militari, sebbene sia ormai acclarata l’impossibilità di distinguere miliziani e civili, visto che i jihadisti di Hamas non indossano divise con mostrine durante i combattimenti, ma solo durante le sfilate.

Sul ripristino di una tregua e dei colloqui al Cairo, il governo di Tel Aviv è stato chiaro: nessun negoziato fino a quando Hamas e gli altri movimenti jihadisti continueranno il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza. “Israele non negozierà sotto le bombe, e continuerà a fare tutto il necessario per proteggere i propri cittadini pur sforzandosi di non colpire gli abitanti di Gaza” hanno spiegato fonti dell’esecutivo che hanno poi scaricato su Hamas la responsabilità della ripresa dei combattimenti: “Hamas è responsabile dei danni causati alla popolazione di Gaza, di cui si serve come scudi umani e a cui impedisce l’accesso agli aiuti umanitari“.

Hamas e Jihad Islamico si sono rifiutati di prorogare la tregua, in particolare per l’opposizione di Israele al rilascio – quasi senza condizioni – dei palestinesi di Gaza arrestati durante i rastrellamenti seguiti al sequestro e alla successiva uccisione dei tre seminaristi israeliani, a giugno. Un rilascio che sarebbe facilitato dalla consegna dei sospetti sequestratori e omicidi di Naftali Fraenkel e Gil-ad Shaar, 16 anni, e del diciannovenne Eyal Yifrach

Hussam Kawasme ha, secondo le notizie fatte filtrare dagli inquirenti, confessato le proprie responsabilità e ammesso di aver contribuito a un’azione finanziata e ordinata da Hamas, nel disegno generale condotto dal movimento islamista contro Israele e gli ebrei.

Di tutto questo Ban Ki-moon avrà avuto notizia? Dubitiamo…

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