“Minacce all’Italia”, Gentiloni anticipa l’azione militare italiana in Libia. Governo di pericolosi incompetenti (video)

Il ministro degli Esteri, intervistato da Sky TG24, ha riflettuto sulla situazione in Libia, dove le forze jihadiste che fanno riferimento al sedicente Stato Islamico stanno avanzando a spese delle forze legittime laiche e moderate, che contano sulle Forze Armate governative, sul Parlamento di Tobruk e sul Governo riconosciuto internazionalmente. “Isis minaccia le nostre coste. Italia pronta a combattere”. Occorre riconoscere che la mediazione Onu di Bernardino León Gross è fallita. Dov’è il PD che ha negato per anni l’esistenza del pericolo? Serve una missione militare multinazionale a guida italiana a sostegno del Governo e delle milizie legittimiste di Khalifa Haftar. Appello al presidente Mattarella: convochi il Consiglio Supremo di Difesa e avochi la guida delle Forze Armate in questo momento di straordinaria gravità

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Roma – “L’Italia è pronta a combattere nel quadro della legalità internazionale“, perché non si può accettare l’idea che “una minaccia terroristica sia attiva a poche ore di navigazione dall’Italia”. Così il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha commentato a Sky Tg24 le ultime notizie sull’offensiva lanciata a Sirte dai miliziani jihadisti di Ansar al-Sharia, legati al sedicente e autoproclamato Stato Islamico. 

La capacità missilistica contro l’Italia e l’obiettivo di conquistare Roma e di mettere la bandiera nera su Piazza San Pietro “per ora sono solo farneticazioni terroristiche“, ha aggiunto, ma “non le possiamo sottovalutare“. “La situazione – ha detto ancora il titolare della Farnesina – si sta deteriorando“.

L’Italia al momento sta sostenendo l’Onu, che cerca di trovare una mediazione tra le diverse forze“, grazie alla missione del diplomatico spagnolo Bernardino León Gross. Secondo Gentiloni “è stato fatto qualche passo avanti dall’inviato delle Nazioni Unite, ma se fallisce la mediazione bisogna porsi il problema, con le Nazioni Unite, di fare qualcosa di più“.

Il problema è che la mediazione Onu è fallita da tempo, ma era destinata a fallire prima di partire, perché non si può negoziare con chi vuole distruggere la nostra civiltà, recidendo le libertà tanto faticosamente conquistate (qualcuna probabilmente anche abusata).

Dov’è il PD che ha negato per tanto tempo l’esistenza di un pericolo jihadista per l’Italia e del pericolo infiltrazioni terroriste tra i migranti?

Dov’è l’ex ministra Mogherini, secondo la quale il dialogo dovesse procedere per comporre le fazioni in lotta a Tripoli?

Dov’è il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che ha tenuto una linea prudente sui rischi di infiltrazioni terroristiche islamiche nel nostro Paese e che ha sempre affermato l’insistenza di pericolo concreti per la sicurezza nazionale?

Con che coraggio, infine, Gentiloni afferma oggi – in presenza di un pericolo imminente e probabilmente più grave di quanto vogliano fare passare i membri del Governo italiano – che “l’Italia è pronta a combattere“, quando il Governo di cui fa parte – e almeno gli altri due precedenti – hanno eroso le risorse destinate alle Forze Armate e alle Forze di Polizia, ridotte quasi in braghe di tela?

Dovreste dimettervi tutti, per manifesta incapacità.

Ma prima di essere spazzati via dall’unica arma ammessa in democrazia – il libero voto del popolo sovrano – fate l’unica mossa intelligente: chiedete alla Gran Bretagna, alla Francia e alla Spagna – attuali membri europei del Consiglio di Sicurezza – di adire una riunione urgente per approvare una risoluzione che autorizzi l’uso della forza da parte di una Coalizione Internazionale guidata dall’Italia (gli altri hanno già fatto troppi danni), finalizzata al sostegno del Governo libico eletto e del Parlamento riconosciuto a livello internazionale, in fuga strategica a Tobruk.

Fatelo subito, prima che sia troppo tardi, e affiancate le truppe lealiste del generale Khalifa Haftar, sostenendo l’Operazione Dignità della Libia. Non è solo una questione di sicurezza nazionale italiana ed europea, ma è un dovere di assistenza verso la maggioranza del popolo libico che non vuole vivere nell’orrore medievale dei jihadisti imperialisti dello Stato Islamico e che guarda agli italiani come un popolo vicino e solidale. Ce lo impone la Storia comune (anche se a fasi alterne), ce lo impone l’intelligenza.

Infine, vorremmo che arrivasse al Capo dello Stato il nostro pressante invito perché convochi una riunione straordinaria del Consiglio Supremo di Difesa, avocando il comando delle Forze Armate, considerate le gravissime lacune di guida politica mostrate da questo Governo, malgrado tutti gli allarmi per la sicurezza nazionale provenuti dai Servizi di Informazione e Sicurezza e attesi i ritardi nell’attuare il decreto sicurezza post Strage di Parigi. Tolga, presidente Mattarella, la guida delle Forze Armate dalle mani di un sindaco incompetente (e ‘sindaco’ non è un refuso). 

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