Libia, Italia e altri 5 Paesi chiedono un fronte unico libico contro l’Isis, ma senza tenere conto dei fatti

Un comunicato congiunto diramato ieri dalla Farnesina e dalle diplomazie di Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Usa rende plastico l’errore di interpretazione sulla situazione tragica in Libia

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Roma – ‘Libia bel suol d’amore’, cantava la propaganda fascista. Oggi i libici potrebbero dire “magari”. Distruzione, assassinii di massa, l’islamismo hanbalita dell’internazionale jihadista dell’autoproclamato ‘califfato’ e delle province del costituendo impero (questo è l’obiettivo geopolitico) impazza sulla costa mediterranea di questo Paese, martoriato da varie violenze corse nell’ultimo secolo (e l’Italia ha grandi responsabilità in tema).

Ieri la Farnesina ha emesso un comunicato congiunto dei governi di Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna e Usa con cui si chiede la costituzione di un fronte unico contro l’Isis da parte delle fazioni politiche locali. “I Governi di Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti condannano con forza gli atti barbarici che terroristi affiliati all’Isis stanno perpetrando nella città libica di Sirte“, recita la nota del ministero degli Esteri, in cui si afferma la profonda preoccupazione dei sei Paesi per le notizie di “bombardamenti indiscriminati su quartieri della città densamente popolati e atti di violenza commessi al fine di terrorizzare gli abitanti”. Nei giorni scorsi anche 22 degenti del locale ospedale sono stati assassinati in modo barbaro e contrario a ogni norma di diritto internazionale bellico.

“Facciamo appello – prosegue la dichiarazione congiunta – a tutte le fazioni libiche che desiderano un Paese unificato e in pace affinché uniscano le proprie forze per combattere la minaccia posta da gruppi terroristici transnazionali che sfruttano la Libia per i loro scopi”. “Ci felicitiamo per la recente sessione di negoziati per il dialogo politico svoltasi a Ginevra e ribadiamo tutto il nostro appoggio al processo di dialogo guidato dal Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Bernardino Leon”, continua la nota della Farnesina, che però non spiega il sostanziale fallimento della mediazione dell’Onu in Libia, visto che il governo legittimo (nominato dal Parlamento eletto alle elezioni politiche del giugno 2014, boicottate dagli islamisti e contestate dai jihadisti) ha già firmato l’accordo, mentre il cosiddetto ‘governo di Tripoli’ si è rifiutato di aderire alla mediazione delle Nazioni Unite.

“Gli avvenimenti terribili che stanno accadendo a Sirte – aggiungono i sei Paesi – sottolineano ancora quanto sia urgente che le varie fazioni libiche trovino un accordo per la formazione di un Governo di Concordia Nazionale che, in cooperazione con la comunità internazionale, possa garantire la sicurezza al Paese contro i gruppi di estremisti violenti che cercano di destabilizzarlo”.

“Ribadiamo ancora una volta – si conclude la dichiarazione congiunta – che non esiste una soluzione militare al conflitto politico in Libia, e rimaniamo preoccupati per la situazione economica e umanitaria che peggiora giorno dopo giorno. Siamo pronti a sostenere la messa in pratica di questo accordo politico, affinché il Governo di Concordia Nazionale e tutte le nuove istituzioni nazionali possano funzionare efficacemente e venire incontro alle necessità più urgenti del popolo libico”.

Una conclusione che cozza contro la realtà (purtroppo), per due ragioni.

La prima, proprio per il rifiuto degli islamisti del cosiddetto ‘governo di Tripoli’ (movimento insurrezionale legato alla ‘Fratellanza Musulmana), erroneamente considerato come una fazione moderata islamica, a firmare l’accordo di unità nazionale.

La seconda per l’appello lanciato ieri notte dal ‘governo di Tobruk’ (legittimo e riconosciuto dalla Comunità Internazionale) alla Lega Araba perché agisca contro l’Isis e le varie sigle jihadiste che si riconoscono nel sedicente ‘califfato’.

L’obiettivo del Governo di Concordia Nazionale cui si fa riferimento nel comunicato congiunto di Italia e degli altri cinque Paesi potrebbe essere raggiunto proprio dall’intervento della Lega Araba, che oggi – 18 Agosto – si riunirà per vagliare la richiesta di aiuto lanciata dalla voce ufficiale della Libia.

Una mossa che smentirebbe clamorosamente l’Onu, Bernardino Léon Gross e la diplomazia occidentale, intestarditisi a vedere uno scenario non per quel che è, ma per quel che si vorrebbe fosse. Il che mostra l’inettitudine dei personaggi politici che oggi guidano i governi di questi Paesi (anzitutto il nostro).

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