Libia, l’aviazione militare legittima bombarda l’aeroporto di Tripoli controllato dai jihadisti

Stante alla tv satellitare emiratina al-Arabiya, le forze aeree legittime del ‘governo di Tobruk’ hanno colpito lo scalo di Mitiga in un piano di riconquista guidato dal generale Khalifa Haftar, il Charles de Gaulle della Libia, che guida da maggio 2014 un’operazione per salvare la Libia dalle sataniche forze jihadiste e la proto-forma di democrazia che le forze laiche del Paese intendono promuovere contro l’oscurantismo del sedicente ‘Stato Islamico’

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Malta – Aerei dell’aviazione libica hanno eseguito ripetuti bombardamenti sull’aeroporto internazionale ‘Mitiga’ di Tripoli, a circa otto chilometri dalla capitale. Lo scalo è controllato dalle milizie islamiste che controllano la città. Lo ha riferito la tv satellitare al-Arabiya.

Non è la prima volta che le forze militari legittime della Libia, guidate dal generale Khalifa Haftar e facenti riferimento all’unico governo legittimo del Paese, prendono di mira l’aeroporto internazionale di Tripoli. Analoghi raid sono stati eseguiti per tre giorni di seguito, dal 3 marzo scorso, nel quadro della strategia di riconquista della capitale al controllo del ‘governo di Tobruk’, l’unico riconosciuto dalla Comunità Internazionale (perché espressione dell’unico Parlamento eletto democraticamente nel giugno 2014).

Il governo presieduto da Abdullah al-Thani è definito ‘Governo di Tobruk’ perché in quella città i parlamentari e i membri dell’esecutivo hanno dovuto rifugiarsi per sfuggire alle minacce di sterminio perpetrate dalle milizie islamiste legate ad al-Qaeda e al sedicente ‘Stato Islamico’.

Il generale Khalifa Haftar è stato nominato all’inizio di marzo Capo di Stato Maggior della Difesa della Libia dal primo ministro al-Thani, a conclusione di un processo politico che ha visto confluire le forze laiche del Paese in un’unica alleanza tesa a salvare il Paese dalla minaccia satanica delle forze islamiste. Nel mese di maggio 2014, Haftar lanciò l’operazione ‘Dignità della Libia’, coagulando subito molto consenso tra le Forze Armate libiche e man mano avvicinandosi alle forze politiche contrarie a che le Libia cada nelle mani dei fondamentalisti islamici.

Un obiettivo non facile, perché la popolazione subisce le violenze efferate delle forze islamiste, cui però solo una parte molto minoritaria del Paese dà credito, come hanno mostrato le elezioni di giugno 2014, quando i partiti islamisti ottennero un misero 12% dei voti.

Successivamente, per ribaltare l’esito del voto, attaccarono la capitale, costringendo alla fuga i parlamentari eletti e il governo, rifugiatisi come detto a Tobruk. Le mancate riunioni nella capitale spinsero un deputato islamista a chiedere alla Corte Costituzionale libica lo scioglimento del parlamento e dell’esecutivo, che la Suprema Corte dispose per il voto decisivo di uno dei giudici membri, il quale però era sotto minaccia dei fondamentalisti, come si scoprì successivamente.

Il mese scorso, le milizie islamiche di Fajr Libya alleate del cosiddetto ‘governo di Tripoli’ islamista – guidato da Omar al-Hasi, membro della ‘Fratellanza Musulmana’ di matrice egiziana – hanno colpito invece gli aeroporti di Tobruk e di Zintan.

(Credit: Adnkronso) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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