La letteratura sudamericana in lutto per la scomparsa dello scrittore uruguaiano Eduardo Galeano

Giornalista, saggista e scrittore, autore di “Le vene aperte dell’America latina”, aveva 74 anni ed era ammalato da tempo per una neoplasia polmonare. Dovette scappare dal proprio Paese – e poi dall’Argentina – per fuggire dai colpi di Stato militari

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Roma – Il grande scrittore uruguaiano Eduardo Galeano è morto a 74 anni a Montevideo. Lo scrive oggi il giornale spagnolo ‘El Pais‘, citando come fonte il suo editore. Galeano era ricoverato in ospedale per un tumore ai polmoni.

Nato nella capitale uruguaiana il 3 Settembre 1940, è stato stato un giornalista, saggista e scrittore, in questa veste tra i più stimati della letteratura latinoamericana. Iniziata la sua carriera come giornalista e direttore del quotidiano ‘Marcha‘, Galeano fu arrestato e poi costretto a lasciare l’Uruguay dopo il colpo di Stato del 1973 che portò al potere i militari.

Rifugiatosi in Argentina, fu costretto a una nuova fuga, dopo un analogo golpe militare nel 1976, perché incluso nelle liste dei ricercati dagli squadroni della morte. Solo nel 1986 poté fare ritorno in Uruguay, dove ha vissuto fino alla fine dei suoi giorni.

Le opere che gli diedero notorietà internazionale sono “Le vene aperte dell’America Latina” del 1971, diventato un vero e proprio classico sullo sfruttamento del continente dal XV secolo ai giorni nostri, e la “Memoria del fuoco” del 1986, un racconto in tre parti sulla storia dell’America del Nord e del Sud, dall’epoca precolombiana fino all’anno della pubblicazione del libro.

Galeano è stato anche un grande appassionato di calcio. Nel 1997 pubblicò “Splendori e miserie del gioco del calcio“, una raccolta di brevi scritti sulla storia di questo sport, visto attraverso campioni e tifosi, bambini e adulti. Lo scrittore criticò gli accordi siglati dalla società calcistiche con le multinazionali e anche gli intellettuali di sinistra a cui il calcio non piaceva per motivi ideologici.

(askanews)

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