Gran Premio del Valentino, cruciale per la storia della Scuderia Ferrari
Oggi a Torino si apre la manifestazione che celebra una classica corsa in calendario dal 1935 al 1955, che si rivelò fondamentale perché Enzo Ferrari diventasse il ‘Drake’ e decidesse di correre in Formula 1
È arrivato il giorno del Gran Premio del Valentino, kermesse di auto storiche ed evento motoristico che coniuga passato, presente e futuro attorno all’automobile. Il Parco del Valentino a Torino la straordinaria location.
Scelta non casuale, perché il tracciato del Valentino ha ospitato molte gare delle allora vetture da GP negli anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale.
Il 5 Settembre 1948 è una data che tutti i tifosi della Ferrari dovrebbero farsi tatuare sulla pelle. È – se possiamo dirlo – forse la data più importante della storia della scuderia e di Enzo Ferrari.
Ma perché?
Nel 46 Ferrari decide di costruire in proprio due vetture. Una GT e una monoposto.
Sono anni duri quelli post-bellici per l’ex pilota ed ex giornalista. Il progetto di monoposto con motore 12 cilindri (diciamo per semplificare, la prima F1) stenta a decollare nonostante tecnici come Lampredi e Colombo.
Enzo Ferrari è però più attratto dall’altro progetto, quello della sportcar (lo è sempre stato, fu Montezemolo nel 73 a convincerlo di dedicarsi solo alla F1 per concentrare le risorse ‘scarse’ allora).
Il 5 Settembre 1948 il Gran Premio d’Italia per monoposto si corre a Torino al Parco del Valentino, lungo le sponde del Po: Monza era in manutenzione, cause di forza maggiore.
Ferrari iscrive tre vetture per Farina, Sommer e il principe Bira. Corre contro le potenti Alfa Romeo e le Maserati, ma la Ferrari è più leggera e maneggevole. La gara è vista da oltre 30mila persone e si svolge sotto la pioggia battente.
La gara annichilita e vinta da Jean-Pierre Wimille su Alfa Romeo, per questo si trasforma in realtà in una spettacolare corsa per il podio.
Raymond Sommer lotta con Gigi Villoresi sino alla fine e coglie un terzo posto inaspettato.
Questo podio fece cambiare idea a Ferrari sulle difficoltà di approntare un progetto costoso e impegantivo come quello delle monoposto. Ferrari dopo due anni di fallimenti era infatti quasi sul punto di abbandonare, per concentrarsi solo sulle gare sport endurance.
E così, il Gran Premio del Valentino del 1948 e Raymond Sommer cambiarono la storia di Enzo Ferrari, della Scuderia Ferrari e del motorsport. Parco del Valentino e Sommer, due nomi essenziali per la costruzione del mito, che forse i tifosi del Cavallino Rampante dovrebbero celebrare e ricordare di più, di certo più di tante altre vittorie, perfino prestigiose.
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