F1, GP del Belgio, Hamilton alla sesta, Rosberg al traguardo, Vettel furioso. Imputato Pirelli in difesa…

Seconda vittoria in Belgio per il campione del mondo in carica, che allunga su Rosberg (conservativo a uso familiare…). Grosjean torna sul podio, ma la Lotus rischia di non poter lasciare il Belgio: sequestro conservativo di tutta l’attrezzatura. Il pilota della Ferrari, vivo per un cumulo di circostanze positive, racconta l’arrabbiatura per l’esplosione della posteriore destra a un giro e mezzo dal traguardo. Hembery (Pirelli) oppone una flebile difesa, che Valsecchi demolisce con un missile terra-gomma, chiudendo con logica scientifica la discussione. Räikkönen 7°, tutto grasso che cola. Red Bull e Toro Rosso a metà, Williams solita precisione ai box. McLaren con il cilicio… La Virtual Safety Car non funziona, meglio la “slow zone” come a Le Mans o una velocità imposta elettronicamente

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Francorchamps – Hamilton alla sesta, Rosberg al traguardo, Vettel arrabbiato. La sessantesima edizione del Gran Premio del Belgio, corsa oggi sul circuito di Spa-Francorchamps, ha dato un responso finale che può essere sintetizzato così.

Lewis Hamilton ha vinto per la seconda volta (dopo cinque anni) l’appuntamento belga del mondiale di Formula 1, portando a casa il 6° successo del 2015, il 39° della carriera, con l’80° podio. Settima doppietta stagionale per la Mercedes, grazie al secondo posto di Nico Rosberg. Rosberg che – dopo la paura di venerdì e la pessima partenza di oggi – ha puntato a portare a casa mens et corpore: troppo importante veder nascere il proprio figlio, che rischiare in una situazione potenzialmente più pericolosa di quanto siano normalmente le corse.

La Pirelli è sotto accusa, non giriamoci attorno e quanto accaduto a Vettel nel penultimo giro è significativo. In altre condizioni, sarebbe stato un ‘incidente’ normale, ma il precedente di venerdì sulla Mercedes di Rosberg rende questo fatto preoccupante, soprattutto per la reazione dei vertici del costruttore milanese.

Vettel ai microfoni di Sky è stato analitico, preciso, non polemico, ma preoccupato e fermo: “meritavamo di arrivare terzi, ma queste sono le gare e bisogna accettarlo. Resta però da capire cosa è successo alla gomma e perché accadono queste improvvise esplosioni. Avrei potuto uscire di pista – ha sottolineato il pilota della Ferrari – sarebbe potuta succedere qualunque cosa, ma se questo fosse successo duecento metri prima non sarei qui a rispondere alle domande”. “Tutto questo è inaccettabile – ha proseguito – soprattutto perché è successa una cosa simile venerdì. Se ascoltiamo tutte le spiegazioni – i detriti il fatto che il pilota sia uscito di pista – sono tutte cavolate. L’ha detto Nico che non è uscito di pista e neanche io sono uscito di pista. Non c’è nessuna spiegazione” per quanto accaduto, ha spiegato Vettel, che poi ha concluso: “parlare di foratura è assolutamente errato visto che la gomma è esplosa. È abbastanza chiara come cosa. C’è stato un enorme guasto che non dovrebbe accadere e la cosa ben più grave è che non c’è stato alcun avvertimento. Bisogna assolutamente parlarne e capire come migliorare”. Amen.

Paul Hembery ha invece ribaltato la prospettiva, ma senza convinzione granitica, difesa di prassi. “La gomma ha fatto 28 giri, mentre gli altri ne hanno fatti 20. Quindi otto giri in più”, ha detto il direttore del Motorsport della Pirelli, che ha dato la responsabilità dell’accaduto alla Ferrari e alla strategia di una sola sosta, quale mezzo per conquistare un podio importante, ma presupposto dello scoppio. Tuttavia Hambery ha precisato che la Pirelli indagherà sull’accaduto, per capire meglio cosa sia successo.

Un ragionamento che non farebbe una piega se non si dovesse osservare – come ha fatto Davide Valsecchi, sempre su Sky – che la gomma non mostrava affatto segni di usura e le prestazioni non erano in calo, un dato oggettivo, visto che Vettel rintuzzava alla perfezione la rimonta e la pressione di Romain Grosjean. Il missile terra-gomma di Valsecchi dovrebbe chiudere la questione, anche se è sempre possibile che un detrito abbia causato la foratura e il successivo scoppio. Abbiamo però la sensazione che la Pirelli dovrà dare qualche spiegazione in più, che sull’affidabilità della struttura delle coperture milanesi (costruite in Turchia…) si parlerà nei prossimi giorni si parlerà in modo più approfondito.

Un finale di gara che solleva dubbi e preoccupazioni, anche alla luce delle scelte delle mescole che il costruttore italiano (e oggi anche cinese) porterà a Monza, le stesse portate a Spa: medium (banda bianca) e soft (banda gialla). Mescole che potrebbero avere molti problemi, a causa delle elevate temperature attese in Italia, anche se la conformazione del tracciato brianzolo non dovrebbe sollecitare la struttura delle gomme.

Alla partenza, Hamilton impeccabile ha conquistato la Source e ha iniziato la cavalcata inarrestabile, mentre Rosberg arretrava al 4° posto, superato da Perez e da Ricciardo. Tensione alla staccata di Les Combes, dove Perez al primo giro ha tentato il colpaccio. Neutralizzata la minaccia, la lotta per la vittoria è finita lì, è iniziata la battaglia per il secondo posto. Ci sono voluti otto giri perché Rosberg si mettesse in scia al leader, complice anche il pit stop anticipato di Ricciardo e poi di Perez.

Alle spalle, battaglia con le due Lotus (miracolosamente?) in grande spolvero con entrambe le monoposto, ma al secondo giro un guasto al motore della monoposto di Maldonado ha posto fine anticipata a ogni sogno di buon risultato (che il venezuelano avrebbe meritato).

Alle spalle del duo di testa, Massa perdeva posizioni sulla testa, così come Bottas, mentre Vettel risaliva in terza posizione al 7° giro, mettendosi in posizione attendista e con un passo costante, premessa per la strategia a una sola sosta, possibile grazie alla stabilità del battistrada. Al 15° giro il tedesco si fermava per montare le medium e iniziava la corsa con l’obiettivo podio. Obiettivo che aveva anche Ricciardo, che però doveva parcheggiare la sua Red Bull come una lattina vuota subito dopo la chicane prima del traguardo, così da spingere il direttore di corsa a dispiegare la Virtual Safety Car, teoricamente tesa a congelare le posizioni, in realtà le ha congelate solo per alcuni (Ferrari) e non per altri (le Mercedes nei confronti degli altri, Rosberg nei confronti di Hamilton). Torneremo sulla VSC, qui anticipiamo un dato incontrovertibile: non funziona.

Come spesso accade gli ultimi giri – anche con il concorso della Grande Paura al Raidillon per Vettel – sono stati movimentatissimi.

Oltre a Grosjean, premiato dal terzo posto meritato, Kvyat è stato interprete di una gara all’attacco, che lo ha portato dal 12° al 4° posto, davanti a Perez (miglior risultato stagionale finora) e Massa, con la Williams su cui i meccanici di Grove non hanno compiuto le solite sciocchezze cui da 40 anni assistiamo periodicamente.

Sull’altra monoposto, quella di Bottas, la perla di montare la posteriore destra di una mescola diversa dalle altre tre è tra quelle da incorniciare: il drive through e la sostituzione successiva hanno fatto precipitare il finlandese nella zona bassa della classifica. Alla fine, il 9° posto è un premio per la volontà nonostante tutto.

Davanti a Bottas, Räikkönen (partito 16° causa sostituzione del cambio) e Verstappen, che all’ultimo giro a Les Combes ha cercato di superare il pilota della Ferrari con una manovra al limite delle regole della fisica (e con molta fantasia). Per Räikkönen una gara intelligente, ma niente di più.

Il giovane olandese invece corre alla garibaldina. All’11° giro aveva superato all’esterno Felipe Nasr a Blanchimont, nello stesso punto in cui sabato Daniel De Jong era finito sulle barriere nel tentativo di sorpasso di Pierre Gasly, nel corso di Gara 1 in GP2 (bilancio finale: una vertebra fratturata, una spostata, ricovero, intervento chirurgico, carriera al momento sospesa, riabilitazione, lavatura e stiratura).

Forse però Verstappen – un talento naturale – dovrebbe ringraziare Nasr per il regalo insolito: sarebbe bastato che il brasiliano avesse resistito un attimo, perché il caro Jos volasse sulle barriere, con esiti imprevedibili.

Ultimo posto a punti per la Sauber di Ericsson, che ha tesorizzato il montaggio del motore Ferrari 2015 con le ultime specifiche. Primo fuori dai punti l’altra Sauber di Nasr.

Dopo Vettel, classificato 12°, le due McLaren di Alonso e Button, impegnati nella processione di supplizio da cilicio, probabilmente per oscure colpe maturate in vite precedenti. Ma nelle vite precedenti di chi ha pensato agli attuali regolamenti idioti (repetita iuvant).

Il GP del Belgio 2015 non è avvenuto sia per Nico Hülkenberg che per Carlos Sainz Jr. Il tedesco della Force India ha avuto problemi al propulsore fin dal giro di schieramento, poi ha dichiarato forfait durante la procedura di partenza, causando la ripetizione di tutta la procedura. Lo spagnolo della Toro Rosso invece ha rilevato problemi alla parte elettrica della power unit durante il secondo giro di schieramento. Tornato ai box e dato inizialmente per rittirato, è tornato poi in pista per effettuare dei test, visto il divieto (imbecille) in vigore al momento.

Premio speciale per la ‘provocazione’ involontaria alla Williams: montare una gomma di mescola diversa dalle altre è – come in telecronaca è stato ricordato più volte – una possibilità ammessa in altre categorie, ma non nella Formula 1 attuale. Tecnicamente ha mostrato di non comportare alcun problema, ma non è una mossa ammessa dalle attuali regole. Che però possono essere cambiate.

Per quanto riguarda la Virtual Safety Car, semplicemente non funziona. Le due Mercedes hanno rallentato meno degli altri, Rosberg meno di Hamilton. La discrezionalità è pericolosa. Meglio imporre una “Slow Zone” nel punto da neutralizzare, come sperimentato con successo dal 2014 a Le Mans; o l’imposizione di un “Limite di Velocità” elettronicamente comandato. Ma per non complicare tecnicamente le cose, forse è più semplice la prima modalità.

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20150821-belgian-flag-40x262015 FORMULA 1 SHELL BELGIAN GRAND PRIX – GARA

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Primati

In prova: Jarno Trulli (2009), Toyota TF109, 1’44’’503 a 241,279 km/h di media

In gara: Sebastian Vettel (2009), Red Bull RB5-Renault, 1’47’’263 a 235,070 km/h di media

Sulla distanza: Kimi Raikkonen (2007), Ferrari F2007, 1h20’39’’066 a 229,174 km/h di media

DRS: Doppio settore DRS a Spa-Francorchamps tra le Curve 19 e 1 e tra la curva 4 e 5. Il primo tratto di DRS ha il punto di rilevazione del distacco (Detection Point) 240 metri prima della Curva 2 e il punto di attivazione (Activation Point) 310 metri dopo la Curva 4. Il secondo tratto di DRS ha il punto di rilevazione del distacco 160 metri prima della Curva 18 e il punto di attivazione (Activation Point) collocato 30 metri dopo la Curva 19 (poco prima del traguardo).


Timing ufficiale

Venerdì 21 Agosto 2015
10:00 – 11:30 Prove libere 1: diretta su Sky Sport F1 (207) – differita su RaiSport 1 14.30
14:00 – 15:30 Prove libere 2: diretta su Sky Sport F1 (207)differita su RaiSport 1 18.30

Sabato 22 Agosto 2015
11:00 – 12:00 Prove libere 3: diretta su Sky Sport F1 (207)differita RaiSport 1 15.30
14:00 – 15:00 (STIMA) Qualifiche: diretta su Sky Sport F1 (207) – differita Rai2 18.15

Domenica 23 Agosto 2015
14:00 – 16:00 (STIMA) Gara: diretta su Sky Sport F1 (207)differita Rai 2 21.10


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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.