Imola 1994, diciannove anni senza Ayrton Senna

Il primo maggio 1994 verrà ricordato per l’incidente che decretò la morte di Ayrton Senna. Nella stessa gara vennero feriti accidentalmente alcuni spettatori e meccanici, in seguito a incidenti di gara

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Diciannove anni fa il mondo della F1 e lo sport persero Ayrton Senna. Il primo maggio del 1994 una serie di episodi in rapida successione posero fine all’esistenza di uno dei più grandi piloti di tutti i tempi, una delle figure più carismatiche e ammirate dell’intera Formula Uno. Il tre volte campione del mondo aveva un obiettivo fisso: battere il record di mondiali detenuto allora da Juan Manuel Fangio. Ecco spiegata la scelta di andare alla Williams, la monoposto più competitiva del lotto.

I primi due GP erano stati deludenti per Senna: zero punti, malgrado due Pole Position. La FW16 era veloce ma poco affidabile. A Imola, terzo appuntamento del mondiale ’94, c’era l’occasione di riavvicinarsi alla testa della classifica piloti. Ma il fine settimana “italiano” era iniziato con la paura, per il brutto incidente di Rubens Barrichello nelle libere del venerdì alla variante bassa. Il sabato invece era stato funestato dalla tragedia di Ratzenberger. Poi la domenica, ultimo giorno della settimana, il giorno della gara, il suo ultimo giorno.

Domenica, 1 maggio 1994. Dopo la morte di Ratzenberger, il clima era diverso da quello solito di un giorno di festa. Ayrton Senna era in Pole Position, davanti al rivale più pericoloso nella corsa al titolo, Michael Schumacher, l’astro nascente. Allo scattare del verde, vi fu subito un incidente nelle retrovie, che coinvolse le vetture di Pedro Lamy e JJ Lehto. Pezzi di carbonio e tre ruote finirono al di là delle recinzioni, ferendo alcuni spettatori. La Safety Car entrò immediatamente in pista, per permettere agli addetti di spostare le monoposto incidentate e i detriti di carbonio sparsi sul rettilineo.

Al settimo giro la corsa riprese. Ayrton passò per primo al traguardo e imboccò il Tamburello. Ad un certo punto il piantone della sua Williams FW16, modificato il giorno prima per rendere più confortevole la guida, si ruppe a causa delle sollecitazioni a cui era sottoposto e rese la monoposto ingovernabile (questo fu il responso dell’inchiesta che seguì all’incidente, non solo tecnica: nella foto a sinistra la monoposto di Senna dopo l’incidente).

Ayrton si schiantò contro il muro che divideva la pista da un fiume. Ciò che rimaneva della vettura del brasiliano tornò impazzita nella via di fuga, fermandosi una cinquantina di metri dopo il luogo dell’impatto. Senna aveva la testa reclinata a destra, poi un sussulto. Un altro ancora, poi non si mosse più. I soccorsi furono immediati, coordinati da Sid Watkins, capo del centro medico della F1.

Senna_incidenteDopo averlo estratto dalla Williams, gli togliemmo il casco e provammo a rianimarlo. Io non sono credente, ma a un certo punto Ayrton emise un sospiro profondo. L’ultimo. Mi piace pensare che fosse l’anima di Senna, che stava abbandonando l’involucro di carne per andare altrove”, commentò Sid Watkins qualche tempo dopo. Il tre volte iridato fu trasportato in elicottero all’Ospedale Maggiore di Bologna, come Ratzenberger, ma anche lui non riuscì a sopravvivere, a causa delle lesioni al cervello. Senna fu dichiarato clinicamente morto alle 18:40 dalla dottoressa Maria Teresa Fianchi. Due morti e svariati feriti. Fu questo il bollettino di Imola 1994, che venne aggiornato dopo un incidente in pit lane. La Minardi di Michele Alboreto perse una ruota fissata male nel cambio gomme, che travolse e ferì quattro meccanici (tre della Ferrari e uno della Lotus). Il Gran Premio fu vinto da Michael Schumaher su Benetton, davanti a Nicola Larini su Ferrari e a Mika Hakkinen su McLaren. Il podio fu e rimase un piccolo dettaglio, a margine di due tragedie che sconvolsero lo sport. Sul podio, nessuno conosceva le condizioni di Senna, ma l’atmosfera era quella di una festa senza gioia. Un ossimoro.

Da quel fine settimana a cavallo tra aprile e maggio di diciannove anni fa non è più morto alcun pilota e la F1 ha compiuto passi avanti  significativi per la sicurezza. Gli interventi sulla sicurezza delle e sui circuiti sono stati negli anni profondi, con l’obiettivo di non replicare più una situazione come quella imolese.

Imola non è più in calendario dal 2007, a favore di circuiti orientali dal fascino disscutibile, ma con organizzatori dal portafoglio gonfio e dai livelli di sicurezza adeguati alla F1 odierna. Anche Roland Ratzenberger e Ayrton Senna non ci sono più. Nessuno dei due correrebbe ancora, avrebbero entrambi una cinquantina d’anni, ma sarebbe stato bello poterli veder invecchiare dopo il termine della loro vita agonistica.

Due storie e due carriere diverse, unite in un unico maledetto fine settimana, che chiuse la loro fine terrena e ci privò di due piloti, due uomini di valore. Non contano i titoli mondiali, spesso conta l’emozione e, a loro modo, loro tennero incollati gli appassionati allo schermo o sulle reti per salutare un loro primo o undicesimo posto. La competitiva Williams e la cenerentola Simtek, scatole di carbonio che li hanno accompagnati nel loro ultimo giro, ma li hanno anche proiettati verso l’immortalità scolpita nella memoria di ogni sportivo.

Lucio Dalla canta “Ayrton”

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Tutte le monoposto guidate da Ayrton Senna nella sua carriera (da motorsportretro.com)

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Giacomo Rauli

Studio comunicazione, ho la passione delle auto in ogni forma e maniera. Il mio interesse per il giornalismo mi dà la possibilità di occuparmene. Su THE HORSEMOON POST scrivo di F1, Mondiale Rally e automobili, in fondo è un modo diverso per continuare a giocare con le macchinine...